Rievocazione storica. La 26ma Panzer-Division in Italia

L’Associazione Storico-Culturale “26. Panzer-Division Reenacting Group”

 

L’Associazione Storico-Culturale “26 Panzer Division Reenacting Group”, come ci spiega il suo presidente Federico Bertoldo, nasce nel 2005 dall’incontro tra appassionati rievocatori storici, collezionisti e studiosi, appassionati di tiro con armi ad avancarica ed ex- ordinanza. Tuttti i membri del gruppo provengono dal mondo della rievocazione storica con esperienza decennale nella veste di qualificati rievocatori multiepoca, dal periodo Romano Imperiale, Medievale, Napoleonico, alla Prima guerra mondiale e molto altro; l’esperienza acquisita partecipando ad innumerevoli eventi rievocativi in Italia e in Europa ha consentito di ricreare con la massima accuratezza storica e ricerca del dettaglio, una divisione corazzata tedesca, operante sul fronte Italiano negli ultimi due anni di guerra, in particolare il 9° Reggimento Panzergrenadier della 26. Divisione Panzer.

26ma Panzer-Division Belgio 1942
La 26ma Panzer-Division fu costituita in Belgio nel 1942 con unità di vari reparti

La 26. Panzer-Division durante la Seconda guerra mondiale

La 26. Panzer-Division fu costituita a Mons, in Belgio, il 14/09/1942 con unità di vari reparti e comandi, in maggior parte della 23. Infanterie-Division che aveva subito gravi perdite sul fronte orientale, sotto il comando del Generale Freiherr von Lüttwitz. Le reclute della classe 1923 e molti ufficiali della riserva, provenivano dalla regione Prussiana del Brandenburgo; per tale motivo l’unità era ufficiosamente conosciuta come "Potsdam Division", dal nome della città dove avevano sede depositi e centri di reclutamento. Simbolo della Divisione era la "Gardegrenadier-Kopf Division", divisione della testa del Granatiere della Guardia (motivo per il quale essa era considerata l'erede della Vecchia Guardia Prussiana). 

26. Panzer-Division 1943
La 26. Panzer-Division combattè anche nell'Italia meridionale nel 1943

In ottobre la divisione fu inviata nel nord della Francia per completare l'addestramento e con compiti di presidio, in attesa di raggiungere il Fronte orientale ma a fine giugno venne invece inviata in Italia. La 26. Panzer-Division discese la penisola divisa in due colonne, che in alcune occasioni furono attaccate da aerei e costrette a cambiare le zone di raduno. Il 16 luglio prese posizione prima nella vasta zona tra Napoli, Potenza, Pontecagnano ed Eboli con il LXXVI Panzerkorps e poi a Salerno. L’unità, senza carri armati, fu impiegata nella protezione di Bari e Foggia e nella difesa antisbarco del golfo di Taranto. Il 03/09/1943 gli alleati, dopo aver occupato la Sicilia, sbarcarono in Calabria. Quattro giorni dopo si svolse il primo scontro a fuoco con elementi della 26. Panzer-Division la cui missione consisteva nell'ostacolare al massimo il nemico senza impegnarsi in grossi combattimenti. Da qui in poi la divisione iniziò la propria ritirata partecipando a tutti i combattimenti nel Lazio, dopo l'8 settembre, in Campania dopo lo sbarco alleato a Salerno, sul fiume Volturno, risalendo poi verso l'Alto Molise e gli Abruzzi.    

Ai primi giorni di novembre l'unità, forte di 12.400 uomini e di carri armati, veicoli blindati ed altri mezzi di trasporto, raggiunse Isernia ritirandosi poi sulla "Linea Barbara" tra i monti Cervaro e Rossa. Dal 20/11/43 la divisione si spostò lungo la linea del fiume Sangro sulla costa adriatica per opporsi agli attacchi della 8th Army. Combatté furiosamente a Orsogna, Ortona, Guardiagrele. Lo sbarco alleato ad Anzio e Nettuno del 22/01/1944 determinò l'invio della 26. Panzer-Division nell'area dei combattimenti ove rimase fino al 14 marzo del 1944 quando venne ritirata sui colli Albani per essere rinforzata e costituire una riserva dell'"Heersgruppe C"; ai primi di maggio riprese parte ai combattimenti. Passata sotto il comando del I. Fallschirmkorps nel giugno 1944, l'unita' fu raggruppata ad Orvieto combattendo in azioni di retroguardia. Proseguendo nella ritirata generale delle truppe tedesche la divisione combatté in Toscana, toccando Siena e Volterra. Da qui si spostò verso la costa tirrenica transitando da Lari, Pontedera, Ponsacco e Fucecchio. 

