Con la recente approvazione dell'articolo 7 del collegato ambientale le nutrie non sono più da considerarsi specie selvatica oggetto di tutela generale, ma sono equiparate a ratti e topi; la gestione del loro controllo è ricondotta quindi a quella delle specie invasive. Si ciba infatti di qualsiasi coltura disponibile e ad elevate densità di popolazione riduce drasticamente la presenza di piante acquatiche, causando la formazione di acque aperte. Le sue tane danneggiano dighe e sistemi di irrigazione penetrando spesso anche in risaie e altre colture.
È stata inserita nell’elenco delle 100 specie più invasive e dannose al mondo e ieri la regione lombarda ha comunicato lo stanziamento di 150.000 euro, dal proprio bilancio, per il Piano regionale di contenimento ed eradicazione delle nutrie e, allo stesso tempo, ha chiesto al Ministero della Salute l’autorizzazione ad utilizzare 1.000.000 di euro, quota dei fondi vincolati per la lotta al randagismo, che mette a disposizione complessivamente 2.000.000 di euro.
“La Lombardia, e in particolare le province di Mantova e Cremona, sono alle prese con il problema molto serio delle nutrie, con risvolti di allarme non solo per l’agricoltura, ma anche per la sicurezza della circolazione stradale e la salute - ha commentato l’assessore all'agricoltura Gianni Fava -. Regione Lombardia si impegna attraverso risorse proprie, ma chiede che Ispra e tutte le forze politiche si attivino per superare l’emergenza. Non è il momento di fare demagogia o erigere muri ideologici”.