Caccia e racconti: i viaggi andati male?  

Chi nella caccia, che è attività intima e soggettiva da avvicinarsi alle spirituali, può giudicare quel confine sottile che divide una interessante esperienza personale da una disfatta? Chi può distinguere gli esiti a volte non immediati ma permanenti di esperienze vissute da soli o in compagnia?  A volte il confine fra un bel viaggio e uno andato male è netto e riconoscibile se la trasferta assume l’aspetto di una disavventura male organizzata; ma in quante altre situazioni il risultato non è un bilancio esatto ma l’inizio di qualcosa di diverso? Sono quei dettagli che nessuno racconta a fare la differenza perché solitamente in questa corsa alla prestazione e all’ostentazione dell’apparenza tutti vorrebbero sapere o far sapere in modo immediato se il risultato è positivo o negativo alla luce di un’unica ottica sempre orientata alla classificazione dell’utile sull’inutile, quindi del carniere congruo o scarso, del viaggio conveniente o da evitare, come lo sono i viaggi d’affari. Ma se questa passione diventa un mero affare vale la pena forse non andare oltre o non chiamarla più tale.

Il mio primo viaggio in Bielorussia

Il mio primo viaggio in Bielorussia all'età di 22 anni è stato una disfatta dal punto di vista venatorio, ma essenziale per le amicizie nate in quei giorni e le tante riflessioni che hanno portato a scelte personali importanti

Come sono da considerarsi le amicizie per esempio, nate in quei giorni di molti anni fa, dapprima nelle 48 ore di viaggio in auto attraversando l’Europa, poi nelle foreste della Bielorussia durante un viaggio conclusosi con un carniere complessivo di sette beccacce e due germani? Regali di un viaggio andato male.  Avevo preparato tutto nel dettaglio, mettendo insieme i risparmi di un lavoro stagionale estivo, nei mesi di pausa durante gli studi universitari. Nel caldo asfissiante di luglio mentre trasportavo e imballavo sacchi di verdure surgelate il viaggio era già iniziato, nella mia mente. Ogni sforzo finiva nel sorriso consapevole che poi a ottobre le foreste di conifere e betulle sarebbero state pronte ad abbracciarmi fra le ferme dei miei giovani cani davanti a voli di beccacce indimenticabili. Niente di più lontano dalla realtà che poi si è rivelata in autunno. 

Viaggiando si conoscono e apprezzano le differenze. In questa occasione io e Davide consumiamo una "colazione" alle 10 del mattino dopo la caccia a base di goulash e verdure 

Con l’incoscienza tipica dei vent’anni avevo letto l’annuncio del viaggio organizzato su un giornale locale che veniva proposto a un prezzo piuttosto abbordabile. Senza esitazioni chiamando trovai conferma sulle informazioni e sulla possibilità di partecipare grazie a un mezzo noleggiato da altri due cacciatori del luogo. Fra lo sguardo perplesso ma comprensivo di mio padre che mi accompagnava alle tre del mattino al punto di ritrovo per la partenza, ricordo l’entusiasmo incontenibile e nessuna preoccupazione mentre alle luci dei fari delle auto ci presentavamo per la prima volta con quelli che sarebbero stati i compagni di viaggio Alberto e Massimo. Sorridendo mi hanno da subito accolto come la mascotte della spedizione visti gli oltre 20 anni di differenza anagrafica che ci separavano. Mentre scorrevano attraverso i finestrini del furgone i paesaggi mutevoli dell’Austria, della Polonia, della Repubblica Ceca, i racconti di caccia e di vita si susseguivano avidamente, tanti aspetti e opinioni diverse emergevano dai confronti mentre le aspettative con i chilometri percorsi aumentavano al diminuire della distanza da quella casa di legno nella foresta che ci aspettava in Bielorussia come nei migliori sogni. La natura immensa e selvaggia che immaginavo era realmente lì pronta a inghiottirci più che abbracciarci. A seguito di un primo pomeriggio di caccia in cui gli incontri di 9 beccacce ci avevano fatto ben sperare, una nevicata improvvisa durante la notte arrivava a cambiare totalmente il corso del viaggio lasciandoci ad esplorare boschi che risultavano improvvisamente vuoti.

Nella furia delle ricerche in cui non volevo arrendermi al destino avverso, allontanandomi dalla compagnia per esplorazioni solitarie sono infine riuscito a perdermi finendo nelle sabbie mobili fino al collo, simulando involontariamente scene che avevo visto solo nei film. La guida locale, un boscaiolo che ci accompagnava, conosceva a malapena le beccacce che non lo interessavano affatto al contrario delle alci, ma fortunatamente sapeva distinguere ogni sentiero di quelle foreste pianeggianti apparentemente tutte uguali e solo sparando in aria qualche colpo riuscii a portarlo fino a me. Come dimenticare il panino pronto per la colazione che è riuscito a svegliarmi durante la prima notte muovendosi sul comodino di fianco al letto con un topo che aveva pensato di approfittare di tanta generosità a portata di mano?