26. Panzer-Division pattugliamento
Il pattugliamento di un paese dell'Italia centrale
Rievocazione storica Museo Ferroviario di Trieste
Una rievocazione storica svoltasi presso il Museo Ferroviario di Trieste

Dal 25 agosto 1944 la divisione, sganciata dai combattimenti, si raggruppò nei dintorni di Monsummano per difendere la parte orientale della Linea Gotica. La divisione difese la strada adriatica ritirandosi gradatamente verso nord dove venne impiegata nella difesa di Ravenna, caduta in mano alleata il 4 dicembre. Pur ridotta a un migliaio di combattenti, continuò a lottare casa per casa quando gli Alleati arrivarono alla via Emilia; la città di Faenza venne tenuta fino al 17 dicembre 1944. Nel febbraio del 1945 la divisione si trovava dispersa tra la zona a sud-est di Bologna e Ferrara. Ricostituita con reparti e mezzi anche di altre unità disciolte, la Divisione costituiva ancora l'elemento tedesco più forte in Italia con i suoi 13.500 uomini e alcune centinaia di carri. Il 9 aprile 1945 iniziò l'offensiva finale alleata con tremendi bombardamenti; secondo quanto prestabilito, la 26. Panzer-Division arretrò sulla linea del fiume Santerno e sotto Imola.    

Museo ferroviario di Trieste 
Il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio è una location ideale per questo genere di rievocazioni storiche

La situazione generale intanto precipitò: i reparti corazzati tedeschi vennero decimati dai bombardamenti, con mitragliamenti indirizzati anche sui singoli soldati. Bologna cadde in mano alleata il 21 aprile e gli scarni resti della divisione passarono il Po a Polesella su zatteroni e barche dirigendosi verso Abano Terme.  

Nel passare il fiume vi furono perdite altissime; moltissimi soldati che non sapevano nuotare annegarono, carichi degli equipaggiamenti e delle armi. Nonostante questo, alcuni reparti della "Ventiseiesima" continuarono a combattere aprendosi la strada verso il Brennero con le armi; alcune colonne mescolate ad altre unità ormai non più omogenee transitarono nella parte orientale della provincia di Padova per poi risalire verso l’alta trevigiana. Da alcuni diari di soldati risulta che il 9 Reggimento alla fine di Aprile transitò per Montebelluna (TV). Il 30 aprile la notizia della resa delle truppe tedesche in Italia raggiunse il grosso dell'unità nei pressi di Trento e Bolzano.

Prima di tutto, cos’è il Reenactment?

Abbiamo chiesto a Federico Bertoldo, data la sua militanza nel settore da diversi anni, una definizione di Reenactment e un inquadramento storico del fenomeno.

“Il Reenactment (o in italiano “rievocazione storica”) è un'attività con cui si intende riproporre vicende o situazioni di epoche passate; è una attività molto articolata che presenta differenti sfaccettature ed aspetti sia in base alle metodologie di divulgazione che nel modo in cui viene vissuta. Essa nasce originariamente nei paesi Anglosassoni (infatti il termine con cui essa viene presentata è appunto “reenactment” o living history) e può essere inteso in diversi modi.

Museo ferroviario di Trieste
Reenactment significa anche sperimentare gli aspetti pratici della vita quotidiana nell'intervallo di tempo preso in esame

Il Reenactment inteso come disciplina storico-archeologica (detta anche archeologia sperimentale) tenta di verificare sperimentalmente, mettendole in pratica, le tecniche costruttive e di fabbricazione antiche, le caratteristiche dei manufatti così prodotti, l'organizzazione del lavoro e l'organizzazione sociale necessarie per arrivare a quei risultati. Essa si presenta pertanto come una disciplina complementare all'archeologia classica e in particolare della archeologia della produzione, che da una parte si appropria delle ricerche svolte da quest'ultima, dall'altra la completa, dando indicazioni sulla fattibilità e la coerenza delle ipotesi storico-archeologiche. In linea con l'approccio delle scienze sperimentali, questa disciplina impone un rigoroso metodo di lavoro, in modo da ottenere risultati condivisibili, riproducibili e misurabili. Va specificato che il risultato non è il manufatto riprodotto, ma l'insieme di conoscenze che si ricavano durante il lavoro di ricerca. In questo caso l’attenzione è quindi focalizzata sulla ricerca mentre il livello di immedesimazione/compartecipazione attiva del ricercatore è limitata.    

