Seconda Guerra Mondiale sulla montagna pistoiese: l'imprendibile Caposaldo di Pianosinatico

Gli americani entrati a Pistoia ad inizi settembre del 1944, iniziarono subito a risalire la Montagna pistoiese rallentati dalla distruzione di ponti e infrastrutture stradali operati dai genieri tedeschi in ritirata Il 1° ottobre con l'arrivo degli statunitensi a Cutigliano e Piteglio l'intero fonte però si fermava. Le zone più alte dell’Abetone e Pianosinatico rimanevano saldamente in mano tedesca.

L’eccidio di Pianosinatico

Le truppe tedesche in ritirata si erano infatti attestate lungo la Linea Gotica tra Cutigliano e Pianosinatico. In quei drammatici giorni l'area di Cutigliano era interessata da un continuo passaggio di reparti tedeschi diretti a nord. Lungo la statale dell'Abetone transitavano diverse unità della Wehrmacht, tra cui il 146° e il 147° reggimento di fanteria della 362ª Divisione e il 35 Reggimento della 16a “Panzer Grenadier Division” delle SS. Il 27 settembre uomini appartenenti alle formazioni partigiane Gruppo Valanga e XI Zona, impegnati in azioni di sabotaggio della ritirata tedesca, intercettarono e attaccarono un automezzo tedesco di scorta ad un convoglio, vicino a Pianosinatico. Nell’azione restarono uccisi un ufficiale e un soldato ed un altro fante rimase ferito. La rappresaglia tedesca fu immediata e venne condotta proprio da elementi appartenenti al 35° reggimento della 16ª Divisione Reichsführer-SS. Undici civili rastrellati furono passati per le armi, vicino al cimitero di Pianosinatico.

Il monumento alle vittime dell’eccidio di Pianosinatico, ripulito nella primavera del 2018 dai volontari di LALTROLATO del caposaldo. 
L'autore dell'articolo durante l'escursione in uno dei sentieri trekking tematici.
Il pannello informativo sui sentieri trekking 1 e 2.
La moto della troupe di All4shooters.
Il bunker “Campelriccio” molto vicino al paese era in costante contatto con il Bunker comando.

Caposaldo inespugnabile

La simpatica Martina dello Staff de LALTROLATO del caposaldo che ci ha fatto da guida per il museo.

Il caposaldo di Pianosinatico si componeva di una dozzina di postazioni, formate da una piazzola per il mortaio, dove stavano normalmente tre fanti, e una postazione da mitragliatrice, dove si trovavano altri due soldati. Ogni postazione prevedeva anche un ricovero. Questi bunker ospitavano 8/9 elementi, oltre agli addetti alla mitragliatrice e a quelli del mortaio vi erano anche 2/3 soldati con funzione di supporto/vedetta/cambio. Ogni elemento era armato con carabina Mauser k98 in calibro 8x57 con baionetta, bombe a mano sia modello Stielhandgranate sia Eihandgranate 39, Gewehr sprenggranate per fucile Mauser antiuomo e anticarro, mine antiuomo Schutzenmine e Stock mine, pistole Beretta 34, Walther P38 e LugerP08, pistola lanciarazzi LP 42. Ogni bunker era poi dotato di una o più mitragliatrici MG 42 cal 8x57 o Breda 30/37, un mortaio da 81mm Granatwerfer 34, alcuni Panferfaust modello Klein, 30, 60. I bunker erano costruiti scavando a pala e piccone e circondati da sacchi di terra, pietre, legname, filo spinato e muretti prevedevano anche un'area adibita a stoccaggio munizioni e una per la discarica e latrina ed erano collegati da telefoni da campo, continuamente danneggiati dai bombardamenti e continuamente riparati dai cosiddetti ’guardafili’. 