Tre giorni di pioggia consecutivi hanno scandito il ritmo delle giornate durante una recente trasferta a caccia di coturnici in montagna, ma come se non bastasse, ci apprestiamo a cambiare una gomma bucata sotto il diluvio, ovviamente sorridendo nella pioggia

Però, fra le condizioni climatiche che cambiavano nell’arco di una notte, le difficoltà e i disagi, non posso neanche dimenticare le fondamentali lezioni apprese da quella volta per sempre. Sono rimasti incancellabili gli sguardi pieni di gioia e dignità della popolazione locale che ricevendo i nostri regali ricambiava con affetto qualsiasi nostro pensiero. Vista la situazione compromessa per la caccia alla beccaccia decisi una sera di tentare la sorte con alcune anatre che avevo visto nel lago piuttosto grande che si trovava davanti alla nostra casa di caccia. Nessuno volle seguirmi perché demotivati dall’assenza delle beccacce e pronti soltanto al ritorno a casa. Eppure godendo le ultime luci di un bel tramonto sul lago nascosto fra i canneti due volte sono stato sorpreso dal volo dei germani riuscendo a prenderne due scaricando il vecchio Beretta. Le sagome galleggianti delle due anatre abbattute erano ancora ben visibili nell’ombra della sera a qualche decina di metri dalla sponda e l’unico che mi aveva seguito senza che me ne accorgessi era l’anziano custode della casa di caccia che con il suo barchino mi accompagnò a recuperare i due bellissimi uccelli. Ovviamente riconquistata la riva fu spontaneo per me regalare la selvaggina a quel simpatico e disponibile anziano che invece si dimostrò emozionato dal gesto inaspettato mostrandomi un sorriso commosso che ancora oggi trascorsi tanti anni faccio fatica a dover paragonare. 

Nella caccia ai migratori è importante saper accettare le condizioni mutevoli del meteo e non perdersi mai d'animo perchè le situazioni possono cambiare come in questo pomeriggio in Bosnia Erzegovina

La piccolissima casa in cui viveva e dove non ho potuto rifiutare la grappa che volle prontamente offrirmi mi ricordava quella che anni prima sbirciavo dalle braccia di mio padre affacciato alla finestra della finta casa di Babbo Natale che veniva allestita dalle mie parti per i bambini durante le festività natalizie. Un piccolissimo letto in legno terminava con un armadio a due ante sul lato destro mentre la stufa economica a legna occupava l’angolo opposto della parete sinistra riscaldando velocemente la superficie totale dell’unica stanza in cui un tavolo quadrato e due sedie terminavano l’arredamento. Da quei momenti, quei paesaggi che conservo nelle foto e in alcune riprese della mia prima macchina digitale ho capito che forse raccontare, conoscere, confrontare luoghi, fatti, avventure, persone, poteva essere un bel lavoro per mantenere viva la curiosità e la capacità critica durante tutto il viaggio della vita. Con Alberto e Massimo l’amicizia è forte e sincera ancora oggi e alla “sfortunata” Bielorussia hanno fatto seguito tanti altri indimenticabili viaggi insieme.

Se per riassumere i viaggi andati male o diversamente dal previsto bastasse il solo esempio del mio primo in Bielorussia potrei ritenermi davvero fortunato viste le ripetute partenze annuali. Ma come non citare quella trasferta in Bosnia di qualche anno fa in cui non fu possibile portare il mio sovrapposto e ho trascorso con gli amici due giorni pieni di incontri a vedere le beccacce dalla bindella di un semiautomatico con canna da 71 cm nel bosco? Credo di non averne mai viste tante involarsi così vicine, a pochi metri davanti alla ferma dei cani trovandomi fra le mani un fucile praticamente da anatre. Potete immaginare la percentuale di azioni andate a buon fine… L’imprevisto è un compagno di viaggio sempre pronto ad arrivare a cui il cacciatore è sempre bene tenga un posto libero nella mente. Anche la trascorsa stagione di caccia ci ha offerto episodi in Bosnia Erzegovina che confermano quanto le situazioni mutevoli possano condizionare l'esito dei viaggi, trovandoci a novembre a cacciare per tre giorni consecutivi in montagna le coturnici sotto una pioggia battente che soltanto nei momenti di tregua ci ha concesso di fare qualche sospirato incontro fra un acquazzone e l'altro, mentre i mezzi arrancavano nelle strade sterrate e per coronare il tutto anche la foratura di uno pneumatico ci ha costretti al cambio gomme sotto il diluvio che abbiamo voluto immortalare fra le risate che esorcizzavano il momento. Esistono vacanze tranquille e consolidate nel tempo, a volte sono proprio quello che servono; poi ci sono i viaggi, che richiedono iniziativa, fatica, intraprendenza, confronto e anche ovviamente divertimento. 