Il Reenactment o Living history che caratterizza scopo ed attività de L’Associazione Storico-Culturale “26. Panzer-Division Reenacting Group”, è una attività che si collega alla archeologia sperimentale, ma in questo caso lo studioso/ricercatore sperimenta su di sé gli effetti dei suoi studi, ovvero compie un viaggio spazio temporale nel quale egli stesso diventa parte attiva del processo; il termine “living history” lo descrive in maniera corretta. Vivere come un soldato dell’epoca, dormire in una tenda ricreata esattamente come quella originale, utilizzare le stesse attrezzature, sperimentare lo stesso cibo è appunto sperimentare su di sé l’archeologia sperimentale non concedendosi nulla di moderno. Si può affermare quindi che il “reenactors” o rievocatore storico cerca di riportare in vita la storia attraverso lo studio storico, riutilizzando materiali/equipaggiamenti originali oppure ricostruendo repliche esatte di reperti storici (armi, utensili, uniformi ecc.) e usandoli.    

Rievocazione storica armi e uniformi
Armi, uniformi ed equipaggiamenti sono curati in ogni dettaglio

Attraverso questo processo di “archeologia sperimentale” si è in grado di capire in maniera più completa il passato e divulgarlo con maggiore correttezza. Analizzare la storia senza trascurarne l'aspetto della quotidianità permette quindi di sfatare molti dei miti riguardo al passato o stereotipi divulgati ad esempio da film. Ecco perché il termine talvolta abusato di “figurante” non descrive assolutamente l’attività del Reenactor o del rievocatore storico, anzi ne svilisce la portata e l’impegno. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato sempre più oggetto di attenzioni proprio per l’efficacia con cui è resa la divulgazione storica. La rievocazione storica è spesso però confusa con attività folkloristiche o feste paesane, oppure nel caso di rievocazioni militari con l’attività di softair o battaglie simulate. Tuttavia, malgrado vi siano feste di tipo rievocativo o feste e sagre in cui avvengono spettacoli di rievocazione, lo scopo e l’attività di rievocazione storica come sopra specificato è totalmente differente”.

Le finalità che il gruppo di rievocazione storica si propone

“In occasione degli eventi cui partecipiamo – prosegue Bertoldo- intendiamo far vedere e toccare con mano la fedele ricostruzione di quanto avvenne, di come si viveva e combatteva 70 anni fa, con equipaggiamento originale d’epoca o fedelmente ricostruito. L’obiettivo è ridare vita alle immagini sbiadite di un libro di storia. Precisiamo infine che la fedeltà della ricostruzione, dalle divise alle armi, dai comandi ai movimenti minuziosamente studiati su manuali operativi d’epoca, è perseguito come impegno ed obiettivo per far rivivere la Storia e non è certo l’emulazione e l’esaltazione dalla guerra o di ideali politici

Rievocazione storica
La rievocazione storica non va confusa con attività nostalgiche o folkloristiche

Ogni campo storico completo di armi, attrezzature, veicoli ed equipaggiamenti è disposto in modo tale che i visitatori possa visitarlo; aspetto prioritario è la rappresentazione di quello che i militari facevano durante le pause; pentoloni con sbobbe fumanti, partite a carte, soldati che scrivono a casa, soldati che puliscono le armi o che fingono di fare manutenzione di automezzi, postazioni radio o di medicazione funzionanti. In queste manifestazioni tutti gli appassionati di storia possono vedere e visitare un campo militare tedesco, allestito con tende, autoveicoli (motociclette, autoblindo, camion trasporto truppe) ed attrezzature originali d’epoca. La competenza e la preparazione dei nostro Soci è a totale disposizione di tutti i visitatori. La giornata rievocativa è scandita in genere dai ritmi di una “giornata militare” per cui vi sono momenti di addestramento, di svago oppure attività di “corvee” che comprendono pulizie e manutenzioni. Quando previsto l’evento clou è rappresentato dalla battaglia che in taluni casi si svolge in aree dedicate a beneficio di un vasto pubblico. Proponiamo in definitiva ad una vasta platea di appassionati di storia, esperti o neofiti, l’opportunità di assistere a qualcosa di nuovo, di capire e di approcciare alla storia in maniera diversa”.

