Trentino e Alto Adige, estesi poteri su parchi e specie cacciabili

È un periodo un po’ così, nel quale si discute tutti i giorni di decentramento, accentramento ed enti locali. E in questa situazione il Trentino e l'Alto Adige vedono rafforzate le proprie competenze. Provinciali, verrebbe da dire. Il Governo Renzi ha infatti approvato un decreto legislativo che amplia i poteri delle due giunte e dei consigli sull'attività venatoria nei parchi naturali e sulla variazione dell’elenco delle specie cacciabili.

Maggiori poteri alle Province autonome di Trento e di Bolzano

Il primo provvedimento specifica infatti le funzioni di pianificazione, regolazione e controllo delle Province sulle forme di caccia esercitabili in Trentino e in Alto Adige e soprattutto demanda all'istituzione locale la disciplina della caccia all'interno dei parchi. La seconda norma di attuazione dello Statuto prevede che, in specifiche situazioni, il presidente della giunta possa disporre variazioni all'elenco delle specie cacciabili secondo la legge nazionale, “fermo restando il principio della valutazione della consistenza della specie in rapporto al territorio considerato”.

Senza questi provvedimenti, rimaneva il rischio che, in presenza di ricorsi alla Corte Costituzionale, la legislazione provinciale potesse essere travolta, subendo un'omologazione al resto del Paese. La competenza provinciale in materia di caccia e pesca, di parchi e protezione della flora e della fauna era stata definita fin dal 1974, nel quadro del secondo Statuto di autonomia. In quella sede era stato riconosciuto che “lo standard di protezione della fauna è disciplinato con legge provinciale, che stabilisce il calendario venatorio e le specie cacciabili, attestandosi ai livelli di protezione risultanti dalle convenzioni internazionali o dalle norme comunitarie introdotte nell'ordinamento statale”.

Le reazioni della politica e degli ambientalisti

Soddisfatto il numero uno trentino Ugo Rossi (Partito Autonomista Trentino Tirolese) che ribadisce come «sia stato scongiurato il rischio di vedere compromessa l'autonomia in questa delicata materia». Dal presidente della giunta del Trentino arriva poi apprezzamento per il lavoro del governo che ha mostrato «ampia disponibilità ad accogliere le richieste. E ciò rappresenta anche un riconoscimento della buona gestione dell'ambiente e delle risorse naturali da parte del Trentino».

Dello stesso umore il presidente dell'Alto Adige Arno Kompatscher (Südtiroler Volkspartei) che riconosce come «dopo lunghe trattative sia stato raggiunto un risultato significativo. Le norme permettono una gestione più autonoma dell'attività venatoria verso la conservazione di un equilibrio sostenibile tra fauna selvatica e habitat, obiettivo condiviso da ambientalisti e cacciatori».

Ma in realtà gli ambientalisti sono già sul piede di guerra. Enpa, Lac, Lipu e Wwf hanno inoltrato una missiva al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendogli di non promulgare i decreti “che consegnano nelle mani dei cacciatori delle province di Trento e Bolzano tutte le specie di animali selvatici presenti sul territorio, anche all'interno dei parchi, trasformati in terreno di conquista dei cacciatori. I limiti imposti dalla legge nazionale”, scrivono le associazioni, “sono così annullati in forza di un inaccettabile e incostituzionale accordo concordato con il Ministero dell'Ambiente. Tale decisione è gravemente lesiva della Costituzione, delle norme nazionali internazionali ed europee poste a tutela della fauna selvatica e del diritto alla vita di tutte le specie protette”.