Armi bianche: finalmente un libro fa chiarezza su un tema legale molto discusso.

Con il libro “Le armi bianche. Disciplina giuridica dal codice sardo ad oggi” gli avvocati Gabriele Traina e Alessandro Pierobon, il primo già noto ai lettori poiché cura la nostra rubrica legale, hanno voluto affrontare in maniera organica e approfondita il tema degli strumenti da punta e da taglio, partendo da un excursus storico per poi fare il punto della situazione odierna, dando definizioni chiare delle varie categorie di strumenti e prendendo in esame numerosi casi reali.

L’opera nasce dall’esperienza professionale degli avvocati, che operando nel settore penale e civile si sono trovati spesso ad affrontare la problematica delle armi bianche e degli strumenti da punta e taglio per i loro clienti. Lo scopo, a nostro parere pienamente raggiunto, fornire uno strumento prezioso sia ai professionisti della giustizia, sia avvocati che magistrati, nonché agli operatori delle forze dell’ordine, per orientarsi fra la moltitudine di codici, leggi e disposizioni stratificatisi nel tempo, oltre che per evitare erronee classificazioni, non prive di conseguenze giuridiche, dovute alla scarsa conoscenza degli strumenti o delle specifiche norme.

Per fornire una visione più ampia, gli avvocati Traina e Pierobon hanno collaborato con altri due autori, Filippo Salvalaio e Lorenzo Lo Conte, rispettivamente presidente e vicepresidente esecutivo dell’IPA (International Police Association) di Venezia, entrambi ufficiali di Polizia Giudiziaria. Il primo, tuttora in servizio, già autore di altre pubblicazioni, il secondo in quiescenza ma attivo in vari settori derivati, fra cui le numerose iniziative di formazione offerte da IPA alle Forze dell’Ordine. Inoltre, gli autori si sono avvalsi del supporto dello staff della Coltelleria Scintilla di Treviso, certamente già nota a molti lettori. La collaborazione tra figure con background e competenze tanto diversi quanto convergenti, permette all’opera di offrire una visione completa della disciplina delle armi bianche e degli strumenti da punta e taglio.

La completezza del testo non sta soltanto nel repertorio giurisprudenziale raccolto e messo a confronto, ma anche e soprattutto nella ricerca storica dei principi fondanti la materia trattata, che parte evidenziando cosa si intendesse per “armi” e “strumenti” nel primo codice unitario del 1859 cd. Codice Sardo, per seguire con il codice Zanardelli del 1889 e giungere all’attuale codice Rocco del 1930. Ampio spazio, e non poteva essere diversamente, è stato dedicato all’art. 4 della legge 110/1975, che da solo raggruppa buona parte della materia trattata, raffrontando le sentenze della Corte di cassazione e della Corte Costituzionale che, riguardo alcune tipologie di coltelli, ultimamente hanno dato una lettura rispondente alla norma, abbandonando i retaggi delle armi “insidiose” codificate nei Codici Penali del 1859 e 1889.

Si tratta, ci teniamo a precisarlo, di un’opera dal taglio prettamente giuridico, che tuttavia risulta comprensibile anche all’appassionato volenteroso e disposto a dedicare il tempo necessario per una lettura meditata, mirata a comprendere finalmente cosa si possa o non si possa “portare”, ma anche e soprattutto quando e a che condizioni.

Per chi fosse curioso di conoscere nel dettaglio i temi trattati, segnaliamo che sul sito dell’editore è possibile scaricare l’indice dell’opera.

Titolo: Le armi bianche. Disciplina giuridica dal codice sardo ad oggi

Autori: Gabriele Traina, Alessandro Pierobon, Filippo Salvalaio, Lorenzo Lo Conte

Editore: Pacini editore

Pagine: 142

Formato:17x24 cm

Prezzo: € 20,00

Web: www.pacinieditore.it

Codice ISBN:978-88-3379-864-6


Contatti:

Studio legale Traina-Pierobon, Via Francesco Gera n. 12, 31015 Conegliano (TV)

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