La ricostruzione dell’equipaggiamento del granatiere corazzato tedesco: un accurato mix di fedeli riproduzioni e di pezzi originali

“Le uniformi tedesche - ci tiene a precisare il presidente - sono per la maggior parte delle perfette e fedeli riproduzioni in quanto sarebbe impossibile utilizzare vestiario originale, sia per la rarità delle stesse che per l’elevato costo. Vi sono ottimi produttori prevalentemente stranieri che riproducono le uniformi, le calzature e gli accessori, utilizzando gli stessi materiali dell’epoca; le buffetterie e le dotazioni del soldato invece sono per la maggior parte originali (giberne, tascapani, borracce e gavette). Molta cura è data infine agli accessori del soldato (orologi, anelli, posate, penne e oggettistica varia), tutti originali ma che contribuiscono nei nostri campi storici a ricreare alla perfezione l’atmosfera del tempo. Le armi sono tutte originali ma disattivate a norma di legge; negli eventi in cui l’attività prevede la ricostruzione dello scontro a fuoco, utilizziamo ex-ordinanza con munizioni a salve. 

Tutti i nostri soci sono infatti muniti di regolare porto d’armi.  Le armi originali che utilizziamo comprendono in linea di massima il fucile Mauser K98 cal. 8.57, MP38 o MP 40 per ufficiali/ sottufficiali, Moschetto Beretta MAB 38 (l’unità infatti al pari di molte altre unità tedesche dopo l’8 settembre del 1943 requisì moltissime armi italiane) nelle sue diverse varianti belliche, armi di squadra quali la MG 34 e la variante 42; quest’ultime secondo le norme vigenti sono disattivate ma per gli eventi dinamici con spari a salve ne utilizziamo una inerte ma con alimentazione a gas propano; in sostanza riproduce esattamente il rumore della MG senza utilizzare alcun tipo di munizione ma con un effetto assolutamente scenografico. Ulteriori armi in nostro possesso comprendono vari tipi di pistole tra cui la semiautomatica Luger P08 la Walther P38 entrambe cal. 9 Parabellum”.

Veicoli militari
Grande attenzione è anche riservata ai veicoli militari, perfettamente restaurati
26 Panzer Division
L’Associazione “26 Panzer Division” nei sui dieci anni di storia, è stata presente in moltissimi eventi sia italiani che esteri

Costi e finanziamenti

“L’attività di Reenactor richiede un investimento soprattutto nella parte iniziale per l’acquisto delle uniformi, delle dotazioni e dell’arma quantificabile in qualche centinaio di euro ma complessivamente non più costosa di altre passioni (ad esempio sport come lo sci sono molto più onerose); nel tempo ogni appassionato può investire nella “rifinitura” del proprio personaggio, acquistando appunto oggetti dell’epoca… In questo caso ovviamente la spesa non è assolutamente impegnativa in quanto diluita nel tempo. Anche nel mondo delle riproduzioni ovviamente il prezzo varia di molto. Tanto più la riproduzione è perfetta, tanto maggiore è il suo costo. La spesa maggiore ovviamente riguarda l’arma individuale. Il prezzo di un’arma disattivata infatti può variare dalle 500 euro per un Mauser k98 fino a 1200 euro per un MP40”. 

26 Panzer Division armi originali
Le armi utilizzate dal gruppo sono tutte originali ma disattivate a norma di legge

Il nostro gruppo si finanzia prevalentemente con la quota associativa annuale di 50 euro che ogni socio versa all’inizio dell’anno e che comprende anche una assicurazione Rc obbligatoria; purtroppo nella maggior parte dei casi gli enti organizzatori non danno contributi per la partecipazione alle manifestazioni. In alcuni casi vengono riconosciuti rimborsi spese simbolici che non coprono assolutamente le spese realmente sostenute. Seppure questa non è da ritenersi una attività con finalità di lucro, sarebbe auspicabile che gli Enti organizzatori riconoscessero che il Reenactment di alto livello qualitativo ha delle spese, ed in quanto attività culturale andrebbe maggiormente sostenuta”. Tra l’altro abbiamo deciso di costituirci in Associazione Storico Culturale legalmente riconosciuta a maggiore tutela dei nostri Soci e anche per dare maggiore garanzia di serietà agli Enti o Associazioni con cui interagiamo”.

Come si fa ad arruolarsi nel “26. Panzer-Division Reenacting Group?

