Finalmente ci si ritrova attorno a un tavolo, o meglio a un maglio, per ricominciare a parlare di coltelli. Dopo la pausa forzata imposta dalla pandemia, il ritorno nel parco del maglio di Ome è stato per tutti una boccata di ossigeno, l’occasione per rivedere vecchi amici e per conoscerne di nuovi. Anche questo è uno dei miracoli legati al coltello. Tutti i coltellinai amano mettersi in gioco e mostrare la propria bravura e abilità, ma i premi, i pezzi venduti, gli articoli sulle riviste, tutto passa in secondo piano di fronte alla convivialità, alla gioia di ritrovarsi sotto una tenda, anche se fa caldo, per sentirsi parte della comunità dei coltellinai.
L’occasione è stata la mostra Brixia Damascus 2022, evento collaterale ai Celtic Days, che tradizionalmente si svolgono al parco del maglio di Ome, in provincia di Brescia. Dopo due anni di pausa forzata, la ventunesima edizione del festival dedicato alla cultura celtica ha attirato nuovamente un folto pubblico di appassionati durante tutte le quattro giornate in cartellone. La cornice è davvero spettacolare: ci troviamo in una grande radura circondata da un bosco sulla strada che conduce nel cuore della Franciacorta. In questa radura si danno appuntamento rievocatori storici, artigiani, stand gastronomici e un palco cha alla sera ospita concerti dal vivo. Gli eventi in programma sono tanti e vanno dall’accensione del falò propiziatori ai matrimoni con rito celtico, con laboratori per i più piccoli e tante cose da vedere, mangiare e bere per i più grandi.
Il maglio Averoldi di Ome: la mecca dei forgiatori
Il maglio Averoldi di Ome vale da solo il viaggio: si tratta infatti di uno dei rarissimi esempi di maglio ad acqua, tuttora funzionante e utilizzato da un gruppo di appassionati artigiani per forgiare il damasco. Alcuni di questi espongono le loro lame proprio a Brixia Damascus, rigorosamente fuori concorso. La fucina risale al XV secolo, ma i primi accenni al maglio di Ome risalgono addirittura al 1080 e si può affermare tranquillamente che si tratta di un luogo unico nel suo genere, visitato spesso da coltellinai stranieri che restano invariabilmente affascinati da questa struttura arcaica e moderna nello stesso tempo. Accanto al maglio troviamo la casa-museo dell’incisore e antiquario Pietro Malossi che ospita interessanti antichità e occasionalmente anche mostre artistiche.
È in questo contesto che si è svolta la mostra Brixia Damascus 2022, dove una piccola ma rappresentativa compagine di artigiani ha proposto le sue creazioni. Anche quest’anno abbiamo avuto l’onore di far parte della giuria chiamata a premiare il miglior coltello fisso, il miglior chiudibile e quello più spettacolare. Esprimere un giudizio è sempre motivo di imbarazzo e conflitto interiore, perché tutti i coltelli esposti erano bellissimi, ciascuno a modo suo, e la personalità dei loro creatori è sempre importante. Quest’anno la decisione è stata più ardua del solito, ma alla fine i tre premi sono andati rispettivamente a Alessandro Ugo che ha presentato una serie di coltelli a lama fissa molto ben fatti, tra i quali spiccava un modello di ispirazione scandinava con lama in Sam Mai in C70/K720 con impugnatura in ulivo e accompagnato da un bel fodero in cuoio. Il miglior chiudibile è risultato quello di Claudio Ercoli, che ha proposto un affascinante folder con lama e testine in damasco mosaico, cartelle in titanio e guancette in dente di mammut. Infine il premio speciale è andato ad Angelo Borsi, che tra i diversi pezzi a dir poco originali ha proposto l’impressionante replica di una sciabola pieghevole, un tipo di arma bianca adatta al porto a bordo delle navi, i cui esempi originali furono prodotti in Belgio e in Francia alla fine del Settecento. L’aspetto un po’ Steampunk e la bontà dell’esecuzione (non è facile trovare una molla in grado di reggere una lama tanto pesante) hanno giustificato il premio. Ma non ce ne vogliano gli altri presenti: tutti avrebbero meritato un premio e sicuramente non mancherà per loro l’occasione di un riconoscimento. Purtroppo alcuni problemi dell'ultimo minuto hanno reso impossibile la dimostrazione di taglio sportivo a cura del gruppo Broken Blades. Peccato, ma gli organizzatori ci hanno assicurato che nella prossima edizione tutto potrà svolgersi regolarmente.
A questo punto concedetemi due parole sugli sponsor: Damascus Brixia si svolge nel cuore della Franciacorta, cuore della produzione vinicola della provincia di Brescia. Logico quindi che la manifestazione fosse sostenuta da un’azienda agricola dedita alla produzione di vino, un articolo peraltro molto gradito alla comunità dei coltellinai. Quest’anno i premi, rigorosamente identici per i tre vincitori sono stati forniti dall’Azienda agricola Bonzoni, situata proprio sulle colline di Ome. I Bonzoni hanno una lunga tradizione nella produzione di vino, ma è con la generazione rappresentata da Alessandro e Alessandra che nel 1997 le terre di famiglia vengono impiegate per la produzione del Franciacorta. L’azienda conta circa cinque ettari di vigneti gestiti direttamente, in modo da assicurare la massima qualità del prodotto. Le vigne Bonzoni sono impiegate per l’80% nella produzione di Chardonnay e le restanti sono divise equamente tra Pinot Nero e Rosso. I premi per i coltellinai, come dicevamo, erano costituiti da una confezione di vini Bonzoni a testa, e hanno rappresentato un dono molto apprezzato.
Non ci resta che lasciarvi in compagnia della nostra fotogallery, dandovi appuntamento al 2023 con una nuova edizione dei Celtic Days, e naturalmente di Damascus Brixia.