Tra Friuli e Marche, nuove modifiche ai calendari venatori

È un autunno da incubo per i cacciatori sponda Adriatico. Dopo la decisione del Tar dell'Abruzzo che di fatto ha impedito l'apertura dell'attività venatoria, arrivano cambi in corsa anche nella normativa di Marche e Friuli Venezia Giulia. E non sono buone notizie neppure stavolta.

Tar delle Marche: sospesa caccia a storno e moretta

La scure del Tar cade stavolta sui cacciatori marchigiani. Se in Abruzzo il presidente del Tar parlava “di estrema gravità e urgenza”, i giudici di Ancona usano il broccardo “periculum in mora” per definire lo stesso concetto e sospendere il prelievo di storno e moretta: il ritardo nella decisione avrebbe potuto produrre danni evidenti sulla conservazione delle specie.

E pertanto il Tar ha accolto la domanda di sospensione cautelare presentata da Lega per l'Abolizione della Caccia (LAC) e WWF rinviando la decisione nel merito a marzo 2017. Cioè a caccia già chiusa.

Nello specifico, il Tribunale amministrativo considera contraddittoria la motivazione che stabiliva le date per il prelievo della moretta e sanziona l'omessa previsione del numero massimo annuale di storni cacciabili in deroga da ogni cacciatore.

L'intervento in opposizione della Federcaccia, che si era associata alla Regione Marche, ha contenuto i danni: i giudici hanno deciso per la sospensione della caccia soltanto per le due specie già citate.

Perché l'udienza pubblica che avrà luogo tra sei mesi tornerà ad affrontare tutte le eccezioni sollevate dai ricorrenti, ossia il prelievo di allodole, moriglioni e tortore, l'uso delle munizioni in piombo nelle zone umide e fluviali e più in generale il periodo settembre – febbraio per la caccia alla migratoria, che nel ricorso vengono considerate non rispettose delle fasi riproduttive delle diverse specie.

Ma a quel punto la stagione sarà già andata in porto. Con questi vincoli, almeno a oggi.

In Friuli non si cacciano coturnice, lepre bianca e pernice bianca

Un po' più blanda la situazione in Friuli Venezia Giulia, quantomeno sulla dinamica: a intervenire in questo caso non è stata la giustizia amministrativa, ma il Comitato faunistico regionale, presieduto dall'assessore alla caccia Paolo Panontin.

L'organismo ha deliberato di contenere la caccia al fagiano di monte nel periodo tra 9 ottobre e 7 novembre, limitando a sei le giornate effettive per rendere sostenibile l'attività venatoria.

Ma non si tratta dell'unica specie toccata dal provvedimento: il monitoraggio estivo ha calcolato l'indice di successo riproduttivo della coturnice e, “considerando che la specie è caratterizzata da un areale molto frammentato con singole meta-popolazioni piuttosto esigue”, è stata stabilita la sospensione totale della caccia. Stessa sorte per pernice bianca e lepre bianca: no alla caccia per garantire la conservazione della specie.