Parco della Storia Militare a Pivka

Da caserma a museo

Vallo Alpino
Il percorso espositivo comprende anche la visita a fortificazioni sotterranee

Pivka è una località Slovena situata nell’entroterra tra Koper e Rijeka, non lontano da Trieste. 

Qui a cavallo tra le due guerre, nel 1930, il Regno d’Italia per proteggere i suoi confini orientali edificò il Vallo Alpino un complesso sistema di fortificazioni. Oggi grazie a dei sentieri tematici è possibile visitare sia il poligono Kota 110 (631 m) con le relative trincee e la annessa caverna sia il forte di artiglieria italiano del Monte Primoz (718 m) con i suoi 500 metri di cunicoli. 

Parco della Storia Militare a Pivka
Il Sentiero circolare della storia militare è un percorso che richiede 4 ore di marcia

Il Sentiero circolare della storia militare, come si chiama il percorso principale, ricco di pannelli esplicativi, riconduce poi al punto di partenza costituito dagli edifici del Museo vero e proprio per un totale di 4 ore di marcia. 

L’esposizione museale trova sede in quelli che furono gli edifici della caserma di Pivka (Komanda), costruita negli anni trenta dagli italiani e dopo il 1945 occupata dai reparti della JNA Jugoslovenska narodna armija (Armata Popolare della Jugoslavia) che dalla fine della guerra partigiana di liberazione fino al 20  maggio del 1992, epoca del suo scioglimento, costituì la forza di difesa della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.    

Monumento a Pivka
Il monumento che ricorda "Il Giorno prima"

Davanti alla Komanda si erge il monumento dedicato al “Il Giorno prima”, il 26 giugno 1991, quando da questo edificio si mossero i primi carri armati della JNA per stroncare sul nascere il tentativo di indipendenza da Belgrado della neonata Repubblica di Slovenia. 

Nel 2004 la definitiva destinazione del complesso a museo militare. 

Con i suoi percorsi di visita, sia esterni che interni e i diversi blocchi di edifici che ospitano una notevole collezione di armi e mezzi militari di ogni genere, Pivka costituisce non solo il complesso museale più esteso di tutta la Slovenia ma uno dei più importanti siti militari espositivi dell’Europa dell’Est, con la possibilità per noi “occidentali” di osservare da vicino armi e veicoli in forza fino a ieri ai paesi dell’ex blocco comunista. 

Ma anche con una certa sorpresa di scoprire come il maresciallo Josip Broz Tito, comandante supremo dell’armata popolare di liberazione durante la Seconda guerra mondiale e leader incontrastato dopo il 1945 della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, abbia usufruito ben dopo la sconfitta tedesca di armamenti statunitensi, frutto della sua politica di non allineamento con Mosca e di non ingresso nel Patto di Varsavia.

Un percorso emozionante: dalla Seconda guerra mondiale alla guerra nell’ex Jugoslavia, passando per gli anni della Guerra Fredda

Padiglione B la Jugoslavia di Tito e la JNA

Per chi si appresta a visitare l’enorme complesso è consigliabile iniziare dal padiglione B. 

Questo è dedicato ai mezzi corazzati e alle armi leggere impiegate nei combattimenti della Seconda guerra mondiale dalle truppe dell’Asse da una parte e dall’Esercito di liberazione popolare dall’altra. 

Si possono osservare due Stuart statunitensi, uno nella versione M3A1 e l’altro in quella M3A3 (con mitragliatrice Browning in torretta) e un trasporto truppe Bren Carrier di fabbricazione britannica, in forza alla I Brigata corazzata dei partigiani titini che era equipaggiata dagli Alleati e un carro di fabbricazione sovietica T34/85 inquadrato nella II Brigata corazzata titina rifornita invece dall’Unione Sovietica. 

Il carro americano Stuart M3A1.
Il carro americano Stuart M3A1
Versione M3A3 dello Stuart
La versione M3A3 dello Stuart, con mitragliatrice supplementare in torretta
Carro sovietico T34/85
Un carro sovietico T34/85 esposto accanto al suo motore
Carro americano Sherman M4A3
Un carro americano Sherman M4A3

Ciò denota come quando era in corso ancora la Seconda guerra mondiale Tito avesse già adottato quella che sarà la sua linea guida nella politica estera degli anni successivi: un non allineamento che gli permise di adottare un sistema politico socialista interno che non disdegnava il dialogo con gli USA e l’Occidente. 

