Baikal MR-446 "Viking"

Baikal MR-446 "Viking"
Basata sul sistema Browning, la "Viking" può impiegare caricatori da dieci o diciassette colpi

La storia di quest'arma ha inizio nel 1993, quando, con la riorganizzazione dell'Armata Rossa seguita alla fine della Guerra Fredda e al crollo dell'URSS, il Ministero della Difesa russo decise di lanciare il programma "Grach" (Грач) destinato a trovare un rimpiazzo per le armi corte d'ordinanza all'epoca più diffuse presso i corpi dello Stato di Mosca, ovvero la Makarov PM e la Stechkin APS, accomunate dall'impiego di una munizione − il calibro 9x18mm Makarov − di potenza ritenuta troppo scarsa, essendo stata creata per poter essere utilizzata in sicurezza in un'arma a chiusura labile (la Makarov, appunto). Per circa 10 anni, il programma "Grach" vide confrontarsi i prototipi offerti dall'intera industria armiera russa, e concepiti dai più grandi geni armieri del paese: a vincere fu la MR-443 (MP-443 in cirillico) disegnata da Vladimir Yarygin presso lo stabilimento meccanico di Izhevsk, ovvero l'azienda che distribuisce in tutto il mondo i propri prodotti armieri sotto il marchio Baikal. Codificata come 6P35 (6П35) presso l'indice GRAU − che raccoglie tutte le armi ed equipaggiamenti, sia leggeri che pesanti, in adozione presso le FF.AA. russe − la nuova pistola semi-automatica è stata distribuita ai reparti di punta dell'apparato militare e di Polizia di Mosca a partire dal 2003 come PYa, o "Pistola Yaryigin" (in cirillico ПЯ − Пистолет Ярыгина).

Baikal MR-446 "Viking"
La MR-446 "Viking" è una variante sportiva e da esportazione della "Yaryigin", della quale condivide l'impostazione tecnica

La pistola Yaryigin è tecnicamente derivata dalla ceca CZ-75, e si basa dunque sul sistema di ripetizione semi-automatica a corto rinculo di canna Browning come modificato dai fratelli Josef e František Koucký, con in più alcuni accorgimenti di stampo moderno tra cui una compatta rotaia per accessori sotto il fusto − realizzato in polimeri − un cane con cresta a basso profilo ed un caricatore ad elevata capacità, da diciotto colpi. Il calibro scelto è il 9x19mm "Parabellum", d'ordinanza dell'ex-nemica NATO, scelto per la facilità di produzione − numerose aziende russe peraltro già lo producevano, e lo producono, per l'esportazione commerciale − e per le buone doti in fatto di potere d'arresto, nonché per la diffusione globale. Le FF.AA. russe sono tuttavia andate più in la', realizzandone due varianti, denominate 7N21 e 7N31-PBP, caratterizzate da una palla bimetallica relativamente leggera con nucleo e punta penetratrice sporgente in acciaio, che viene propulsa a velocità elevatissime grazie alle altissime pressioni sviluppate all'atto dello sparo: si parla per entrambi i modelli di livelli da +P+ per gli standard occidentali, la differenza tra la 7N21 e la 7N31-PBP si basa essenzialmente sul peso diverso della palla per un impiego con o senza silenziatori. Lo scopo era dotare la nuova arma da fianco, per l'appunto la Yaryigin, della capacità di bucare giubbotti antiproiettile e blindature veicolari leggere.

Baikal MR-446 "Viking"
Rispetto all'arma militare, la "Viking" impiega un fusto di poliammide e una canna incapace di sopportare caricamenti ad elevatissime pressioni

Allo stato attuale dei fatti, la pistola PYa non ha raggiunto il grado di diffusione previsto, o anche solo sperato, presso le Forze Armate Russe. A frenarne l'acquisizione è stato essenzialmente il prezzo troppo elevato richiesto per unità dalla Baikal − questo non significa che l'arma sia eccessivamente costosa in termini assoluti, ma che costa troppo per l'acquisizione in massa! − e soprattutto il fatto che l'azienda di Izhevsk non sia riuscita ad adottare degli standard qualitativi stabili tra lotto e lotto, arrivando spesso a fornire prodotti realizzati frettolosamente e con componenti a volte non intercambiabili. Attualmente le FF.AA. russe hanno sospeso l'adozione della PYa, e si stanno concentrando sulla ricerca di un'alternativa, che potrebbe essere rappresentata dalla "Strizh", ovvero dalla Arsenal Firearms AF-1 "Strike One" come prodotta dall'azienda gardonese nella sua filiale di Mosca. L'azienda tuttavia ne produce una versione per l'esportazione, per i mercati civili internazionali, nonché per quelle poche persone che, alla luce delle leggi sulle armi attualmente in vigore in Russia, sono titolate all'acquisto di un'arma corta: la MR-446 "Viking" (in cirillico МР-446 'Викинг').

Baikal MR-446S "Viking"
La MR-446S, dove la S sta per "Sport", è munita di canna allungata e mire regolabili per le competizioni IPSC

Realizzata con criteri qualitativi superiori rispetto alla variante militare, anche in virtù dei minori quantitativi richiesti, la pistola "Viking" si caratterizza per un caricatore di capacità ridotta − dieci o quindici colpi anziché diciassette − nonché per la diversa mescola del polimero usato nella costruzione del fusto e per l'alleggerimento di canna e carrello al fine di renderla incompatibile con i caricamenti militari 7N21 e 7N31-PBP. La Baikal MR-446 "Viking" è stata pensata per essere impiegata nelle competizioni di tiro dinamico, e al fine di essere inserita nella lista delle armi ufficialmente accettate dalla IPSC − iscrizione avvenuta nel 2003 − è stata dotata di tacca di mira posteriore regolabile, scatto regolabile, e migliorata per ottenere prestazioni in fatto di precisione superiori rispetto a quelle dell'arma originaria. Inoltre ne è stata approntata una versione, denominata MR-446S (in cirillico МР-446С) dove la S sta per "Sport", e che si caratterizza per una canna allungata, 120mm contro i 112,8mm del modello-base.

Baikal MR-446 "Viking"
La "Viking" in smontaggio da campagna: la derivazione Browning/CZ-75 è chiara

La pistola "Viking", in entrambe le varianti MR-446 ed MR-446S, è venduta attualmente sui mercati civili nel continente americano (limitatamente al Canada), in Sud Africa, in Asia centrale e centro-orientale, nonché in Australia e Nuova Zelanda, oltre ovviamente ai paesi dell'ex-URSS, soprattutto Russia, Ucraina e Kazakhstan. Il prezzo indicativo al pubblico piuttosto basso, l'equivalente di circa 500€, e la qualità tutto sommato accettabile per gli impieghi civili, di difesa o sicurezza privata, le hanno permesso di guadagnarsi una buona fetta di mercato. In Italia, come nel resto d'Europa, essa non è tuttavia ancora distribuita, così come il grosso delle armi della produzione Baikal. Scriviamo, dunque, questa breve News nella speranza che qualche importatore possa cogliere la palla al balzo e rendere disponibile ai tiratori del nostro Paese − previa opportuna conversione al calibro 9x21 IMI − un modello che, grazie al rapporto qualità-prezzo, potrebbe sicuramente arrivare a riscuotere anche da noi un buon successo commerciale.