Caccia ai colombacci: apertura al campo

Il Colombaccio (Columba palumbus) è sicuramente uno tra i selvatici di maggior interesse venatorio. Grande frequentatore di boschi dl quercia, leccio, faggio e pinete, ama le radure e le zone coltivate e negli ultimi anni è sempre più facile apprezzarne la presenza e goderne le diverse tipologie di caccia che nel tempo si sono sviluppate.

La specie gode oggi di una ottima diffusione e il colombaccio viene stimato in forte aumento, gli ultimi dati, forse estremamente ottimisti, ne danno un aumento complessivo del 350 % negli ultimi tre anni.

Si tratta di una specie migratoria caratterizzata dal classico doppio passo che però nei fatti assume sempre più il carattere di specie stanziale, soprattutto a sud della nostra  penisola in cui è presente durante tutto l'anno con una certa regolarità.

Apertura al colombaccio

Colombacci su ramo
Prima di arrivare sui campi di pastura i colombacci sostano in osservazione sugli alberi circostanti per assicurarsi che l'ambiente sia sicuro da eventuali insidie.

Proprio in questo periodo risulta essere cacciabile dai primi giorni di apertura rappresentando un'alternativa alla più sfuggente Tortora; ma la scelta di caccia non è mai un ripiego, anzi, per alcuni migratoristi, la caccia al colombaccio è una vera e propria arte fatta di trucchi, tradizioni e metodi che completano un rituale ben consolidato che a seconda dei luoghi si combina a tecniche molto diverse tra loro. 

Nei primi giorni di caccia si avrà la presenza di animali poco diffidenti che si palesano in voli non troppo alti e senza repentini cambi di direzione. 

Col passare dei giorni e con l'aumentare delle fucilate, aumenteranno anche le distanze di tiro e le velocità in volo, ciò renderà il tutto meno facile e anche più accattivante. 

Colombaccio
Sia nella caccia dal campo che da appostamento, i richiami vivi utilizzati come volantini o come zimbelli sulle aste fanno la differenza nella caccia al colombaccio.

Si possono così distinguere vari tipi di caccia al Colombaccio. 

Molto conosciuta è la caccia da appostamento fisso con ausilio di richiami vivi, i cosiddetti volantini o zimbelli, che vengono opportunamente ammaestrati e quindi posizionati su apposite aste. 

In questo caso i cacciatori costruiscono un appostamento di stecche e teli mimetici così da formare un luogo di riparo per celarsi, quindi si posizionano le aste con in cima i richiami vivi e si attende l’arrivo dei colombacci. 

Spesso queste aste vengono dotate di un sistema di movimento manuale che asseconda un breve involo degli zimbelli che attraggono ancor più i colombacci che si muovono in cielo. Si creano in tal modo delle vere e proprie giostre la cui efficacia si sostanzia solo grazie alla maestria di tanti appassionati.

Caccia da appostamento temporaneo

Caccia al valico ai colombacci
La caccia da appostamento temporaneo si svolge soprattutto lungo le traiettorie percorse dai colombacci dai boschi di rimessa ai campi di pastura nelle prime ore del mattino o viceversa nel tardo pomeriggio al rientro.

Vi è poi una caccia da appostamento temporaneo che si caratterizza per l'utilizzo sia dei richiami vivi sia di stampi, ossia riproduzioni di selvatici in plastica dalle dimensioni naturali o leggermente maggiorate che disposte nei luoghi di pastura richiamano i colombacci da grandi distanze. 

Questi  vengono posizionati su delle aste non troppo lunghe o sul terreno a simulare i selvatici in pastura. 

Si tratta di un tipo di caccia più usuale nelle fasi di spollo, rientro e pastura anche dei contingenti invernali. 

Alcuni utilizzano anche colombacci abilmente imbalsamati e accanto ad essi si posizionano sparsi in maniera irregolare sia zimbelli che piccioni dalla livrea non troppo chiara. 

Il gioco creato sarà tanto più efficace quanto più apparirà naturale. In tutti questi casi rivestono un ruolo importante il mimetismo e la possibilità di recupero degli animali abbattuti.

Colombaccio in volo
I colombacci che crederanno al gioco della tesa rappresentato da stampi o richimi vivi, effettueranno sempre dei voli di ispezione prima di giungere a tiro utile. Sono questi i momenti decisivi in cui il cacciatore deve restare immobile e contare sul proprio mimetismo preparandosi al tiro.

Il colombaccio è infatti un animale non solo diffidente ma dotato anche di un'ottima vista; sovente accade che prima di posarsi compia in aria una serie di traiettorie come semicerchi durante i quali cerca di scorgere ogni dettaglio utile a metterlo in allarme. 

In questi casi il mimetismo del cacciatore dovrà essere perfetto e assolutamente attinente alla vegetazione presente.

Anche l'immobilismo deve essere ben eseguito e direi anche anticipato poiché il colombaccio riesce a focalizzare ogni movimento anche alle più lunghe distanze. 

Ma il Colombaccio è anche un volatile forte e di dimensioni considerevoli che anche dopo l'impatto col piombo della fucilata riesce a percorrere distanze consistenti che spesso ne rendono difficile il recupero. In questi casi un buon cane da riporto, dove possibile, rappresenta un punto di forza per la buona riuscita della battuta  di caccia. 

Tiro al colombaccio: fucile e munizioni

Fucile Benelli Colombo e cartucce Baschieri & Pellagri
Semiautomatico calibro 12 e cartucce dai 36 ai 38 grammi con contenitore rappresentano le migliori alternative per la caccia al colombaccio. In foto, due soluzioni dedicate, il semiautomatico Benelli Colombo e le cartucce della serie Mygra Colombaccio di Baschieri & Pellagri

Il tiro al colombaccio non è particolarmente impegnativo ma in alcune condizioni e luoghi può risultare anche lungo e difficile, in tutti i casi si tratta di un tiro emozionante. 

Il calibro più usato è sicuramente il 12 ma in tanti apprezzano anche il calibro 20 che risulta più efficace nella versione magnum. 

Meno usato è il calibro 28. 

Il munizionamento del calibro 12 suggerisce dosi tra i 36 e i 38 grammi, mentre per il 20 dai 30 ai 34 grammi. 

Cartucce assolutamente con contenitore e piombo 5 o 7 a secondo dei metodi di caccia e delle distanze di tiro impiegate. 

Da preferire il fucile semiautomatico con canna lunga 71 o 76 centimetri.  Positivi quei fucili che garantiscono un minore rinculo in modo da poter rimanere stabili su una seconda canna sempre meno eventuale e sempre più necessaria se si ha la fortuna di imbattersi in un buon numero di volatili.