È in edicola il nuovo numero di Beccacce che Passione (n° 5 settembre-ottobre 2016), che si apre con l’articolo di Andrea Selvi di approfondimento su alcuni temi pregnanti che riguardano la caccia, in particolare quella alla regina del bosco. La discussione sulla beccaccia, infatti, racchiude molti temi: il rilievo basilare e indiscutibile da attribuire alle conoscenze scientifiche consolidate, le tecniche di caccia, i regolamenti e molto altro. Ma, secondo l’autore, la beccaccia potrebbe essere, prima ancora, il campo di discussione sulle ragioni della caccia stessa, una frontiera intorno alla quale elaborare una prospettiva contemporanea che sappia proiettarsi nel futuro per una caccia culturalmente/antropologicamente sostenibile; e non solo biologicamente. L’evoluzione, quindi, possa costituire una testa di ponte per una caccia sempre più definita e in sintonia col contemporaneo, una posizione avanzata intorno alla quale “ri-costruire”.
Dopo questa interessante e davvero inedita disamina, si entra a pieno titolo nella caccia cacciata attraverso lo scritto di Valerio Di Ventura, che disegna la mappa dei posti buoni dove cercare la beccaccia dentro a un bosco, cui segue l’articolo del biologo Ivano Confortini sui metodi di studio della beccaccia, in particolare sull’indice Ica (indice cinegetico di abbondanza).
Si torna a riflettere sul valore “umano” della caccia con la lettura delle note di David Stocchi, che anticipano il reportage dalla Crimea firmato da Giacomo Cretti.
Come sempre, grande attenzione è riservata ai nostri ausiliari: Rossella Di Palma propone all’attenzione dei lettori un ulteriore approfondimento delle tematiche legate all’addestramento del cane da caccia, mentre Alessio Allegrucci prosegue il suo focus sul setter inglese, concentrandosi su come migliorare e rendere ancora più “efficienti” le sue qualità naturali.
Su questo numero tornano anche gli spunti critici di Felice Modica contenuti nella rubrica “La botte di Diogene” e i consigli per le preparazioni gastronomiche a base di beccaccia di Andrea Dario Manzi Fé.
Ampio spazio viene dato, poi, a quanto discusso nel corso dell’assemblea annuale della Federazione delle associazioni nazionali dei beccacciai del Paleartico Occidentale (Fanpbo).
Per quanto riguarda fucili e cartucce per la caccia alla beccaccia, in primo piano l’approfondito test di Simone Bertini del sovrapposto Benelli 828 U Black calibro 12 e la ricetta di ricarica in calibro 28 messa a punto da Giuseppe Cerullo.
Completano il numero alcune curiosità, le vostre lettere e le vostre foto e tante altre informazioni e news sul mondo della beccaccia. A tutti buona lettura!
Come rendere efficienti le qualità di un setter inglese
Non è facile mettere sotto la lente d’ingrandimento una razza straordinaria come il setter inglese. Specialmente se l’amore che si prova per essa è quasi viscerale. Ma anche quei cani che si sentono come propri figli devono essere criticati laddove peccano ed elogiati laddove sfiorano l’eccellenza.
Test fucili: sovrapposto Benelli 828 U Black calibro 12
Le promesse si mantengono, sempre. Ed ecco, quindi, la prova approfondita del sovrapposto Benelli 828 U Black (disponibile anche nella versione Silver). L’828 U è un nuovo fucile, che ha abbinato un’estetica tranchant (per il mondo del basculante a due canne sovrapposte) con soluzioni tecniche talmente raffinate da non credere di poterle vedere tutte insieme.
Ricarica: calibro 28 e PSB2 Special per la beccaccia
La caccia alla regina del bosco è tra le più complesse e articolate nell’azione e nel tiro influenzato da non poche variabili. Certamente i calibri maggiori offrono un margine superiore alla favorevole riuscita del tiro nelle precarie condizioni di visibilità che il bosco offre, ma nihil difficile volenti! Giuseppe Cerullo ripone le speranze in una polvere, la PSB2 Special, che mette a disposizione qualche pallino in più senza penalizzare troppo la velocità.