Da una prima lettura del testo integrale della revisione della legge sui parchi e le aree protette, uscito dalla discussione in commissione alla Camera dei Deputati, si evincerebbe che niente sia cambiato nel documento dalla versione approvata dal Senato per quanto attiene le aree contigue, che passano dalla giurisdizione dell'ATC a quella diretta del Parco. Ciò secondo calcoli attendibili, comporterebbe che la superficie gestita a parco aumenterebbe di almeno il 50%.
Se gli ATC, quindi la caccia, perdono terreni, anche se a dire il vero sono previste comunque delle forme di prelievo, ciò non viene compensato con una prevista rappresentanza venatoria nei consigli dei Parchi, alla pari di ambientalisti, agricoltori, pescatori. Viene rafforzata la competenza economico-mercantile degli abbattimenti di fauna selvatica, e autorizzata la regolamentazione del divieto di immissione della specie cinghiale su tutto il territorio nazionale.
Ripristinato, infine, l'emolumento per il presidente (con gettoni di presenza per i consiglieri), precedentemente abolito dal ministro Tremonti.
Sul fronte dei danni, che a logica aumenteranno soprattutto nelle aree contigue, verranno addebitati agli ATC come in precedenza.