Armi non letali

Durante la recente fiera EXA 2012 si è tenuta un’interessante conferenza sul tema riguardante “La dotazione delle armi cosiddette non letali in situazioni di ordine pubblico”, ovvero sull’uso delle armi a limitata capacità offensiva che possono essere impiegate in varie occasioni di controllo come ad esempio durante quelle manifestazioni di piazza che degenerano in scontri con le forze di polizia o nelle rivolte all’interno degli istituti di pena. I relatori che si sono avvicendati, Claudio Bigatti, Stefano Bravi, Susanna Loriga, Domenico Manzo e Francesco Trozzi, hanno esposto con chiarezza i vantaggi dei vari sistemi less lethal che consentono di evitare i frequenti e spesso gravi danni fisici collaterali, incluse le possibili conseguenze legali, derivanti dall’uso delle armi da fuoco. 

Il giornalista Claudio Bigatti, ha presentato con completezza i vari sistemi di lancio relativi al munizionamento less lethal, fino a esaminare i moderni sistemi a onde sonore o quelli a onde magnetiche. L’ispettore di Polizia Municipale Stefano Bravi, ha analizzato le possibilità rese da tali sistemi alternativi, che consentono di adeguare la risposta dell’operatore di sicurezza all’aggressione di avversari non sempre dotati di armi da fuoco.La Dottoressa Susanna Loriga, psicologa e criminologa del Ministero di Giustizia, ha toccato un fondamentale argomento, forse ancora oggi trascurato, ovvero quello che accade durante le fasi di stress, in occasione di eventi ove è necessario l’utilizzo di armi da fuoco o less lethal. Le ormai note modifiche che avvengono a livello psico-fisico, sotto stress da combattimento, dovrebbero suscitare riflessioni e probabili correzioni dei protocolli addestrativi. Se pensiamo che alcuni istruttori, durante uno scontro a fuoco, consigliano di contare i colpi sparati, si può immaginare quanta strada c’è ancora da fare in questo campo.  

Domenico Manzo, Ispettore della Polizia Penitenziaria, fra i principali esperti italiani in materia di impiego operativo di armi non letali

L’ispettore della Polizia Penitenziaria Domenico Manzo, ha esposto con estrema sintesi e chiarezza le esperienze operative e i test effettuati con il lanciatore funzionante a CO2, FN Herstal 303 e altri sistemi simili, auspicandone l’adozione presso il corpo della Polizia Penitenziaria, visto che gli agenti di questo corpo, per regolamento, non possono portare armi da fuoco all’interno degli istituti di pena. Ha concluso il convegno il dirigente della Polizia di Stato Dottor Francesco Trozzi che, dopo aver illustrato le varie e complesse norme di legge relative all’uso di tali strumenti, ha proiettato vari filmati che mostravano scene reali, nei quali l’impiego degli strumenti less lethal permetteva di evitare l’uso delle armi da fuoco. Malgrado queste proprietà positive, statisticamente confermate, il Dottor Trozzi ha ricordato che alcuni organi di stampa, probabilmente contrari a qualsiasi forma di mantenimento dell’ordine pubblico, hanno sferrato una campagna denigratoria verso alcuni di essi, in particolare contro il generatore di scariche elettriche Taser, in uso presso diversi corpi di polizia negli Stati Uniti.  

In conclusione, come è stato evidenziato più volte dai relatori che si sono succeduti, l’Italia è il fanalino di coda, sia per quanto riguarda la formazione degli operatori, con mancati stanziamenti di relativi fondi, sia per l’adeguamento degli strumenti tattici in dotazione. Questo è dovuto non solo a causa dei persistenti problemi economici ma anche da norme di legge o dalle solite pastoie burocratiche che alle volte nel nostro stato, oltre a vessare il privato cittadino, si rivoltano persino contro gli stessi tutori dell’ordine.