Il glossario della caccia al cinghiale

A

Raduno di cacciatori di cinghiali
Raduno di cinghialai a Talamone, Grosseto, metà anni Trenta. Si possono scorgere cani da seguita che daranno vita nei decenni successivi ai capostipiti della razza del segugio maremmano.

Abbaio a fermo: azione del segugio in stretta vicinanza con il cinghiale, caratterizzata da abbai cadenzati e ripetuti.

Armatura: successione di poste per chiudere tutta o una parte della braccata verso la quale si cerca, con urli e spari a salve, di indirizzare le canizze.

B

Braccata: termine maremmano. Significa l'azione vera e propria di caccia al cinghiale, che si svolge con l’utilizzo dei cani da seguita, effettuata in un appezzamento boschivo prestabilito. Una o più braccate costituiscono la cacciata giornaliera.

Battere i bussoli: azione di disturbo per indirizzare i cinghiali alle poste, o per non farli uscire dalla braccata. Azione affidata agli scaccini (vedi).

Bubbolo: piccolo campanello rotondo dal suono sordo al collare del cane. Serve per seguire il percorso del cane. Nella caccia al cinghiale viene applicato ai cani muti (vedi).

C

Canizza: si dice di uno o più cani che inseguono il cinghiale abbaiando sulla traccia.

Compresa: appezzamento di bosco ceduo di superficie nota, destinata al taglio.

Coti: canini superiori del cinghiale, più corti e tozzi delle difese (vedi). Hanno la funzione di tenere affilate le difese, con le quali durante la masticazione vanno a contatto.

Corna: corno da caccia che annuncia l'inizio ed il termine della braccata. Simboleggia l'autorità del capo-caccia

Cuccio: vedi Lestra

D

Difese: canini inferiori del cinghiale, ricurvi, affilatissimi ed appuntiti. Particolarmente sviluppato nei maschi e molto pericolosi per i cani.

F

Fare il prete: sottrarre il cinghiale in modo furtivo a chi appartiene per diritto di caccia.

Foto di gruppo cacciatori di cinghiali
Populonia, anni Sessanta, foto di gruppo della squadra locale. In alcune zone della Toscana la caccia al cinghiale si perpetua da millenni e rappresenta ancor oggi un importante fattore di coesione nelle comunità rurali.

Fondata: luogo incassato tra i versanti contrapposti di due rilievi o poggi.

Forteto: bosco ceduo mediterraneo allo stadio adulto (dai cinque ai quindici anni)

G

Governa: stesa di granaglie sul terreno boschivo, o nei campi adiacenti al bosco. Serve per richiamare i cinghiali in quel posto. Proibita in tutto il territorio italiano.

I

Insoglio: localmente detto lavacchio o soglio. Pozzo d'acqua fangosa naturale, o in parte costruita dai cinghiali; nella quale si strofinano per rinfrescarsi e ricoprirsi di fango contro i parassiti.

L

Lestra o listra: giaciglio dove il cinghiale dopo un pascolo notturno, va a rimettersi per riposare durante il giorno.

Levare il vento: disporsi con il petto al vento, tenendo così sopravvento il cinghiale che sta per giungere al tiro.

M

Muto: si dice di un cane che compie nella caccia al cinghiale le fasi di cerca o di inseguimento senza segnalare con l’abbaio.

O

Ornello: essenza arborea a foglia caduca del bosco mediterraneo, molto resistente ed elastica.

P

Palla: proiettile unico calibro 12, 20, ecc.., detto anche “palla asciutta" utilizzato per la caccia al cinghiale con i fucili a canna liscia. La stessa cartuccia, caricata a proiettile unico, può assumere anche la denominazione di palla (in inglese slug).

Parte: vedi spettatura.

Cacciatori e cinghiali
Bolgheri, 1935/40. Uno scatto al termine di una braccata nella tenuta dei conti della Gherardesca.

Passata: traccia lasciata dal cinghiale lungo il suo pascolo notturno. Passata può anche intendersi impropriamente la fase di cerca del cane, vocalmente espressa sul pascolo stesso.

Passo obbligatorio: detto anche Trottoio o Trattoio. Stretto sentiero nel bosco fitto, praticato dai cinghiali nei loro spostamenti.

