Per chi si trovi a scegliere una data per la partenza verso una destinazione di caccia alla beccaccia lungo la dorsale dei Balcani ci sono due possibilità. Partire a novembre, nel corso della migrazione sperando di trovarsi in trasferta nei giorni giusti in cui gli incontri possono essere tanti con selvatici anche più abbordabili per i cani, accettando l'incognita di poter invece capitare in un momento di scarso movimento; oppure, partire in inverno, a migrazione ormai avvenuta, con l'alta probabilità di trovare qualche selvatico svernante, solitamente mai in numeri eclatanti ma presenti, mettendo in conto di confrontarsi con beccacce molto più sospettose ed elusive nei confronti di uomini e cani, praticamente ormai stanziali da qualche mese in un territorio che conoscono perfettamente.

Personalmente è questo secondo tipo di viaggi che prediligo. Il bosco in condizioni invernali sovrastato da catene di monti innevati è per me sempre molto affascinante, il freddo pungente del mattino un piacevole invito al movimento e le beccacce svernanti, sempre sul punto di farti dichiarare la resa, una tentazione irresistibile. Pensavo di aver attraversato in lungo e in largo l'altopiano di Nevesinje in Bosnia Erzegovina, ne avevo sempre colto la bellezza data dalla varietà del territorio durante il periodo estivo della caccia alle quaglie, mentre dai campi coltivati e dai prati osservavo sullo sfondo quei boschi che sembravano sconfinati e promettenti. Ilija mi aveva sempre detto della loro buona vocazione per le beccacce, ma solitamente già da novembre la neve a quella quota di circa 900 metri arrivava abbondante a chiudere il sipario.
Quest'anno le cose sono andate diversamente e seppure arrivata puntuale la neve, disciolta da un dicembre clemente era praticamente presente soltanto in piccoli accumuli al mio arrivo nel mese di gennaio. Dopo anni di caccia fra le colline rocciose nei dintorni di Stolac dove le beccacce condividono i territori con le coturnici fra i carpini nani e i quercioli, decido di salire a caccia fra i boschi dell'altopiano che come immaginavo mi accolgono e mi divorano in un'atmosfera magica, durante una giornata fredda resa ancora più coinvolgente da un contrasto di luci e colori degni di un quadro di natura naif. Decidiamo con Ilja di mettere in campo due cani esperti, il mio ormai veterano Vasco, e Achille per sondare territori che le beccacce potrebbero aver abbandonato con il sopraggiungere del freddo invernale.

La vastità del territorio e la sua diversità, fatta di boschi con diverse esposizioni alla luce del sole e una costante umidità ci rendono fiduciosi sulla permanenza di qualche regina svernante e così ci mettiamo in cammino anticipati dai cani che sembrano animati da una brama e un'avidità palpabili nella cerca. Trascorrono più di due ore di cammino silenzioso, interrotto soltanto da alcune considerazioni che di tanto in tanto con Ilja facciamo per infonderci a vicenda la giusta fiducia nel luogo e nei cani, fino al momento in cui l'incantesimo si scioglie. In boschi che per vegetazione e qualità del terreno ai nostri occhi sembrano indistinguibili e tutti allo stesso modo vocati alla presenza delle beccacce, soltanto l'intuito e l'olfatto dei cani può far emergere le differenze che portano le beccacce a concentrarsi spesso in poche zone evidentemente ritenute più sicure e abbondanti di cibo. Vasco si fa trovare in ferma all'esterno di una giovane tagliata e le pasture recenti non lasciano troppi dubbi sulla presenza certa del selvatico. Da qui in poi, una giornata avvolta dalla nebbia del dubbio, si apre alla luce e alla forza di un vortice di emozioni che per circa tre ore ci lasciano senza fiato. Ma di questo potrete trovare nelle immagini del video la prova concreta.
Benelli Beccaccia Supreme calibro 20, la conferma a caccia

Oltre ai boschi, ai cani e ovviamente a loro, le beccacce, si è reso nel corso della giornata protagonista anche il semiautomatico Benelli Beccaccia Supreme. Dopo anni dedicati a reportage che potessero essere chiari e concreti nei focus dedicati alla caccia, alla cinofilia e alle armi sportive, devo ammettere che è sempre appagante vedere prendere forma la fiducia e la stima di cacciatori, lettori, conoscenti reali o virtuali con la scelta di fucili e accessori che hanno visto e conosciuto attraverso i servizi svolti nel canale.
Vedere la soddisfazione di Ilija che ha acquistato il Benelli Beccaccia Supreme calibro 20 su mio parere, dà pieno significato all'impegno professionale e un ulteriore attestato di fiducia al nostro rapporto di amicizia. In questa giornata il fucile calibro 20 decide di affidarlo a me e io accetto volentieri ricordando la leggerezza e le piacevoli sensazioni provate durante la prova dell'arma.
Con i suoi 2,6 kg, la qualità della sua canna criogenica da 61 cm, il fucile nella sua ergonomia e nelle sue forme si conferma un'arma affidabile e veloce nel brandeggio, precisa nella resa balistica. La confidenza è immediata e i tiri di stoccata sia vicini che lontani spesso nel fitto del bosco restituiscono selvatici perfettamente colpiti. È sempre entusiasmante provare l'ebrezza di una novità; un giovane cane che incontra le sue prime beccacce, un nuovo fucile che ci sorprende per le sue qualità, ma, come in questo caso, vedere un fucile già provato e Vasco alla sua decima stagione cambiare il volto di una giornata di caccia, rappresentano delle certezze di cui un cacciatore non dovrebbe mai essere privo. Buona visione!