Proprio agli aiuti militari ricevuti dagli USA negli anni 50 quando, i dissensi con Stalin portarono all’esclusione della Jugoslavia dal Cominform, l’assemblea internazionale dei partiti comunisti legati all’Unione Sovietica, sono il tema della seconda parte dell’esposizione del padiglione b intitolata “La corazza della libertà” tra cui spiccano un carro armato Sherman M4A3, un cannone semovente M36 Jakson e il carro armato più pesante fra tutti quelli ospitati a Pivka: il Patton M47.    

Proseguendo la visita si arriva al padiglione C dedicato alle artiglierie con due cannoni Bofors da 40mm risalenti alla Seconda guerra mondiale, uno inglese l’altro americano. 

Per quanto riguarda i pezzi antiaerei oltre al famoso Flak 88 mm tedesco il museo conta anche su tre varianti dello Jugoslavo M5520/3 da 20 mm un Flwk 30. Per quanto riguarda i caccia carri essi sono rappresentati dal sovietico Su-100.

Cannone tedesco Flak da 88 mm
Il cannone tedesco Flak da 88 mm, una delle armi più temibili della Seconda guerra mondiale
Cannone Jugoslavo M5520/3
Il museo espone anche tre varianti del cannone Jugoslavo M5520/3 da 20 mm
Obice semovente americano "Long Tom"
L'obice semovente americano "Long Tom" calibro 155 millimetri
Aereo monomotore
Il museo espone anche alcuni aerei come questo monomotore biposto

Pivka ha l’onore di annoverare anche un Long Tom, un obice semovente americano da 155mm, più due veicoli sempre americani per il traino di cannoni: il semicingolato M5/M5A1 e il trattore d’artiglieria M5HST. 

Per l’artiglieria sovietica è presente l’obice ML-20 da 152 mm e lo Zis -3 da 76,2 mm; per quella jugoslava si può ammirare il cannone M-48 B1 da 7,62 mm e il lanciarazzi a più canne M-63 Plamen da 128 mm, chiudono l’esposizione l’aereo jugoslavo Soko 522 e una collezione di bombe aeree.

Padiglione A: La Guerra dei Dieci Giorni 

Il Padiglione A ospita un percorso museale permanente dedicato alla Guerra per l’indipendenza della Slovenia del 1991, detta anche dei Dieci giorni, scoppiata il 26 giugno 1991 e conclusasi il 6 luglio 1991. 

Un’esposizione di cartine, mappe e percorsi interattivi spiegano come era organizzata la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia costituita da sei repubbliche tra le quali la Serbia era la più grande e popolata e ospitava il governo centrale federale e lo stato maggiore della JNA.

Padiglione Guerra per l’indipendenza della Slovenia
Il Padiglione A ospita un percorso museale dedicato alla Guerra per l’indipendenza della Slovenia
Parco della Storia Militare a Pivka
Scatti di cronaca che sembra lontana nel tempo, ma che tanti ricordano vividamente

Poi grazie ad una straordinaria esposizione di mezzi militari e di fotografie dell’epoca vengono raccontati quei dieci giorni che cambiarono la storia della Slovenia e che dettero avvio al sanguinoso e molto più lungo conflitto nei Balcani che vide il coinvolgimento di Croazia e Bosnia Erzegovina nella lotta per l’indipendenza da Belgrado

Dopo la morte di Tito avvenuta nel 1980 l’insofferenza al centralismo autoritario serbo crebbe in Slovenia e in gran parte della federazione sempre più e l’JNA da esercito federale concepito per la difesa dei confini della federazione venne avvertito da Lubiana sempre più come una forza di controllo contro le aspirazioni all’autonomia. 

