Linea Gotica: Hill 810

La storia

La lapide dedicata ad alcuni caduti italiani. Alla battaglia per Hill 810 presero parte anche alcuni reparti italiani, sebbene in misura minore.

Il 9 settembre del 1944 il 133° Reggimento della 34 Divisione Usa “Red Bull” lascia la periferia di Prato (Legri) in direzione dei rilievi dell’Appennino. Raggiunge il 14 settembre Barberino del Mugello, in vista del valico di Montepiano. Per prendere Montepiano gli statunitensi dovevano però prima impadronirsi di Hill 810, come veniva denominato in gergo militare il  Poggio Stancalasino, a quota 810, dal quale si domina il Mugello e la Val Bisenzio e dove si trovava un importante caposaldo tedesco della Linea Gotica; postazione tatticamente importante in quanto permetteva di controllare il Passo di Montepiano attraverso il quale gli Alleati avrebbero potuto facilmente aggirare i difensori tedeschi attestati strategicamente sul Passo della Futa, nonché avanzare verso la vicina Bologna che distava poche decine di chilometri. All’interno del caposaldo era stato scavato nella roccia un profondo ricovero, dove uomini e materiali poterono mettersi al sicuro dai cannoneggiamenti americani che martellarono la posizione senza sosta. In particolare, la postazione tedesca situata ad est di “Quota 810” – oggi ricostruita dai volontari dell’Associazione “Linea Gotica Alta Val Bisenzio” era disposta su due piani, ospitava armi leggere e dirigeva il fuoco dei mortai sul lato nord. A partire dal 20 settembre fu investita da numerosi attacchi alleati ma riuscì a resistere. Gli uomini della Red Bull riuscirono finalmente a prenderla ma la ripersero per ben due volte a causa dei contrattacchi tedeschi.

Cippo commemorativo intitolato alle due unità che furono coinvolte nello scontro: Il Grenadier-Regiment 754, 334 Infanterie Division della Wehrmacht e il 133rd Infantry Regiment, 34th Infantry Division 'Red Bulls' U.S. Army.

Il 24 settembre la battaglia per Hill 810 si concluse con la definitiva occupazione di quel caposaldo e di quelli vicini. Gli statunitensi raggiunsero Montepiano. Nello scontro erano ricorsi anche all’impiego di lanciafiamme e proiettili incendiari. Le truppe americane erano ormai pronte a dilagare verso Bologna; ma la brutta stagione, ormai alle porte, venne in aiuto di una Wehrmacht, ormai stremata, con un’ondata eccezionale di piogge torrenziali, autunnali e poi con i successivi rigori invernali che bloccarono la potente macchina alleata, paralizzando il fronte sino alla primavera del 1945.

Le unità coinvolte nella battaglia

Alcune opere di scultura moderna presenti nel parco che invitano alla riflessione sugli orrori della guerra.

Il Grenadier-Regiment 754, 334 Infanterie Division della Wehrmacht, era conosciuto anche come "Phalange Africaine" per aver combattuto in Africa a fianco dell'esercito francese di Vichy fino a quando fu costretto ad arrendersi agli inglesi nel maggio '43. Ricostituito nel mese successivo prese parte con compiti difensivi a gran parte della Campagna d'Italia, combattendo a Cassino, ad Anzio, sulla Linea Gotica e partecipando alla difesa di Bologna. Fu continuamente impegnato in azioni di combattimento fino all’aprile del 1945.

Il 133° reggimento della 34 Div. Usa “Red Bull aveva anch’esso combattuto in Africa per poi prendere parte alla Campagna d'Italia passando per Anzio, Cassino e Roma. Dopo lo sfondamento della Linea Gotica il reggimento passò da Bologna, Modena, Biella, Varese e fu di supporto al governo militare alleato istituito a Trieste sotto guida britannica. Il comandante del reggimento il colonnello William S. Schildroth, medaglia al valore per la liberazione di Roma, perse la vita a causa di una mina tedesca durante la fase più concitata della battaglia, quando raggiunta Mangona gli americani vengono fatti segno al micidiale tiro dei mortai tedeschi, fino a 1200 colpi a giorno.

Il Parco Memoriale della Linea Gotica di Vernio (Po)

Dall’altura di Hill 810 si dominano le vallate del fiume Bisenzio, della Sieve ed il Mugello.

Il Parco sorge su di un rilievo dominante le vallate del fiume Bisenzio, della Sieve ed il Mugello, sul luogo esatto dove all’epoca si trovavano le difese tedesche del caposaldo, posto sull’altura denominata dagli alleati “Hill 810”.  Son ben visibili e in parte ricostruite le strutture difensive tedesche. È possibile visitare rifugi, trincee e postazioni per MG, nonché entrare per qualche metro nel rifugio-caverna scavato nella roccia. Il parco ospita anche cippi e lapidi commemorative oltre ad alcune opere di scultura moderna che invitano alla riflessione sugli orrori della guerra. La terza domenica del mese di settembre, ogni anno, viene celebrata la ricorrenza della battaglia con la partecipazione delle massime Autorità Civili Toscane, rappresentanze di Associazioni d’Arma Italiane Americane e Tedesche, e di Reparti militari in servizio.


Indicazioni e informazioni

In condizioni di normalità il Parco è sempre aperto, l’accesso principale si trova sulla strada provinciale Barberino del Mugello-Montepiano, a circa 8 km dall’ Uscita “Barberino” dell’Autostrada A1; una segnaletica indica il sentiero di circa 500 metri da percorrere per raggiungere il Memoriale. Vista l'attuale situazione è raccomandabile informarsi sull'apertura prima di organizzare visite, contattando l'ufficio cultura del Comune di Vernio tel. 0574. 931034/931036 e all’UNUCI Prato tel 0574.41410 - Email: info@unuciprato.it

La segnaletica del parco indica esattamente le diverse postazioni tedesche del caposaldo.
La segnaletica del parco indica esattamente le diverse postazioni tedesche del caposaldo.
L’autore dell’articolo all’ingresso della galleria-rifugio scavata nella roccia che permetteva alle truppe tedesche di ripararsi dai cannoneggiamenti dell’artiglieria americana.
La struttura massiccia della caverna-rifugio in gado di resistere al tiro degli obici statunitensi.
Un camminamento coperto del caposaldo tedesco.
La stufa, ricostruita, usata dai soldati tedeschi per scaldarsi nelle rigide notti sull’Appennino.
Giaciglio in una baracca.
Pali, ricostruiti, per scaldare al fuoco le pentole con il rancio dei soldati tedeschi.
Palizzata difensiva, ricostruita.
Hill 810 vista dalle retrovie tedesche.
La vegetazione appenninica intorno ai bunker del caposaldo tedesco.