Pedata: è l’orma lasciata dal cinghiale nel fango fresco

Porcastro: cinghiale non ancora adulto, ma che ha perso le striate ed assunto un colore rossastro. Detto anche animale rosso.

Posta: sta per il cacciatore che nell'ambito dell'armatura occupa una postazione stabilita, nella quale attende il cinghiale.

R

Racanata: termine maremmano, localmente Ressa. Si dice di più cani che abbiano raggiunto e stiano tenendo un cinghiale, presumibilmente ferito o non maturo, comunque impossibilitato a fuggire. Viene vocalmente espessa con abbai concitati e sovrapposti.

Radunata: vecchio termine maremmano per definire il concentramento di cacciatori e di cani che intraprendono la cacciata.

Rambazzo: termine locale toscano per definire un rumore che può mettere in allarme o recare disturbo.

Razzina: spiazzo privo o coperto di rado e basso cespugliato, inserito all'interno di un'area boschiva, o di un fitto e più alto cespugliato.

Rifinire: localmente il verbo è utilizzato in modo improprio; sta per “finire", dare il colpo di grazia.

Rimessa: luogo che per la qualità particolarmente fitta ed intricata della vegetazione boschiva, viene scelto dal cinghiale per stabilirvi la sua lestra. Viene utilizzato anche usato per sostituire il termine lestra.

S

Scaccina: cartuccia a salve, usata per spaventare il cinghiale ed indirizzarlo verso le poste, oppure per non farlo uscire dalla braccata.

Segugi maremmani
Maremma Toscana, anni 50. Interessanti soggetti di segugio maremmano.

Scaccini: si dice di persone aggregate alla cacciata, ma non di cacciatori armati; fanno azioni di disturbo con urli, petardi, o percuotendo dei bussoli, per indirizzare i cinghiali alle poste o per non farli uscire dalla braccata. Detti anche battitori, bracche, braccali, urli.

Sciolta: definisce il momento i cui vengono tolti i guinzagli ai cani ed inizia la braccata.

Sfrascare: quando il cinghiale, accortosi della presenza delle poste, percorre parallelamente la linea mantenendosi a distanza attraverso la fitta vegetazione.

Slug: è il fucile a canna liscia, preferibilmente corta, con strozzatura cilindrica concepito per la caccia al cinghiale. Quasi sempre dotato di tacca o rampa di mira e di mirino.

Solengo: cinghiale maschio adulto o anche vecchio, che vive solitario e si unisce ai branchi solo per gli accoppiamenti.

Spezzatura: suddivisione della carne di cinghiale secondo porzioni che vengono stabilite in funzione dei cinghiali abbattuti e del numero di partecipanti.

Stoccatore: tiratore che spara senza mirare, ma solo fidandosi delle impostazioni che riesce a dare al suo fucile.

Stolzare: si dice di cinghiale che lascia la lestra forzato dai cani e dai bracchieri. Definjsce anche lo spostamento repentino ed imprevedibile della direzione intrapresa.

T

Tacana: termine locale. Tascone posteriore della giacca da caccia, detto anche sarga.

Terzarola: cartuccia contenente nove pallettoni, disposti su tre strati di tre ciascuno.

Toccare: è riferito al cane che insegue il cinghiale ne suo percorso di fuga, emettendo abbaio cadenzato.

Troia: con questo termine si definisce la femmina capobranco. Per estensione in campo umano, si definisce la femmina pronta ad accoppiarsi con il maschio più forte (o più ricco). La presenza della troia nel branco assicura coesione dello stesso, la disponibilità di cibo per tutto il branco, poiché la troia ricorda tutti i posti dove è stata, dove ha potuto saziarsi e dove invece ha fatto la fame. Uccidere la troia comporta la dissoluzione del branco, la dispersione sul territorio degli altri cinghiali, l’entrata in estro di tutte le femmine giovani. Insomma, non si deve sparare alla femmina capobranco!

Trottello: andamento del cinghiale a piccolo trotto.

Trottoio: vedi passo obbligato.

U

Urli: vedi Scaccini.

V

Vento marcio: quando il vento soffia alle spalle, mandando l’odore del cacciatore verso la zona dove ci sono i cinghiali