Caccia alla beccaccia: etologia e monitoraggio della specie, cosa sappiamo oggi?

La caccia è attività concessa e sostenibile perché si attiene a piani programmati di prelievo e gestione fondati su dati scientifici ed è per questo che lo stato di salute delle specie ritenute cacciabili è sempre mantenuto e monitorato sia dalla comunità scientifica sia dalla collaborazione attiva dei cacciatori sul territorio.

L’attività venatoria ha infatti non solo la necessità di dimostrare la sua sostenibilità attraverso dati scientifici ma anche tutto l’interesse a tutelare il territorio in cui si svolge e la selvaggina che lo abita. Per questo, il contributo nei confronti della ricerca è costante da parte di associazioni come Amici di Scolopax che da anni si adopera non solo nella sensibilizzazione e nella formazione dei cacciatori ma anche nella raccolta dati tramite moderna telemetria satellitare che vengono poi elaborati dagli istituti di ricerca per il monitoraggio e la gestione delle specie selvatiche osservate.

Video: Caccia alla beccaccia. Etologia e monitoraggio della specie


Progetto Overland in volo con la beccaccia

Filippo Cataldi illustra le principali attitudini dei cani da ferma da impiegare nel monitoraggio delle beccacce.

Parliamo di beccaccia in questo caso, uno dei selvatici più amati dai cacciatori cinofili e ricco di mistero. Conoscerla fino in fondo purtroppo o per fortuna è impossibile, ma le informazioni disponibili rispetto al passato ci dimostrano il suo buono stato di conservazione dato soprattutto dalla sua capacità di adattamento a diversi ambienti e di conseguenza la sua distribuzione in un areale immenso dal paleartico occidentale a quello orientale.  

Alessandro Tedeschi presidente di Amici di Scolopax ha condiviso con i partecipanti al corso di formazione i dati raccolti dal progetto Overland in volo con la beccaccia. Attraverso la telemetria satellitare e dei leggeri radiocollari applicati a questi selvatici sono arrivate conferme che vedono estendersi gli areali di nidificazione della beccaccia eurasiatica oltre i monti Urali che sembravano un confine naturale insuperato e si sono ottenute anche numerose conferme relative ai periodi di migrazione.

Nei due giorni di formazione ad Ascoli Piceno ai cacciatori sono state illustrate nozioni teoriche e pratiche per il riconoscimento e la valutazione delle ali di beccaccia, fondamentali per la classificazione del rapporto fra i sessi e le classi di età dei selvatici prelevati. Sono stati approfonditi elementi di etologia della specie e anche gli aspetti cinotecnici più pratici al fine del monitoraggio per mezzo dei cani da ferma, prima valutati e poi abilitati dal giudice Filippo Cataldi in seguito a prova pratica. I cacciatori abilitati sono ora pronti a dare il proprio contributo alla ricerca attraverso censimenti e osservazioni; conoscere per gestire al meglio sembrano essere le giuste coordinate che continuano a guidare la passione dei cacciatori del terzo millennio.