All’assalto del caposaldo di Pianosinatico gli americani lanciarono la 10ª Divisione da montagna, appositamente addestrata per la guerra montana a Camp Hale in Colorado, vicino ad Aspen, che faceva parte della V Armata. Le forze americane riuscirono a circondare le postazioni di Pianosinatico ma, a causa anche della morfologia del terreno, gli attacchi per occuparle furono tutti respinti. Da qualsiasi direzione gli americani cercassero di muovere, furono sempre inchiodati dal fuoco delle MG e dei mortai tedeschi: da Pian degli Ontani, con l'aiuto dei partigiani che conoscevano bene la zona, ripetute volte mossero assalti al caposaldo cercando di salire fino al Monte Serra ma furono sempre respinti. Anche tentando dal crinale che da Casotti arriva fino al Cappel d'Orlando, il fuoco delle mitragliatrici dei bunker e quello dei mortai rendeva quasi impossibile l'accesso. Infine, dal versante del fiume Lima a proteggere il caposaldo si trovavano svariati campi minati. Sulla SS12, poi, la copertura era assicurata da demolizioni, mine anticarro e fuoco dei mortai. Anche ricorrendo al martellamento continuo dell'artiglieria, che sparava sia dal Melo che da San Marcello, non si riuscì a neutralizzare i bunker interrati che rimanevano costantemente operativi. Pianosinatico era una vera e propria fortezza inespugnabile! Solo il 18 aprile del 1944, con la Linea Gotica che stava cedendo nel settore adriatico, il caposaldo di Pianosinatico fu abbandonato dagli uomini del 3° battaglione 5° reggimento San Marco della Repubblica Sociale Italiana, che nel frattempo erano subentrati nella difesa della postazione ai tedeschi.

Il bunker “Campelriccio” molto vicino al paese era in costante contatto con il Bunker comando.
Il Bunker “La Buca” era posizionato a copertura del “Bunker Campelriccio”. Fu teatro di ripetuti e sanguinosi scontri. Molti dei reperti bellici del museo provengono proprio da questa zona
Il Bunker “La Buca” era posizionato a copertura del “Bunker Campelriccio”. Fu teatro di ripetuti e sanguinosi scontri. Molti dei reperti bellici del museo provengono proprio da questa zona.
Il Bunker “La Buca” era posizionato a copertura del “Bunker Campelriccio”. Fu teatro di ripetuti e sanguinosi scontri. Molti dei reperti bellici del museo provengono proprio da questa zona.
L'ingresso del museo.
Monumento agli Alpini.
Cartina tedesca.
Max Simon comandante della 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS", con ogni probabilità responsabile di aver dato l'ordine per l'eccidio di Pianosinatico.

Il Museo della Linea Gotica di Pianosinatico

Il museo Linea Gotica di Pianosinatico nasce nel 2018 su iniziativa di abitanti di Pianosinatico e non solo, con l’intento di preservare e approfondire la memoria del paese, profondamente ferito in quei terribili mesi che videro il passaggio del fronte. La locale associazione di volontari “LALTROLATO del caposaldo” è riuscita a raccogliere e catalogare un cospicuo materiale storico. La grande maggioranza dei reperti esposta è stata recuperata sul posto grazie a donazioni private o rinvenuta in scavi sui luoghi di combattimento; alcune collezioni esterne integrano la mostra. Il museo si compone di alcune stanze dedicate ciascuna ad una forza combattente: la stanza tedesca oltre a armi, uniformi, decorazioni contiene anche la ricostruzione di una postazione per mitragliatrice MG. In quella americana oltre ai vari reperti, è stata persino ricostruita un’officina come quella che con ogni probabilità si trovava in località Casotti e che contribuiva a manutenere i mezzi che erano al seguito della 10ª Divisione, tra le quali le famose jeep Willys. Lo spazio dedicato alle formazioni partigiane è ospitato nel sottoscala per rendere al meglio il clima di clandestinità in cui spesso erano costrette ad operare. Molto interessante e piena di reperti la stanza dedicata alle truppe della RSI. Degni di menzione: una cucina da campo, un basto da mulo e un esemplare del fucile mitragliatore Breda modello 30. Nel museo si trovano anche tantissimi oggetti, che nati per uso bellico, a guerra finita furono riciclati per uso civile nei modi più fantasiosi.

Gli itinerari a piedi e in e-bike

Ma il museo non si limita solo alle stanze espositive ma nella sua accezione più ampia si estende su alcuni percorsi di trekking che si snodano nei pressi di Pianosinatico e che sono stati realizzati con tanto di cartellonistica esplicative su postazioni e bunker restaurati dai volontari de “LALTROLATO del caposaldo”. Si tratta di due itinerari, uno della lunghezza di 1,5 km, l'altro della lunghezza di 8 km percorribili sia a piedi sia in e-bike.


Informazioni:

Il Museo è aperto sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16 (chiuso 25-26-31 dicembre), gli altri giorni su prenotazione. 

Per info: tel. 333.8935197 – 348.7553865 – 348.0834616 – 333/7819840; mail: laltrolatodelcaposaldo@gmail.com www.laltrolatodelcaposaldo.com

Video: Museo Linea Gotica Pianosinatico