Quali possono essere dunque le considerazioni utili da fare prima, durante e dopo un viaggio…

Assaporate ogni momento del viaggio comprese quelle pause che non dimenticherete come quel fuoco istantaneo di corteccia di betulla fra i colori della Lapponia che asciugandomi mi permise di ritrovare le forze e continuare a cacciare per molte ore ancora 

Godete ogni momento amici, dalla programmazione e preparazione del vostro itinerario, all’acquisto delle cose utili da portare, ai momenti di attesa per i documenti da ritirare, fino al viaggio vero e proprio, le ore in macchina, le soste, fate attenzione a non perdere il senso di ogni attimo. Tenete all’imprevisto come dicevo sempre un posto libero soprattutto nella mente, se non servirà tanto meglio, ma qualora capiti e capita spesso, tutto si potrà sistemare mantenendo la calma e potendo contare sugli amici e l’organizzazione seria a cui ci si è affidati. Eccoci arrivati a un punto cruciale; cercate di mettervi in viaggio nelle condizioni fisiche, psicologiche ed economiche per farlo, diciamolo pure senza vergogna, perché viaggiare ha un costo e le scorciatoie quasi mai funzionano, anzi, nei viaggi venatori che non sono paragonabili per fatica e burocrazia ad altre tipologie, i soldi risparmiati nell’organizzazione sono spesso la via inevitabile per trovare sorprese e maggiori spese impreviste. Scegliete con calma la vostra meta e un’organizzazione consolidata sul territorio, fidatevi del parere di chi conoscete o di chi è disinteressato nel racconto del proprio viaggio; senza farvi per questo condizionare o pretendere di duplicare il risultato o l’esperienza di qualche racconto, perché ogni viaggio è storia diversa, nessuno vive nella vita lo stesso momento di qualcun altro ed è bene non dimenticarlo. 

In mancanza di un carniere da ricordare abbiamo voluto immortalare l'epilogo di un faticoso viaggio in Montenegro, dove abbiamo apprezzato la bellezza dei territori e la buona ospitalità locale, pur trovandoci in un momento in cui gli incontri con le beccacce erano pochi e i selvatici quasi mai visibili 

Se rincorrete sogni ed emozioni di caccia alla selvaggina migratoria, siate pronti a situazioni mutevoli e al confronto reale con la natura che agisce sempre per necessità e mai secondo quelle che vorrebbero essere le nostre previsioni o considerazioni logiche. Condizioni favorevoli potrebbero cambiare precipitosamente, come al contrario difficoltà iniziali potrebbero lasciare spazio a inaspettate svolte positive; mai perdersi d’animo quindi mettendo in campo tutta la grinta e la voglia di mettersi in gioco. Assaporate dunque spazi, silenzi, paesaggi dando loro il giusto valore che ovviamente una volta tornati non potrete quantificare, lasciatevi trasportare dai sapori locali provando anche a tavola nuove strade del gusto che possano raccontarvi il territorio e la cultura locale di cui siete ospiti. Fate caso alle differenze che possono spesso essere motivo di riflessione per apprezzare ciò che si ha o per migliorarlo, in un momento storico in cui l’ossessione dell’uguaglianza sembra voler cancellare il confronto e lo scambio che sono stati per millenni la spinta evolutiva dei popoli, per sostituirli con un’omologazione intorno a modelli e stereotipi quasi sempre costruiti dai mercati. Non dimenticate che partendo, date l’opportunità a voi e ai vostri cani di vivere e apprendere un’esperienza diversa, ma non acquistate una certezza, diffidate quindi e non cercate nella caccia alla migratoria continue garanzie che nessuno potrà realmente darvi e vivete con serenità questa probabilità. Conserviamo il rispetto per i selvatici e il buonsenso in ogni condizione perché non c’è peggior viaggiatore di colui che in trasferta si sente autorizzato a comportarsi in modo diverso, siamo ciò che siamo ovunque andiamo, non è una considerazione astratta, o morale, vi posso garantire che gli organizzatori e gli accompagnatori, apprezzano e ricambiano giustamente l’educazione che vale in ogni angolo del mondo e porta sempre ad una maggiore sintonia e disponibilità da parte di chi ci circonda, l’arroganza al contrario non rappresenta mai una garanzia o un valore aggiunto.  

Buon viaggio dunque, augurandovi emozioni e soprattutto di conservare e lasciare un buon ricordo del vostro passaggio.