Tecnica: il cambio caricatore

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Probabilmente non avremo mai bisogno di eseguire un cambio caricatore specialmente se avremo adottato un’arma con grande autonomia di fuoco. Un caricatore da quindici o più colpi in caso di difesa personale, almeno così dicono le statistiche, dovrebbe bastare e avanzare. Durante questi eventi, i pochi secondi e i colpi che di media si contano sulle dita di una mano, potrebbero rendere superflua questa tecnica. Le distanze ridotte impediranno qualsiasi movimento che vada oltre il semplice azionamento della leva di scatto, sempre che si sia riusciti a estrarre l’arma dalla fondina, eppure in alcune occasioni potremmo aver bisogno di effettuare queste manipolazioni. 

Tecnica Taylor
La mano debole va a impugnare il caricatore di riserva, l’arma ha il caricatore semivuoto e il colpo in canna

A esclusioni di operazioni tattiche eccezionali, ove si potrebbero sparare più dei 15 colpi contenuti nel serbatoio e richiedere il cambio d’emergenza o quello tattico, la sostituzione del caricatore solitamente è una conseguenza di cattiva mira, errori di manipolazione o mancata manutenzione dell’arma. Si potrebbe verificare il caso che tutti i colpi sparati siano andati a vuoto. L’arma rimarrà con il carrello bloccato in apertura indicando che dovremo sostituire il caricatore. Si dovrà effettuare il cambio d’emergenza. 

L’arma, sarà tenuta vicino al corpo, come se dovessimo battere le mani, posta a un’altezza che consenta di controllare lo scenario. Considerato che probabilmente saremo sotto tiro, dovremo muoverci per non diventare un facile bersaglio.

 

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Il caricatore è tenuto inizialmente con il dito indice lungo la costolatura, l’arma è sempre indirizzata verso lo scenario operativo

Basterà premere il pulsante di sgancio e far cadere a terra il caricatore vuoto.  Contemporaneamente, mentre il caricatore esaurito sarà in volo, la mano debole avrà afferrato il caricatore pieno e lo andrà a inserire nel fusto dell’arma. Per velocizzare i tempi, si dovrà avere cura di inserire il caricatore di riserva in un apposito porta caricatore; si avrà cura di inserire il caricatore in modo che le cartucce siano rivolte in avanti. Per facilitare l’inserimento nel fusto, il dito indice della mano debole sarà disposto lungo la costolatura anteriore del caricatore. L’arma sarà leggermente ruotata verso l’interno. Un colpo con il palmo della mano sotto il fondello assicurerà l’aggancio del caricatore all’apposito dente di ritegno: TAP. Dovremo ora sganciare il carrello per inserire la cartuccia nella camera di cartuccia. Evitiamo di utilizzare la leva arresto carrello perché sotto stress le parti distali del corpo, dita per prime, perdono sensibilità e si rischierà di non trovare la leva con il pollice. Tutto quello che in poligono sembra facile, potrebbe non esserlo con i battiti cardiaci a oltre 160 bpm. Per mandare il carrello in chiusura, arretriamolo utilizzando possibilmente l’impugnatura a sella. In questo caso l’unica domanda che dovremo farci è: cosa hanno colpito i quindici colpi andati fuori bersaglio? Forse sarebbe il caso rivedere la nostra tecnica di tiro. 

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Il caricatore pieno è ora trattenuto tra l’indice e il medio

Potrebbe accadere che per disattenzione, abbiamo dimenticato di rifornire del tutto o parzialmente il caricatore. In questo caso, per effettuare la sostituzione del caricatore vuoto, valgono le regole del caso precedente.  

Un controllo preventivo, metterà al riparo dal dover sostituire un caricatore difettoso che non vuole saperne di alimentare la nostra arma. Anche in questo caso non rimane altro che sostituirlo.

 

Si potrebbe verificare che, seguendo il consiglio del nostro amico, esperto di tiro dinamico, abbiamo sostituito il pulsante di sgancio del caricatore originale con uno maggiorato da gara. Questo potrebbe provocare la perdita del caricatore prima o durante l’azione. Senza quello di riserva avremo ben poco da fare.

 

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Il pollice e l’indice possono afferrare il caricatore parzialmente esaurito

Mentre nei casi sopra esposti si effettuerà il cambio d’emergenza, in caso di scontri a fuoco prolungati e con periodi di pausa - come spesso si vede nei film  d’azione - si procederà ad effettuare il cambio definito tattico. Durante questa manovra, l’arma avrà il colpo in canna e il caricatore conterrà ancora un certo numero di cartucce. In questo caso il caricatore parzialmente vuoto, una volta estratto, sarà ritenuto dall'operatore. 

Nel tiro sportivo il tiratore può pianificare la gara e sapere in quale momento sostituire il caricatore per non rimanere con l’arma scarica. In alcune specialità si esegue la sostituzione con i bersagli in vista. Nella realtà se abbiamo un pericolo, dobbiamo sparare e non cambiare il caricatore. Il cambio tattico si effettuerà  stando in copertura oppure quando non abbiamo una minaccia in vista.

 

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Si procede con l’inserimento del caricatore di riserva

Esistono diversi metodi per eseguire il cambio tattico. Quasi tutti, in alcune fasi, impongono di tenere contemporaneamente tra le mani l’arma e i due caricatori. Se consideriamo che queste operazioni dovrebbero essere eseguite sotto stress, prevediamo di fare molta pratica per evitare problemi. A diversi operatori è capitato, durante azioni che hanno richiesto il cambio tattico del caricatore, che arma e caricatori siano caduti a terra o che per errore abbiano reinserito il caricatore semivuoto appena estratto.

 

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Il caricatore semivuoto può essere inserito nella tasca dei pantaloni. Rimetterlo nel porta caricatore potrebbe essere difficoltoso

Abbiamo mostrato mediante una sequenza fotografica la tecnica proposta da Chuck Taylor, che sembra possa evitare il problema del reinserimento del caricatore appena estratto. Il celebre Gabriel Suarez, all’insegna del motto KISS, durante un corso ci ha consigliato di estrarre il caricatore semivuoto, riporlo in tasca, prendere quello pieno e inserirlo nell’arma. Talmente semplice che non servono neanche le foto. Naturalmente è il metodo che preferiamo.       

A volte qualche istruttore mostra più tecniche, forse per far vedere quanto è bravo. Il nostro consiglio è di imparare una sola tecnica, la più semplice, e dimenticare tutte le altre.