Il mese di ottobre in particolare si palesa come periodo di grandi speranze per il cacciatore migratorista e di rilevante importanza statistica per gli osservatori più esperti o semplicemente più attenti.
Migrazioni in ottobre
La migrazione motivata dalla ricerca di cibo e riparo dalle temperature più rigide è strettamente legata al fotoperioidismo, ossia alla durata del giorno che a partire dall'autunno si riduce progressivamente influenzando il sistema endocrino di molti uccelli migratori determinando un involuzione delle ghiandole sessuali e favorendo una diminuzione dell'aggressività e dell'istinto della territorialità che lasciano il posto al desiderio di aggregarsi in quei gruppi che poi inizieranno la migrazione.

La prima ondata migratoria coinciderà con un periodo compreso tra gli ultimi giorni di settembre e i primi giorni di ottobre e, a secondo della consistenza, sarà per tanti un auspicio o un preoccupante allarme di magra.
Il valore e l'importanza della consistenza del primo flusso migratorio non è in realtà così determinante.
Vari fattori climatici e ambientali influiscono in maniera irregolare sulla migrazione degli uccelli e pertanto una previsione vera e propria non può essere fatta; d'altra parte dal punto di vista statistico ogni dato ha il suo valore e in questo mese più che in altri le specie che iniziano il passo di svernamento sono numerose e pertanto contribuiscono a rendere unico questo lungo momento che per molti è una meravigliosa ottobrata venatoria e per altri un utile spunto per attuare un efficiente monitoraggio.
Caccia al passo
Le specie interessate sono numerose e tra queste destano grande attrazione tordi e colombacci ma senza dimenticare che inizia anche il passo di beccaccini, beccacce e anatre oltre al picco migratorio che spesso interessa altri selvatici come ad esempio le quaglie.
In base alle specie si tratterà di una serie di ondate migratorie più o meno lunghe e costanti nonché protratte nei mesi che seguono, poi il tutto si fermerà lasciando il posto a brevi spostamenti erratici che non vanno confusi con i flussi migratori.
Un emblematico esempio di uccello migratore è sicuramente il beccaccino il cui passo di svernamento inizia in parte già dal mese di agosto per completarsi negli ultimi giorni di ottobre.
La migrazione di questo scolopacide è interessata da spostamenti che avvengono da nord nord-est verso sud ovest con percorsi che raggiungono anche distanze di 600 km.
Nei primi giorni sarà più avvezzo ad un volo repentino nonostante la stanchezza e solo nelle giornate più assolate o di intensa nebbia sarà più propenso a farsi fermare a dovere da un buon cane. Il freddo lo rende invece parecchio nervoso.


Per quanto attiene i turdidi, distinguiamo abitudini venatorie differenti a secondo che si tratti del bottaccio, del sassello o della cesena.
Il primo a migrare è proprio il bottaccio che, dimostrando una sorta di affezione agli usuali luoghi di svernamento, disegna un flusso migratorio prevedibile che nel caso dell'Italia avrà uno spostamento proveniente dall'Europa centro Orientale.
Sarà seguito con due decadi di ritardo dal più diffidente e imprevedibile Sassello e poi ancora dalla Cesena che si stanzierà sulle più fredde altitudini.
Grande interesse riveste la caccia ai tordi che è forse la più diffusa tra i migratoristi; esercitata nelle varie forme che vanno dall'appostamento temporaneo alla caccia al capanno con l'uso dei richiami vivi.
Si pratica la caccia allo spollo e quella al rientro, più duratura la prima e più impegnativa la seconda dove gli ultimi tordi che rientrano si cimentano in voli più veloci che esaltano i tiratori più esigenti.


Altro principe della migrazione è il colombaccio la cui caccia in Italia è una vera e propria arte.
Metodi e tradizioni si incontrano in una pratica venatoria che si differenzia da regione a regione ma che accomuna la passione di tanti cacciatori che fanno del colombaccio un simbolo della migrazione autunnale che nel periodo di ottobre raggiunge i suoi massimi picchi.
L'autunno è tempo di migrazione anche per beccacce e anatre ma, come nel caso del beccaccino, si tratta di tipi di caccia più specialistica.
Il migratorista vero è invece più duttile e si adatta più facilmente a insidiare i diversi uccelli di passo ed è pertanto meno avvezzo a dedicarsi esclusivamente ad una pratica rispetto ad un altra.
La scelta del fucile per questo tipo di caccia è del tutto personale e pertanto varia; è invece più obbligata la scelta delle cartucce, sicuramente di media grammatura e con un piombo non troppo grosso.
Cartucce col piombo del numero 9 abbinate ad una strozzatura della canna in tre stelle risultano essere un utile compromesso per dedicarsi con profitto ai diversi tipi di caccia, in forma esclusiva o mista che sia.
Non di rado durante le giornate di ottobre capiterà di tornare a casa con un carniere misto e carico di emozioni forti, spesso di gran lunga superiori alle aspettative.