Sanzioni per chi disturba la caccia: sì della Terza Commissione del Veneto

Tutelare l’esercizio di un diritto. O almeno provarci. L’impulso del presidente Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) ha portato la Terza Commissione consiliare del Veneto ad approvare due progetti di legge sul tema del disturbo dell’attività venatoria e piscatoria, dopo le audizioni e le consultazioni di rito con le associazioni coinvolte.

A margine dei lavori Berlato ha ribadito che caccia e pesca sono attività lecite “perché sono regolamentate da direttive comunitarie e da specifiche leggi nazionali e regionali” e che chi le esercita debba poterlo fare “senza essere disturbato o impedito nel suo esercizio da iniziative che non si limitano al disturbo ma all’aggressione, non solo verbale”. È da qui che nascono i due progetti di legge regionale e nazionale: l’esponente di Fratelli d’Italia ritiene opportuno che entrino in vigore delle sanzioni amministrative e penali, dalle quali però sia esonerato chi esercita l’attività agricola all’interno della sua proprietà.

Dall’Associazione Cacciatori Veneti – Confavi arrivano parole d’apprezzamento e l’auspicio di un’approvazione rapida da parte del Consiglio regionale: la presidente Maria Cristina Caretta sottolinea che in uno Stato di diritto nessuno possa “opporsi a un’attività assolutamente lecita, ammessa e normata dalle nostre leggi e dalla nostra Costituzione” e ritiene intollerabile che gruppi di persone ideologicamente contrarie alla caccia o alla pesca, pur di impedire il normale svolgimento di queste attività arrivino a molestare, minacciare e umiliare cacciatori e pescatori".

Arrivano commenti positivi anche dalla Fondazione per la Cultura rurale, che ritiene l’iniziativa più che condivisibile, “considerato che le cronache riportano con sempre maggior frequenza notizie di azioni sconsiderate a danno di cacciatori e pescatori, perpetrate da gruppi di animal-ambientalisti estremisti”.

Non poteva mancare la nota polemica. Simone Scarabel, consigliere del Movimento 5 Stelle, considera inutili i progetti di legge, alla stregua di “uno show: premesso che chi va a caccia e a pesca nel rispetto della legge ha tutto il diritto di farlo, non possiamo andare ad aggravare il caos legislativo su qualcosa che già può essere sanzionato”.

Atti vandalici in Lessinia contro le recinzioni antilupo

Ma la macchina legislativa si è mossa. E se si leggono le cronache se ne capiscono i motivi una volta di più. Gli eventi degli ultimi giorni hanno infatti evidenziato una volta di più la necessità di una tutela: la Regione Veneto ha presentato denuncia contro ignoti per gli atti vandalici avvenuti in Lessinia contro alcune recinzioni installate nell’ambito del progetto WolfAlps, per la protezione di greggi e mandrie dall’attacco di lupi. Al mattino, gli allevatori hanno trovato manomesse e divelte le recinzioni elettrificate e appesi dei cartelli intimidatori che li scoraggiavano ad aderire al progetto. L’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan ricorda che si tratta di “un investimento utile, di minimo impatto ambientale e visivo, che sinora ha consentito di evitare qualunque attacco predatorio da parte del branco dei lupi che stanzia sull’altopiano veronese”. L’amministrazione ha inoltre chiesto alle autorità di sicurezza e al personale del parco della Lessina di intensificare la vigilanza perché, conclude Pan, “non intendiamo consentire che atti vandalici e gesti di intimidazione abbiano a vanificare una strategia di prevenzione e contenimento del rischio che si sta dimostrando efficace, economicamente sostenibile e rispettosa dell’equilibrio dell’ecosistema e degli interessi degli allevatori”.

(esseti)