Liguria e Lombardia, si decide sulla stagione venatoria

La primavera porta con sé i provvedimenti cruciali per la gestione della caccia sul territorio: come di consueto, le Regioni si stanno muovendo per pianificare e delimitare la stagione venatoria 2016/2017. La preposta Commissione regionale della Liguria ha approvato il nuovo calendario che adesso passa sotto la lente della Giunta Toti per la delibera definitiva. A oggi, l’apertura è prevista per il 18 settembre a eccezione della caccia a fagiano di monte, volpe, porciglione (1° ottobre) e moretta (1° novembre). Chiusure anticipate per quaglia, tortora (31 ottobre), lepre, starna rossa (30 novembre), merlo, allodola (31 dicembre), beccaccia, cesena (20 gennaio), fagiano con piani di prelievo, anatidi, rallidi e turdidi (31 gennaio). 

La caccia a colombaccio e corvidi sarà sospesa dal 1° al 10 gennaio 2017, quella alla tortora sarà possibile soltanto da appostamento. Identici alla stagione 2015/2016 i termini per la caccia al cinghiale, compresa tra il 1° ottobre e il 31 dicembre o in alternativa tra il 1° novembre e il 31 gennaio. Vale la pena di rimarcare che il parere non vincolante dell’Ispra era stato ben diverso e avevo previsto addirittura 33 giorni in meno di apertura; va comunque avanti deciso l’assessore alla caccia Stefano Mai, secondo il quale “...si tratta di un provvedimento importante e atteso e che per la prima volta quest’anno, anche grazie al Growth act, sfrutta una semplificazione normativa e passa in Giunta, in modo da essere approvato molto più velocemente rispetto al Consiglio. Da una corretta gestione del prelievo venatorio e da una caccia consapevole possono derivare concreti benefici anche alle attività agricole fortemente penalizzate dai danni della fauna selvatica”, sono le sue parole rilasciate al sito ufficiale dell’istituzione.

Diversa ma egualmente significativa la discussione in Lombardia: la Regione guidata da Maroni intende attivare le procedure di deroga per il prelievo di fringuello, peppola e storno avvalendosi delle facoltà previste dalla Direttiva europea sugli uccelli. È quanto annunciato da Gianni Fava, assessore regionale all’agricoltura, con una comunicazione ufficiale alla Giunta di cui fa parte. L’articolo 19 bis della legge 157/1992 demanda infatti alle Regioni la facoltà di autorizzare le deroghe nel rispetto delle normative vigenti e dispone che l’intenzione di adottare provvedimenti sulla migratoria debba essere comunicata all’Ispra per il relativo parere. La Lombardia prevede di autorizzare il prelievo del fringuello nel periodo compreso tra il 1° e il 31 ottobre, della peppola dal 15 ottobre al 13 novembre e dello storno dal 18 settembre al 23 ottobre. 

Lombardia Notizie, l’agenzia di informazione della Giunta regionale, riporta le parole di Fava, secondo il quale “la domanda di autorizzazione al prelievo dello storno deriva anche dalla necessità di limitare la perdita di produzioni agricole di qualità. Tra il 2008 e il 2015 in Lombardia sono stati accertati danni alle colture causati dalla specie per 643.573 euro. Nel solo 2015 i danni segnalati dalle province lombarde maggiormente colpite ammontano a 68.280 euro. Nelle aree in cui si è registrata la maggiore concentrazione dei danni sono presenti rilevanti produzioni di alta qualità, come vigneti specializzati per la produzione di vini DOC e DOCG e meleti. Ulteriori danni sono stati verificati su altre tipologie colturali come mais, girasole e pomodori. La richiesta di autorizzare il prelievo venatorio di esemplari delle specie fringuello e peppola, oltre che dello storno”, ha aggiunto l’assessore, “punta a soddisfare le richieste avanzate dalle associazioni venatorie regionali”.

Nello scorso inverno il Governo Renzi aveva usato il potere sostitutivo nei confronti di Lombardia e Liguria per modificarne il calendario venatorio: i prossimi mesi ci sapranno dire di più sugli eventuali sviluppi dello scontro istituzionale, andato ben al di là della semplice controversia politica.