Milano crocevia dei rapporti tra caccia e politica

Fa un po’ sorridere pensare che, nell’epoca della tanto lamentata crisi di rappresentanza, sia un alto politico del Parlamento Europeo a scendere sul territorio per ascoltarne le esigenze, farne da collettore e poi riportarle dove, a torto o a ragione, si pensa che vengano prese le decisioni più spersonalizzate di tutto il continente.

Va pertanto dato atto a Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del gruppo PPE, di aver quantomeno ascoltato la famigerata base e delineato una strategia precisa sui controversi argomenti di caccia in deroga e richiami vivi: la Comi intende innanzitutto sottoporre le richieste delle associazioni venatorie al Commissario all’ambiente, il laburista maltese Karmenu Vella, attraverso un documento unitario che ne rappresenti le istanze.

Dopo la riunione milanese del 30 giugno, l’eurodeputata si è detta disposta a coordinare un percorso condiviso tra Federcaccia, Arcicaccia, Anuu Migratoristi, Libera Caccia, Italcaccia, Enalcaccia, Confavi, CPA e Associazione Cacciatori Lombardi: e grazie alla sua mediazione, tra settembre e ottobre alcuni rappresentanti delle associazioni saranno ricevuti dallo stesso Vella per affrontare con le massime istituzioni europee le controversie nate dalla Direttiva Uccelli e le eventuali discrepanze nella ricezione da parte dei vari Paesi coinvolti.

Più da vicino, le leggi della Lombardia

Ma in Lombardia non è il primo incontro estivo tra politici e cacciatori, anche se in quest’altro caso l’interesse è più circoscritto. Negli scorsi giorni una delegazione di dirigenti dell’assessorato regionale alla caccia capeggiata da Anna Bonomo ha ricevuto i rappresentanti delle associazioni venatorie senza però modificare la propria posizione sul prelievo dell’allodola: dopo una sentenza del Tar, l’anno passato la Regione ha ridotto il carniere massimo a 50 capi, da 80 che erano, suggerendo l’abbattimento di 10 esemplari al giorno. Ininfluenti le prese di posizione delle associazioni presenti e in particolare dei Cacciatori Lombardi, che sostengono che i dati presi a riferimento (una media di 32 allodole prelevate a testa) riguardino soltanto i territori di Brescia e Bergamo senza considerare gli altri Ambiti Territoriali di Caccia.

Chiare le preoccupazioni dell’ACL che a fine riunione ha rilasciato una nota a firma Carlo Bravo: il timore è che “ora la Regione imponga dei dati parziali sull’allodola per poi un domani trasferire questa formula a tordo, sassello e cesena. Si sono usati dati parziali per camuffare una situazione e questo non ci è piaciuto per niente. ACL, come ha sempre fatto, vigilerà anche su questo e faremo sentire la nostra voce. Su questo e sulle deroghe che devono essere fatte”.

L’incontro ha comunque offerto la possibilità di parlare anche di altre specie cacciabili: se tutto sarà confermato dagli atti ufficiali, il moriglione potrà essere cacciato dal 1° ottobre al 19 gennaio (limite massimo 25 capi), la cesena fino al 31 gennaio 2017 e si potrà prelevare un numero limitato di morette (5 al giorno, 40 all’anno), quaglie e pavoncelle (5 al giorno, 25 all’anno). La Federcaccia di Brescia riferisce che la Regione sarebbe inoltre intenzionata a vietare il prelievo del combattente; la Fidc propone invece di prevedere una caccia solo da appostamento fisso dalla terza domenica di settembre al 20 ottobre con limite di capi 5 giornalieri a 15 annuali per cacciatore. Buone notizie invece per la pernice bianca: i piani di abbattimento verranno calcolati esclusivamente in base ai censimenti di quest’anno senza ulteriori limitazioni.

Entro metà mese dovrebbe comunque essere definito il calendario venatorio della Lombardia; si sa già che per la stagione 2016/17 resterà invece in vigore il vecchio tesserino anche se non sono ancora chiare le modalità della distribuzione. Poi si passerà alla lettura ottica.

(esseti)