Caccia selettiva al capriolo d'inverno

Caccia al capriolo d'inverno
La caccia all'aspetto da altana consente di portare via il proprio odore dal terreno e poter osservare meglio i selvatici all'uscita dal bosco
Caccia al capriolo d'inverno
I caprioli nel periodo invernale prediligono spesso come pastura i campi di grano o orzo recentemente seminati

Il silenzio dei bosco è ormai interrotto soltanto dalle ultime uscite dei cacciatori che lo percorrono, la natura spoglia si lascia penetrare dallo sguardo e dal binocolo nei suoi movimenti, le poche ore di luce disponibili non vedono interruzioni; la caccia selettiva invernale al capriolo ha molti aspetti affascinanti ed utili insieme a renderla quello che deve essere, un’attività animata dalla passione e sostenuta dalla scienza e dalla tecnica imprescindibili, per far sì che buone e numerose popolazioni di selvatici abitino i nostri boschi. Il prelievo in sé infatti è solo l’ultimo atto di un lavoro di gestione che vede il cacciatore impegnato tutto l’anno nel controllo dei caprioli, del loro stato di salute e conservazione, dei loro areali. 

I piani di prelievo a cui questi fanno riferimento, stabiliscono in base a sesso ed età quali e quanti siano i capi da cercare e prelevare in un rapporto naturale tra i sessi, senza evidenti sbilanciamenti.

Quale soddisfazione maggiore infatti per il selecontrollore vedere nel “suo” territorio i caprioli godere di buona salute, in un areale ben monitorato che aumenta magari anche di superficie. Secondo i piani di prelievo per la gestione venatoria, il mantenimento o la ricostruzione di una struttura di popolazione naturale dovrebbe seguire la regola dei “4 quarti” cioè uno schema che divida la popolazione dei selvatici in 4 parti uguali con un prelievo paritario tra i sessi e ripartito in proporzioni uguali tra adulti di classe II e giovani delle classi 0 +1.

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Nella caccia invernale, la valutazione di questi ed altri parametri è agevolata dalla mancanza di vegetazione che potrebbe occultare o confondere alcun particolari. Avvalendosi di ottiche a grandi ingrandimenti e avvicinandosi di più anche ai selvatici che in questo periodo sono più tranquilli e meno disturbati si possono effettuare valutazioni sicuramente migliori rispetto ad altri periodi. 

L’ambiente spoglio prevede però anche accortezze maggiori per il cacciatore, soprattutto per quanto riguarda il suo mimetismo e, la realizzazione del tiro mediamente più lungo rispetto a quello che si effettua nella bella stagione. Le tipologie di caccia sono fondamentalmente due e variano in base alle tipologie d’ambiente in cui vengono praticate e alle distanze di tiro che possono presentarsi. In relazione alla vegetazione presente nella zona frequentata dai caprioli si deciderà la tecnica e anche il tipo di arma da utilizzare. Le due tecniche sono l’aspetto, da altana o in parate e appostamenti temporanei da terra, oppure la cerca. 

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Il comportamento dei caprioli in questo periodo è molto diverso rispetto alla stagione estiva, la strategia di caccia va quindi adeguata alla routine del selvatico che ora è riunito in branco e se in alcune zone quindi si presenta molto abbondante, in altre manca del tutto; seguendo anche rotte diverse per l’approvvigionamento del cibo. 

I caprioli sono molto più erratici d’inverno a causa della varia distribuzione e tipologia di cibo. Solitamente tendono a frequentare aree con i tipici alimenti di stagione, come castagneti, campi seminati di grano o orzo e tagliate giovani. Aiutano molto i sopralluoghi svolti precedentemente all’uscita per individuare la posizione del branco. 

Caccia al capriolo d'inverno
La caccia selettiva si attiene ad un piano di prelievo che deve garantire un equilibrio nelle popolazioni di caprioli fra esemplari di età e sesso diversi

Nella caccia all’aspetto, se effettuata da terra, è consigliabile l’uso di teli camouflage in tinta grigio/nera e bianca avvalendosi inoltre di sicuri appoggi che non compromettano la stabilità dell’arma. 

Sarà bene posizionarsi in punti rialzati in modo da allontanare da terra il proprio odore. In questo l’altana è sicuramente preferibile, oltre a garantire maggiore visibilità. Dati gli spostamenti frequenti dei caprioli dovuti alla distribuzione delle coltivazioni sul territorio, anche i punti di sparo andranno rivisti rispetto alle posizioni solitamente sfruttate durante l’estate, per questo i selecontrollori più accorti si avvalgono di diversi punti fissi distribuiti in modo da coprire in ogni situazione il territorio.

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In caso di terreni spogli o innevati, nei Comprensori Alpini o nelle zone in quota degli Appennini, la caccia alla cerca con avvistamento e avvicinamento è un grande classico. È una tecnica impegnativa che richiede esercizio fisico e mentale, in quanto il cacciatore dopo lunghe osservazioni attraverso binocoli e cannocchiali a grandi ingrandimenti, individua finalmente il branco in cui sceglie il capo giusto e prova l’avvicinamento silenzioso fino ad un adeguato punto di sparo, sempre in posizione defilata a favore di vento e luce. 

Si ha così la possibilità di esplorare ampie zone osservando i caprioli nei loro spostamenti nelle zone miste, fra i boschi e le zone di pastura. Quindi dopo aver seguito i selvatici, effettuato l’avvicinamento, scelto il capo e la posizione giusta, resta il momento del tiro, anche questo tutt’altro che facile perché quasi sempre a distanze notevoli e in seguito al dovuto sforzo fisico e mentale. L’arma più idonea da adottare è una carabina bolt action o un kiplauff di calibro radente e preciso, potrebbe essere il .243 Winchester o il .270 Winchester, dotati di ottica variabile a grandi ingrandimenti. 

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Altra tipolgia di cerca, la più coinvolgente forse, è la cerca lenta nel bosco. Il cacciatore assume qui tutti i tratti di un predatore naturale, segue nel massimo silenzio le tracce degli spostamenti dei selvatici fino ad arrivare alla loro scoperta, con passi e movimenti lentissimi. 

Una caccia molto difficile, in cui è imprescindibile una conoscienza perfetta del territorio in cui ci si muove. È una tecnica adatta a terreni misti, collinari, che possono nascondere meglio il cacciatore e offrono la possibilità di incontrare i caprioli nelle radure aperte in pastura oppure nel bosco. I passi spesso vengono proprio contati dai cacciatori per procedere con un ritmo costante che non desti allarmi nell'ambiente. 

Ad ogni pausa segue l'osservazione a 360° del terreno circostante sia ad occhio nudo che con il binocolo. 

Anche qui il mimetismo è d'obbligo e i capi di abbigliamento camouflage aiutano molto di più rispetto alle tinte unite per confondersi con i colori del bosco. Non è una caccia per tutti, nel momento decisivo dell'incontro l'esperienza e la preparazione del cacciatore dovranno in poco tempo infatti valutare il capo ed effetture il tiro con rapidità e precisione senza dimenticare mai lo scopo che lo vede impegnato sul terreno, un apporto fondamentale alla gestione tecnica ed etica del capriolo.