Campania: alla finestra in attesa del calendario venatorio

Non soltanto temperature gradevoli e giornate più lunghe. Come ogni anno, l’arrivo della primavera porta con sé tutto il tramestio sui calendari venatori che in questo periodo vengono ufficializzati dalle Regioni; e alle immancabili polemiche che esplodono a delibere approvate (si citi su tutti il caso del Piemonte, con le associazioni venatorie sul piede di guerra per il divieto di caccia ad allodola, lepre variabile e pernice bianca), fanno da eco i suggerimenti a chi ancora deve prendere una posizione. È il caso della Campania: da parte di tutti i portatori di interesse si registra un forte movimento intorno alla Giunta De Luca per tentare di carpire (o condizionare?) il futuro calendario venatorio. 

Non possono ovviamente mancare le associazioni venatorie, che fanno legittimamente sentire la propria voce su un argomento tanto delicato: Arcicaccia, Italcaccia, Anuu ed Ente Produttori Selvaggina hanno rilasciato una nota ufficiale condivisa nella quale richiedono che la stagione venatoria per volpe, fagiano, alzavola, canapiglia, folaga, germano reale, gallinella d’acqua, marzaiola, tordo sassello, fischione, mestolone, frullino e beccaccino chiuda il 30 gennaio. Nonostante l’assenza di dati univoci sul periodo di migrazione prenuziale, le associazioni venatorie accettano il 20 gennaio come possibile data di chiusura della caccia a tordo bottaccio, cesena e beccaccia; per la preapertura alla tortora si suggeriscono il 1°, 4 e 7 settembre, con l’aggiunta dell’11 e del 14 dello stesso mese per i corvidi. 

Arcicaccia, Italcaccia, Anuu ed EPS sottolineano inoltre che a loro parere debba essere mantenuta la programmazione già adottata nelle aree Natura 2000 e auspicano l’aumento del carniere e l’introduzione di un criterio di rotazione per le squadre di battuta al cinghiale. Contro quest’ultima proposta interviene decisa la Federcaccia di Benevento, che sottolinea come nelle bozze del calendario prese in visione sia stata inserita una giornata in più di caccia al suide (nella fattispecie il sabato) soltanto per il mese di ottobre; il presidente provinciale Antonio Ricciardi si dice invece convinto che “il cinghiale stia creando problemi proprio perché mancano seri progetti di pianificazione, gestione, monitoraggio e controllo della specie” e la caccia nella forma esclusiva della rotazione rischia di vanificare gli stessi obiettivi della Regione. La palla è nel campo della politica, ma le associazioni venatorie si stanno (ancora una volta) piazzando; e l’analisi delle alleanze, diversissime da territorio a territorio lungo la spina dorsale del nostro Paese, non si discosta di molto dalle strategie dei partiti a ridosso delle elezioni.