Il bosco degli Urogalli. Mario Rigoni Stern

Vita di Mario Rigoni Stern

Il sergente Mario Rigoni Stern, come viene spesso ricordato nel grado di sergente maggiore che lo ha contraddistinto durante i periodi difficili e fondamentali della sua vita al fronte durante la Seconda guerra mondiale, nasce ad Asiago nel 1921 e nello stesso luogo muore nel 2008. Uomo dal carattere schivo e riservato, autore molto apprezzato, dallo stile asciutto e diretto, volutamente spesso lento e naturale nel narrare con dovizia di particolari il trascorrere dei momenti e delle stagioni della sua vita di soldato e cacciatore. Uno degli scrittori fra i più importanti del secondo '900 italiano che ha ottenuto numerosi riconoscimenti per il suo contributo culturale. Per la sua sensibilità verso il mondo della natura e della montagna l'11 maggio 1998 l'Università di Padova gli ha conferito la laurea honoris causa in scienze forestali e ambientali. Per l’importanza delle sue memorie e testimonianze storiche Il 14 marzo 2007 l'Università degli studi di Genova gli ha conferito la laurea honoris causa in scienze politiche. 

Gallo cedrone o Urogallo, nell'opera della pittrice Italiana Giusy Rampini
Gallo cedrone o Urogallo, selvatico mitico per i cacciatori di montagna come Mario Rigoni Stern. Opera della pittrice Italiana Giusy Rampini che ritrae il gallo nella tipica posizione di canto.

Finita la guerra Rigoni Stern ritorna ad Asiago, da dove non si trasferirà più fino alla morte nella casa da lui stesso costruita. Esordisce come scrittore nel 1953, con il libro autobiografico Il sergente nella neve, in cui racconta la sua esperienza di sergente degli alpini nella disastrosa ritirata di Russia nel gennaio 1943 durante la Seconda guerra mondiale. Con quest'opera egli si colloca all'interno della corrente narrativa neorealista. In questo e altri suoi testi ricchi di ricordi si fondono le esperienze e gli aneddoti legati alla guerra e quelli di uomini e ambienti del suo tempo. La passione per la caccia offre all’autore la possibilità di vivere e descrivere la quiete e la libertà della montagna. In questi spazi abitati solo dai selvatici, pieni di silenzio e di bellezza il linguaggio si fa a tratti lirico e denso di parole d’amore di ritrovata fiducia nella vita nonostante i ricorrenti ricordi dolorosi di morte, sofferenza e prigionia. Nei paesaggi alpini di Rigoni Stern la guerra e suoi orrori si dissolvono al calore di un focolare di baita, fra amicizie ed emozioni genuine che soprattutto durante la caccia trovano espressione.

Sono questi sentimenti di ritrovata armonia con il mondo nella natura che animano i racconti del libro Il bosco degli Urogalli, selvatici tipici della caccia alpina che insieme alle pernici bianche, i galli forcelli, le coturnici  e alle lepri accendono di passione le giornate di cammino fra boschi e alpeggi. Ancora una volta la caccia e la vita si uniscono indissolubilmente nell’immaginario, nei valori e nelle riflessioni di un uomo che prima di essere scrittore è cacciatore nell’anima.

Video: il bosco degli Urogalli