Questa venne proclamata il 25 giugno del 1991 con un plebiscito popolare. La riposta di Belgrado non si lasciò attendere prima politica, decretando la fine dell’esistenza delle Forze di difesa territoriale (Teritorijalna odbrana o TO) di ogni repubblica federata, che dall’epoca di Tito collaboravano con la JNA per la difesa della nazione e poi militare con la mobilitazione di tutte le forze federali della JNA sia in Slovenia che nella vicina Croazia (32.500 effettivi). Forze territoriali TO 16.000 uomini e 10.000 poliziotti locali erano invece le truppe su cui la neonata Slovenia poteva contare. Le forze federali puntarono subito a rioccupare le frontiere e l’aeroporto internazionale di Lubiana

Riproduzione foto cronaca
La riproduzione di una famosa foto di cronaca del 1991

Gli sloveni dal canto loro adottarono una strategia basata su un approccio di guerra asimmetrica con le unità dalla TO che misero in atto una campagna di guerriglia, utilizzando armi anticarro e missili di contraerea per bloccare le lunghe colonne di carri armati e blindati della JNA avvalendosi di sistemi missilistici leggeri quali i missili di contraerea SA-7 Grail (Strela) di produzione sovietica e il sistema anticarro Armbrust di fabbricazione tedesca. 

Inutile affrontare in campo aperto la superiorità di fuoco dei corazzati della JNA. Molti anche i blocchi stradali messi in atto con barricate costituite da camions, mezzi stradali pesanti e mezzi di privati cittadini. 

Carro anfibio sovietico PT76 B
Il carro anfibio sovietico PT76 B

Dopo fasi alterne le forze separatiste slovene riuscirono a ricacciare nelle caserme di partenza o oltre confine le forze della JNA Il 7 luglio 1991 le ostilità cessarono con gli Accordi di Brioni con i quali veniva riconosciuta l’indipendenza della neonata Repubblica Slovena. 

Protagonisti del conflitto ed esposti nel museo furono i carri armati M84 (variante jugoslava del T 72), i T 55 (presenti in più esemplari, uno addirittura nella versione simulatore che mostra ai visitatori in uno spaccato l’interno del mezzo e la posizione dell’equipaggio), i blindati PT 76B, BVP-M80A il carro comando MT LB e i BOV Sloveni.

Sommergibile tascabile P-193 Zeta
Uno dei pezzi forti del museo è il sommergibile tascabile P-913 Zeta

Per la parte aerea spicca un Mig 21 delle forze aeree Jugoslave e un elicottero Aérospatiale SA 341 Gazelle di produzione francese delle forze ribelli. 

Equipaggiamento di un subacqueo
Equipaggiamento di un subacqueo incursore con respiratore ARO

La parte finale del padiglione A è dedicata alla marina della ex-Jugoslavia, pannelli esplicativi ne spiegano l’organigramma e ne mostrano le divise ma il pezzo forte dell’esposizione è il sommergibile tascabile da sabotaggio classe Una P-913 Zeta, 19 metri di lunghezza per 76 tonnellate di peso, che progettato e realizzato negli anni 80, rispondeva alle esigenze tattiche concepite in caso di guerra dal comando della Marina della federazione jugoslava, che in quel periodo prevedevano azioni di sabotaggio nel Mar Adriatico da operare con piccole unità. 

Il sommergibile oltre ai quattro membri di equipaggio era in grado di trasportare anche sei subacquei-incursori.

L’area esterna

Locomotiva tedesca MBA 33-110 del 1942
Tra i mezzi esposti anche una locomotiva tedesca MBA 33-110 del 1942

Il grande piazzale interno che si estende tra i padiglioni a, b e c, come se il visitatore non fosse stato già rapito dalle decine di corazzati e veivoli aerei di ogni tipo visti fin qui, offre un'ulteriore panoramica su mezzi militari di ogni genere con qualche digressione come la locomotiva tedesca MBA 33-110 fabbricata nel 1942 a Berlino e entrata in servizio nel 1943 fino al 1978. È stata trasportata al museo di Pivka nel 2016 dove è stata perfettamente restaurata. 

Questo modello di locomotore, vanto delle ferrovie tedesche, ha servito in Europa su tutti i fronti di guerra; era in grado di sprigionare 1200 kilowatt di potenza per una velocità massima su rotaia di 80 km/h, pesava 95 tonnellate.

Carro gettaponte
Un carro gettaponte esposto nell'area esterna del museo

Un carro getta ponte, un IAR 93MB Vultur delle forze aeree rumene e un altro dei numerosi T 55 conservati nel museo, uno spaccato della torretta di uno Sherman che ne evidenzia per scopi didattici la corazzatura.

