Firearms United chiama all'azione i produttori di armi e munizioni

FIREARMS UNITED chiama i produttori d'armi all'azione!
Recentemente sono state passate in Italia surrettizie restrizioni alle armi di categoria B7 e ai caricatori amovibili...

Vi abbiamo più volte parlato di Firearms United - Italia − branca italiana di Firearms United, nata non tanto con lo scopo di soppiantare le attuali associazioni italiane di tiratori e possessori di armi, ma semlicemente di fornire loro un "ombrello" più internazionale attraverso il quale fare fronte comune contro le minacce che arrivano da più parti al diritto dei cittadini onesti di possedere ed usare armi da fuoco, sia in Italia che nel resto del continente europeo.

Firearms United - Italia è stata attiva nel tentativo di contrastare il passaggio al Senato della legge 43 del 17/4/2015, conversione in legge del D.L. 7 del 18/2/2015, al cui articolo 3 sono state inserite surrettiziamente, alla Camera dei Deputati, numerose norme restrittive al possesso e all'uso delle armi di categoria B7 (quelle "armi lunghe semiautomatiche aventi l'aspetto di un'arma a raffica), nonché l'obbligo di denuncia di tutti i caricatori amovibili di capacità superiore ai 15 colpi per le armi corte e ai 5 colpi per le armi lunghe entro il termine del 4 novembre prossimo.

L'iniziativa di protesta di Firearms United - Italia ha fatto rumore, e probabilmente ha contribuito a sollevare le diverse richieste di stralcio di tale articolo dal provvedimento presso le competenti Commissioni permanenti al Senato − quattro delle quali venute addirittura da parlamentari dell'attuale maggioranza. 

Purtroppo il testo è passato intatto, in quanto il governo ha posto la fiducia sullo stesso, ma l'iniziativa ha dimostrato che un'unità d'intenti e una mobilitazione comune dei possessori d'armi può essere possibile.

La mobilitazione di Firearms United non si è tuttavia fermata, e non si ferma, col passaggio di quello che tutti ormai hanno ormai ribattezzato "il decretaccio".

Firearms United - Italia infatti ha aderito al Comitato "Direttiva 477", fondato pochi giorni fa con lo scopo di riportare le leggi sulle armi italiane in linea con la direttiva europea, e impedire ulteriori strette disarmiste.

In linea con lo spirito in base al quale è stata fondata, Firearms United - Italia ha tuttavia deciso di dare inizio ad una campagna di sensibilizzazione dell'industria armiera.

Alle associazioni di categoria dell'industria armiera italiana è stata fatta pervenire una lettera nella quale si incita apertamente un'incisiva presa di posizione del comparto in favore dei possessori di armi.

La lettera, spedita qualche giorno fa, è stata ora resa pubblica, in quanto Firearms United - Italia ha avuto conferma che essa è in effetti arrivata a tutti i destinatari ed è in esame presso le loro sedi.

Pur comprendendo le difficoltà che trattengono l'industria armiera italiana dall'intraprendere azioni di lobbying simili a quelle che la National Shooting Sport Foundation attua negli USA, Firearms United ha presentato numerosissimi spunti interessanti per convincere le aziende ad uscire finalmente dal loro guscio e mettere in atto iniziative concrete, con tutto il loro peso politico, economico e sociale, atte a salvaguardare i tiratori in quanto loro clienti, e in quanto usufruttori dei loro prodotti e dei punti-vendita ove essi sono distribuiti.

FIREARMS UNITED chiama i produttori d'armi all'azione!
Le restrizioni rischano di estendersi a molti altri tipi di armi e all'istituto stesso del porto d'armi sportivo!

La chiamata all'azione arriva in quello che probabilmente è il peggiore momento per gli appassionati d'armi italiani da diversi decenni a questa parte: la "tempesta perfetta" abbattutasi sugli appassionati d'armi in Italia negli ultimi giorni non sembra infatti in procinto di chetarsi.

Forse spaventato dalla mobilitazione in difesa dei propri diritti in occasione del passaggio del provvedimento di cui sopra, forse imbaldanzito dal passaggio del medesimo, in parte cavalcando i fatti del Tribunale di Milano dello scorso 9 aprile il fronte antiarmi interno e trasversale alla politica e alla burocrazia ministeriale del nostro Paese pare essere partito alla carica. 

Complici anche alcune esternazioni di alcuni politici e ministri, il quadro è ancora abbastanza ingarbugliato da tenere tutti i tiratori sotto pressione: si parla di disegni di legge per la revisione in senso restrittivo delle tipologie di porto d'armi, o addirittura dell'obbligo di custodia delle armi presso caserme e poligoni di tiro. Finora nessuna fonte ufficiale, nessun documento presentato in Consiglio dei Ministri o al Parlamento... ma la situazione non è affatto serena.

FIREARMS UNITED chiama i produttori d'armi all'azione!
Firearms United, in Italia, sta chiedendo all'industria armiera di schierarsi, una volta per tutte, apertamente e con tutto il suo peso politico ed economico, contro le tendenze disarmiste

Ciò che è chiaro è che gli antiarmi non intendono fermarsi alle "brutte e cattive" B7: il progetto è più ampio, e prevede un giro di vite generale che, se venisse effettuato, finirebbe per danneggiare anche quei segmenti del mondo del tiro che finora non si sentono minacciati, e porterebbe rapidamente a un collasso dell'intero comparto, a guisa di come accadde tra il 1986 al 1997 nel Regno Unito, quando dopo anni di restrizioni minime passate poco a poco, si diede la stretta finale mettendo fuorilegge le armi lunghe semiautomatiche a fuoco centrale e le armi corte, confiscando e mandando in distruzione tutte quelle già in possesso dei cittadini.

Sarà il tempo − speriamo poco! − a dirci se il mondo dell'industria armiera italiana, di fronte a quella che potrebbe essere la più grande minaccia per gli appassionati e per gli armieri in Italia da diverse decine d'anni a questa parte, vorrà unirsi al comitato "Direttiva 477" e far sentire, con un ruggito da leone, la sua voce ai burocrati e ai politicanti. Un ruggito rabbioso è quello che ci vuole per uccidere sul nascere le proposte di ulteriori restrizioni che circolano indisturbate in questi giorni e per far tornare indietro il legislatore alla 204/2011 − in effetti uno status quo assolutamente perfetto per l'industria, i distributori e i possessori, e sicuramente non deleterio per la Pubblica Sicurezza.
L'iniziativa potrà comunque avere successo solo se ci sarà sufficiente seguito, quindi seguite all4shooters.com e Firearms United - Italia... la guerra non è ancora persa, anzi, è appena agli inizi.

FIREARMS UNITED chiama i produttori d'armi all'azione!
I lettori di all4shooters.com sono pronti a sostenere questa battaglia?