Calendari venatori tra modifiche e ricorsi

Ormai è diventato un leitmotiv di tutto l’anno. Neppure sotto Natale c’è pace per i calendari venatori regionali. Si torna a parlarne in Liguria e in Friuli Venezia Giulia. Ma con prospettive diverse. Opposte, verrebbe da dire. Se in Liguria si prolunga la caccia al cinghiale, a Trieste le associazioni animaliste e ambientaliste tentano di far invalidare il calendario venatorio. O almeno di emendarlo in più parti.

In Liguria non raggiunto il contingente di cinghiali abbattibili

La Regione Liguria ha deciso di prorogare la caccia al cinghiale fino al 31 gennaio 2017 e comunque fino al raggiungimento del contingente abbattibile. Nella comunicazione del Dipartimento agricoltura, sport, turismo e cultura a firma Valerio Vassallo si legge che il provvedimento è dovuto “al mancato completamento, alla data 18 dicembre 2016, dei contingenti abbattibili di cinghiale”. E così in Liguria si potrà continuare a cacciare il cinghiale almeno fino alla fine di gennaio. Almeno. Per tentare di contenere la pressione del suide sempre più diffuso sul territorio.

LAC e LAV contro il calendario venatorio del Friuli

Del tutto diversa la situazione in Friuli Venezia Giulia. Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) e Lega Antivivisezione (LAV) si sono rivolte al Consiglio di Stato per invalidare il calendario venatorio approvato dal Consiglio regionale. I ricorrenti si appellano contro la sentenza del Tar che nella scorsa primavera aveva stabilito il non luogo a procedere. Ma Lac e Lav ritengono che il calendario venatorio sia eccessivamente sbilanciato in favore di caccia e cacciatori e che il documento non avrebbe recepito molte indicazioni dell’Ispra. Sul piatto ci sono diversi punti: l’utilizzo di segugi per il prelievo venatorio di caprioli e cervi, la mancata pianificazione della caccia agli ungulati in base alla consistenza reale dei capi e l’immissione di selvaggina pronta caccia. Non mancano riferimenti alla mancata previsione delle zone di protezione lungo le rotte migratorie e all’uso di munizioni al piombo in diverse zone umide.

E dunque la palla ritorna alla giustizia amministrativa. Una volta ancora, come spesso siamo stati abituati nelle ultime stagioni.