Armi leggere equipaggiamenti e uniformi

Pivka sicuramente ha il suo punto di forza nell’esposizione di carri armati e blindati, ma è presente in numero non trascurabile nelle vetrine laterali degli ampi saloni anche una discreta quantità di armi leggere, uniformi ed equipaggiamenti che illustrano passo passo le vicende belliche attraversate dalla Slovenia seguendo lo stesso iter museale previsto per i mezzi corazzati. 

Tra le tante armi esposte alcune costituiscono delle vere proprie curiosità come gli adattamenti degli MP 38-40 tedeschi ai caricatori ricurvi o alcuni modelli di produzione Jugoslava postbellica come la MGV-176 della Orbis

A tutti i visitatori è poi data la possibilità con degli esemplari appositamente inertizzati di rendersi conto, imbracciandole, del peso e delle dimensioni, nonché della maggior o minor maneggevolezza delle armi più famose della Seconda guerra mondiale.

Reenactment: il Festival of Military History

Nella vasta spianata alle spalle del complesso museale una volta l’anno in occasione del Festival of Military History che si tiene nel terzo week end di settembre, rievocatori di ogni epoca provenienti da tutto il paese e dall’estero si danno appuntamento per inscenare scontri a fuoco accampandosi nella vasta zona boschiva che circonda ancora intatta Pivka e che era un contesto veramente suggestivo.

Festival of Military History
Ogni anno rievocatori storici provenienti da tutto il paese e dall'estero si esibiscono nel "Festival of Military History"
Rievocazione storica
Ogni anno rievocatori storici provenienti da tutto il paese e dall'estero si esibiscono nel "Festival of Military History"
Festival of Military History
Ogni anno rievocatori storici provenienti da tutto il paese e dall'estero si esibiscono nel "Festival of Military History"
Festival of Military History
Ogni anno rievocatori storici provenienti da tutto il paese e dall'estero si esibiscono nel "Festival of Military History"
Mezzo blindato
Molti dei mezzi blindati sono perfettamente funzionanti e vengono fatti sfilare per la gioia del pubblico del Festival
Mezzo blindato
Molti dei mezzi blindati sono perfettamente funzionanti e vengono fatti sfilare per la gioia del pubblico del Festival
Sommergibile tascabile P-193 Zeta
L'autore fa capolino dal sommergibile tascabile P-913 Zeta

Tra l’altro in occasione del Festival molti dei mezzi del museo, che sono perfettamente funzionanti, tornano a rombare sugli sterrati e tra le trincee. 

Ricordiamo che anche durante l’anno si può salire su alcuni dei blindati e dei carri conservati a Pivka, compreso il sommergibile P-913 Zeta.

Negozio del museo
Il fornitissimo negozio del museo

Il Parco della Storia Militare a Pivka offre anche mostre tematiche occasionali nei locali posti al secondo piano della Komanda, l’Ufficio del Turismo di Pivka, dove è possibile raccogliere informazioni e materiale per la visita ai laghi (Bled, Bohinj) e alle grotte (Postumia) della Regione e un ottimo ristorante (Kantina Pivka) dove gustare le specialità slovene in generale e della zona in particolare. 

Infine il Museum shop Kota 111 con materiale militare e modellistico e una vasta libreria a disposizione degli appassionati. 

Il personale altamente preparato e parlante anche italiano, vi accompagnerà, se lo vorrete durante la visita al museo (obbligatoria per il sommergibile P-913 Zeta e nei cunicoli del Vallo Alpino per motivi di sicurezza) 

Non vi rimane che partire!

Link sull’argomento:

Il museo

https://www.youtube.com/watch?v=Rgk1NZTjpN4&t=64s

 

Il trasporto del sommergibile P-913 Zeta al museo di Pivka

https://www.youtube.com/watch?v=JIF87gxO_x8

 

Il trasporto della locomotiva  al museo di Pivka MBA 33-110

https://www.youtube.com/watch?v=8Iq0_Yt-2ts

Il X Festival of Military History

https://www.youtube.com/watch?v=jCF0rQ-IUW0


Per maggiori informazioni: Parco della Storia Militare di Pivka

Tel 031. 775002

info@parkvojaskezgodovijne.si

www.parkojaskezgodovine.si