“La fauna selvatica stanziale e migratoria abbattuta deve essere annotata sul tesserino venatorio subito dopo l’abbattimento”. Con le ultime quattro parole del comma 12 bis aggiunto alla legge 157/1992 cambiano profondamente gli obblighi del cacciatore e la regolarizzazione della sua posizione quando esce col fucile. Se prima bastava registrare sul tesserino il numero complessivo dei capi abbattuti a fine giornata, adesso il nuovo provvedimento parla chiaro: ogni capo prelevato deve essere segnato subito dopo l’abbattimento.
È uno degli effetti della legge Europea 3821 approvata definitivamente dalla Camera dopo che il Senato si era pronunciato nella scorsa primavera: e adesso il mondo venatorio è in fibrillazione perché, nell’impossibilità di tornare indietro, tenta almeno di capire quale sia la strada giusta da intraprendere per rimanere all’interno dei confini della legge. Già, proprio l’interno e i confini (o meglio, i margini) rappresentano nella pratica uno dei problemi principali della normativa: nel tesserino non c’è posto per indicare uno per uno tutti i capi abbattuti.
Dall’interno delle associazioni filtra un suggerimento che però ancora non è, e non può, essere ufficiale: marcare il relativo quadratino con un puntino subito dopo l’abbattimento e al termine della giornata indicare a fianco il numero complessivo degli animali abbattuti. Ma soltanto le indicazioni della politica potranno chiarire il meccanismo giusto e indicare ai cacciatori la corretta modalità per restare all’interno della legge: di certo c’è che il nuovo provvedimento complica ancora una volta la pratica venatoria.
Le reazioni: Lega Nord, Confavi e CCT sparano a zero
La Lega Nord, che si è opposta al provvedimento sia in aula sia in commissione ma non è riuscita a emendarlo, parla chiaramente di “atto vessatorio contro l’attività venatoria” e ribadisce di esser stato l’unico partito a tentare di modificare la norma con i deputati Borghesi, Guidesi, Gianluca Pini, Grimoldi, Bossi, Invernizzi, Allasia e Simonetti, ma è stato isolato dalle altre forze parlamentari e si è ritrovato a votare da solo le proprie proposte.
Marco Bassolini, responsabile caccia del partito di Salvini, ha rilasciato una nota durissima che definisce “vergognosa e scandalosa” la pratica di “usare come pretesto l’Europa per avallare ipocriti attacchi animalisti contro la legittimità della pratica venatoria” e promette che la Lega Nord non smetterà mai “di denunciare questi atti di subdola vigliaccheria documentandone la verità e schierandosi senza alcun dubbio sempre dalla parte degli onesti cittadini-cacciatori”.
La Lega può però tenere alta la propria bandiera perché con l’Ordine del giorno 9/3821/24 presentato dall’onorevole Stefano Borghesi è riuscita a impegnare il governo a una revisione dei Key Concepts.
Contrarie alla nuova legge anche tutte le associazioni venatorie che si sono già espresse: Maria Cristina Caretta, presidente Confavi, parla di “un altro colpo sferrato al mondo venatorio” e ritiene che con questa modifica “il governo abbia oltrepassato il limite della decenza”.
Secondo l’associazione vicina al consigliere veneto Sergio Berlato “questa scellerata modifica creerà una serie interminabile di contenziosi perché obbligherà tutti i cacciatori italiani ad annotare il capo nel proprio tesserino venatorio prima ancora di sapere se potranno incarnierarlo”.
Ma gli attacchi non arrivano solo da destra: la Confederazione dei Cacciatori Toscani (Federcaccia-Arcicaccia-Anuu) ha rilasciato una nota dello stesso tenore, parlando esplicitamente di “proposte e provvedimenti decisamente vessatori e dettati da una pulsione di preventiva sfiducia nei confronti dei cacciatori”.
La CCT attacca direttamente il Governo Renzi: l’esecutivo trattiene “indebitamente il 50% delle tasse di concessione governativa che per legge (finanziaria del 2001) dovrebbe stornare alle Regioni per la migliore amministrazione della materia, non spende una parola o un provvedimento su un tema come quello degli ungulati divenuto emergenza nazionale e pochi mesi fa impose ingiustificatamente la chiusura anticipata a beccaccia e altre specie”.
Per la Confederazione si tratta chiaramente di “prevaricazioni e vessazioni inaccettabili, che non smetteremo di denunciare e non ci stancheremo di combattere”.
E se, oltre che da una raffazzonata maggioranza politica, al governo cominciano ad arrivare fibrillazioni ripetute anche da chi il territorio lo rappresenta, la strada verso il referendum di ottobre su cui Renzi ha investito tutto sembra in salita ogni giorno di più.
(esseti)