Il tiratore dovrà provvedere a scegliere l’arma che più si adatta alle dimensioni della propria mano. L’impugnatura dovrà avere dimensioni tali da consentire al dito indice di raggiungere facilmente il grilletto senza dover disallineare la mano rispetto l’asse della canna. Come avviene per tutte le fasi che compongono il tiro con le armi in generale, l’impugnatura dovrà essere studiata, esercitata e memorizzata tramite molteplici ripetizioni. Con il revolver l’impugnatura dovrà essere fatta cercando di posizionare la mano forte più in alto possibile. L’arma dovrà essere in asse con il nostro avambraccio. La memoria muscolare, acquisita mediante l’allenamento, imposterà automaticamente l’inclinazione del polso in modo che i congegni di mira risultino perfettamente allineati non appena l’arma sarà indirizzata verso il bersaglio.
Nel tiro di precisione, impiegando la singola azione e la sola mano forte, il pollice potrà essere poggiato sul pulsante di apertura o sullo scudo di culatta. In questo modo si riuscirà a stabilizzare in modo migliore l’arma eliminando eventuali oscillazioni. Nel tiro in doppia azione, l’unico ipotizzabile per difesa, il pollice della mano forte sarà piegato verso il basso, quasi a cercare il contatto con la punta del dito indice che arretra mentre tira il grilletto.
Nel tiro a due mani il pollice della mano debole premerà verso il basso il pollice della mano forte. In questo modo si avrà una presa più salda che attutirà il rinculo contribuendo ad aumentare la cadenza di fuoco.
Con i revolver snub nose (a canna corta) si deve fare molta attenzione a utilizzare l’impugnatura a due mani in quanto è possibile mettere una parte della mano debole davanti alla canna con tutte le conseguenze disastrose del caso. L’opportunità di agganciare anteriormente il guardamano del grilletto con l’indice della mano debole è venuta meno negli anni quando si è scoperto che poteva contribuire a strappare. Una variante consiste nel posizionare la parte superiore dell’indice della mano debole sotto il guardamano. Anche se personalmente non utilizziamo questa tecnica non ci sentiamo di sconsigliarla in quanto alcuni tiratori che la adoperano riescono a ottenere ottimi risultati. Ognuno di noi adatterà queste impugnature alle proprie caratteristiche fisiche.
Nell’articolo abbiamo voluto evidenziare, anche tramite relative foto, alcune impugnature che sarebbero invece da evitare. Tenere il polso della mano che impugna l’arma, stretto tra la mano debole, non è di nessun aiuto. Il polso continuerà a oscillare e il rinculo non sarà alleviato.
Nel tiro a due mani è un errore posizionare il pollice della mano debole dietro al cane. Il nostro cervello, sotto stress, memorizza e mette in pratica automaticamente quanto appreso in allenamento non permettendo potere decisionale. Memorizzare questa tecnica potrebbe indurre il tiratore a ripeterla utilizzando una pistola semiauto. In questo caso si provocherebbe il ferimento del pollice del tiratore con la parte posteriore del carrello in fase di arretramento e il probabile inceppamento dell’arma.
Da evitare, inoltre, di posizionare i pollici come consigliato con la pistola semiauto, stretti di fianco lungo l’asse del tamburo. Una pressione eccessiva dei pollici, specialmente sotto stress, potrebbe impedire la perfetta rotazione del tamburo e il salto di una camera. I revolver solitamente hanno uno scatto in azione singola molto leggero. In questo caso il grilletto potrà essere impegnato con la metà della falange ungueale. Per vincere la forza occorrente alla trazione del grilletto utilizzando la doppia azione di potrà impegnare la leva di scatto tra la giunzione delle ultime due falangi. In questo modo il dito indice potrà vincere facilmente la maggiore resistenza della doppia azione.
Quando è il momento di espellere dal cilindro i bossoli sparati la procedura più utilizzata dai tiratori esperti di revolver consiste nel premere il pulsante d’apertura con il pollice della mano forte. Il revolver sarà sostenuto con il palmo della mano debole e il dito indice e mignolo posizionati ai lati del castello.
Le dita medio e anulare spingeranno di lato il cilindro provocandone l’apertura. Dopo aver ruotato verso l’alto il revolver, per facilitare espulsione dei bossoli, il pollice premerà l’astina di espulsione.
Dopo che i bossoli saranno caduti a terra si potrà rifornire il revolver con un apposito carichino impugnato dalla mano forte. Il revolver sarà riportato con la punta della canna verso il basso. Si allineeranno due camere del tamburo con le rispettive cartucce contenute nel carichino e si agirà sul sistema di sgancio di quest’ultimo. Il pollice della mano debole provvederà a chiudere il tamburo. Nel caso si volessero caricare le cartucce una alla volta, questa manipolazione consente di ruotare facilmente il tamburo tra il pollice e le due dita inserite nel castello in apertura.
Per rimanere stupiti dalla velocità che si potrebbe ottenere eseguendo queste procedure Youtube permette di visualizzare il campione del mondo di tiro rapido con revolver Jerry Miculek all’opera. Per la cronaca Jerry utilizza un revolver calibro .45 ACP della Smith&Wesson. Le moonclip utilizzate nel revolver, velocizzano al massimo le procedure di ricarica ma per raggiungere le prestazioni di Miculek occorre ben altro.