Corso di formazione per cacciatori di cinghiali in Campania

Da Fidc. Dalla collaborazione fra CRIUV - Centro di riferimento regionale per l'igiene urbana veterinaria, la regione Campania, l'Università degli studi di Napoli Federico II, l'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno e il Coordinamento delle Associazioni Venatorie salernitane, composto da ANUUMigratoristi, Arcicaccia, EPS, Federcaccia, Italcaccia, Liberacaccia e Enalcaccia, è nata l'iniziativa "La gestione dei cinghiali attraverso il percorso del cacciatore formato". La giornata di inaugurazione si terrà il 18 luglio alle ore 15 presso l'azienda agricola sperimentale regionale "Improsta", a Eboli (Salerno) SS 18 - Km 79,00.

Come si legge nella brochure di presentazione "Secondo il Regolamento (CE) n.853/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004, le persone che cacciano selvaggina selvatica, al fine di cedere e/o commercializzare le prede abbattute destinandole al consumo umano, devono disporre di sufficienti nozioni in materia di patologie, produzione e trattamento della selvaggina e delle sue carni per poter, dopo la caccia, eseguire un esame preliminare degli stessi soggetti predati, a garanzia della sicurezza degli alimenti ceduti e del consumatore finale. 

La necessità di garantire l'igiene e sicurezza degli alimenti è stata infatti estesa anche al mondo venatorio in particolare per la cessione di piccole quantità di selvaggina. Per questo anche il cacciatore deve essere formato sul corretto comportamento, sulle zoonosi e sul trattamento delle carni per la sicurezza personale, della sua famiglia e del consumatore finale. 

I cinghiali possono diventare una risorsa economica per il territorio della Regione Campania. La carne di cinghiale rappresenta un ottimo alimento di alto valore biologico, nutrizionale e organolettico. Essa è molto richiesta dai ristoranti e agriturismi, gode di un notevole apprezzamento tra i consumatori e potrebbe stimolare anche il flusso turistico venatorio come avviene in molte aree dell'Italia. La filiera delle carni alternative potrebbe quindi essere una ottima opportunità per le imprese e aziende del territorio dei comuni che ricadono nelle aree a vocazione faunistica".