“Entrare nel nostro gruppo prevede una richiesta iniziale formale rivolta al Consiglio Direttivo; ogni maggiorenne con una sana passione può contattarci; nel nostro sito web www.26panzer.net è disponibile copia del regolamento. Il consiglio, ritenuto che gli interessi e gli obiettivi della persona coincidono con quelli Associativi invita la persona ad incontrarci di persona. In occasione del primo addestramento in programma invitiamo la persona interessata a partecipare; in questa occasione possiamo anche prestare uniformi e dotazioni in maniera tale da far provare direttamente l’attività. Se gli interessi convergono la persona è formalmente accettata come Socio. Bisogna riconoscere che in molti casi le persone che entrano a far parte del nostro gruppo sono rievocatori di altri periodi storici che per svariati motivi incrociamo durante la nostra attività e che magari desiderano sperimentare qualcosa di nuovo. L’esperienza e la provenienza dal mondo rievocativo è a tale proposito molto gradita ma non costituisce condicio sine qua non”.

Armi ed equipaggiamenti
Ogni campo storico completo di armi, attrezzature ed equipaggiamenti è disposto in modo tale che i visitatori possano facilmente visitarlo

A un osservatore distratto potreste sembrare un gruppo di nostalgici di un periodo buio. Come spieghereste, con una frase sola, che non è così?

“Noi siamo dei rievocatori storici, e null’altro; la passione per la storia militare o per un certo tipo di uniforme non coincide in alcun modo con l’ideologia che essa ha rappresentato; ma questo concetto non vale solo per l’uniforme tedesca ma anche per altre uniformi che molti di noi indossano quando rievocano altri periodi storici… in sostanza per noi essere un bravo Reenactor significa calarsi nella parte nel miglior modo possibile, senza lasciare che l’uniforme abbia il sopravvento sulla persona… Molto spesso ci chiediamo se facciamo tutto il possibile per evitare che qualcuno possa erroneamente confonderci per un gruppo di nostalgici. Riteniamo di averlo fatto fino ad oggi con buoni risultati e col massimo impegno in quanto siamo riconosciuti da tutti come un gruppo di esperti reenactors. La serietà e l’attenzione inizia comunque dal selezionare gli eventi cui si viene invitati analizzandone il contesto storico ed il programma proposto e soprattutto dal selezionare con attenzione le richieste di adesione al nostro gruppo. Non neghiamo che abbiamo detto molte volte no, ma questo riteniamo sia stato premiante”.

26 Panzer Division cinema
In alcune occasioni il gruppo ha anche partecipato a produzioni cinematografiche

Il Reenactment come testimonianza storica: rapporto con manifestazioni, corto e lungo metraggi cine-televisivi etc…

L’Associazione Storico-Culturale “26 Panzer Division Reenacting Group” nei sui dieci anni di storia, è stata presente in moltissimi eventi sia italiani che esteri. La testimonianza storica e l’accuratezza sono per noi aspetti che devono sovrapporsi per cui abbiamo sempre voluto selezionare e privilegiare le manifestazioni che nascono da un contesto storico preciso. Partecipiamo a manifestazioni che commemorano battaglie o episodi realmente avvenuti, partecipiamo ad eventi di living history nei quali non vi è necessaria presenza di pubblico ma si sperimenta la propria abilità e conoscenza militare convivendo con le difficoltà dell’epoca (il solo dormire o lavarsi) tentando di capire la sofferenza di chi realmente visse quei drammatici episodi; solo immedesimandosi con le ovvie difficoltà nella vita dell’epoca anche solo per pochi giorni aiuta ad avvicinarsi a questa attività con coscienza e rispetto. 

Reenactment 26 Panzer Division
Il Reenactment è un modo per vivere la storia moderna con correttezza storica

Partecipiamo infine a manifestazioni multiepoca, in cui il campo militare e le sue innumerevoli attrezzature diventano un museo all’aperto a disposizione dello spettatore che può toccare, vedere ed informarsi senza pregiudizi. L’attività didattica è coronamento dei nostri studi e delle nostre ricerche oltre che l’obiettivo del Reenactment. In alcune occasioni abbiamo partecipato o ci è stata richiesta la partecipazione a cortometraggi, documentari e film in veste non tanto di comparse ma di competenti collaboratori; anche questa si è dimostrata una attività affascinante e ricca di spunti. Il mondo del cinema ormai si avvale sempre di più della figura del Reenactor perché la sua figura non è la comparsa=figurante, ma è il reenactor=collaboratore a dare qualità e correttezza storica”.


Per tutti coloro che volessero maggiori informazioni su L’Associazione Storico-Culturale “26. Panzer-Division Reenacting Group” ricordiamo di visitare la pagina web dell’associazione www.26panzer.net e la pagina su facebook; a breve sarà aperto un apposito canale su youtube con tutti i filmati realizzati, una parte dei quali è già visionabile nel sito nella sezione apposita.