L’alimentazione della beccaccia. Lombrichi e contorni

Per capire cosa preferisce e come si alimenta la nostra specie basta osservarne il becco

La struttura dello stesso, in proporzione al resto del suo corpo, fa intuire che su di esso la beccaccia ripone tutte le sue speranze. La mandibola superiore è leggermente più avanzata di quella inferiore e ha una punta relativamente morbida in grado di rigenerarsi. Il becco è infatti lo scalpello con il quale la beccaccia infila la terra alla ricerca di prede. Questo è il suo primo step dell’azione di alimentazione; pertanto la punta del becco non può essere rigida altrimenti si spezzerebbe. Il tegumento di cheratina della punta del becco si chiama Rampotheca e si rigenera di continuo, favorendo l’introduzione nel terreno senza rischi di rottura.

Beccaccia
Attraverso delle cellule sensoriali presenti nel suo becco, la beccaccia percepisce le vibrazioni emesse da lombrichi e vermi sotto la terra fino a dieci centimetri di profondità. Da questo momento inizia il sondaggio del terreno fino alla cattura della preda

Il secondo step è l’attività di sondaggio del suolo e dei primi strati del sottosuolo, potendo perlustrare non oltre dieci centimetri di profondità. 

Qui entrano in funzione le cellule sensoriali, dette particelle di Herbst, posizionate circa due centimetri prima della punta, che consentono alla beccaccia di capire cosa si muove, sia tra le foglie, sia sotto la terra. Le vibrazioni di eventuali invertebrati presenti consentono la loro sicura individuazione. 

Queste “informazioni” vengono trasmesse al cervello attraverso il lavoro dei muscoli mandibolari e l’ausilio di un piccolo osso contenuto nella cavità oculare, “l’osso quadrato”, che ha la funzione di una vera e propria centralina elettrica, capace di realizzare anche i minimi cambiamenti di pressione individuati sempre dai corpuscoli di Herbst. Una volta percepita la presenza “elettrica”, quindi il movimento di vermi e lombrichi sotto terra, la nostra beccaccia inizia un meticoloso sondaggio (tecnica del probing) fino alla cattura della preda.

Analizzando la sua lingua noteremo la presenza di uno sperone che ha la funzione di arpionare il lombrico, ponendolo nella giusta posizione per ingurgitarlo velocemente.

L’apparto della faringe-laringe, con chiusura ermetica, impedisce l’eventuale risalita e fuoriuscita degli invertebrati.

A rinforzare tutto il meccanismo di presa e deglutizione contribuiscono anche dei piccolissimi denti aventi la funzione di grip sulla preda.

Il preferito...

Beccaccia e lombrichi rossi
Nei campi aperti e nei coltivi in prossimità delle rimesse boschive diurne, le beccacce hanno la possibilità di trovarequantità di lombrichi è superiori a quelle delle superfici boscate stesse

Tutto questo apparato morfologico ci dice che la sua alimentazione si basa essenzialmente sui lombrichi, più precisamente il lombrico rosso o l’Eisenia andrei, comunemente chiamato lombrico rosso di California. “Rimescolando quei pochi centimetri di terriccio che ricoprono il pianeta, lo fertilizzano trasformandolo in humus”: Charles Darwin, padre della teoria evoluzionistica, dedicò il suo ultimo saggio ai lombrichi e all’incessante lavorio che queste creature producono garantendo all’uomo le condizioni ideali per poter rendere fertile la terra. Si trovano sia su terreni acidi, coperti da foreste di conifere, sia sui terreni basici, con copertura a latifoglie (querce eccetera).

C’è un motivo per il quale la beccaccia è golosa dei lombrichi rossi; essi, infatti, le apportano più dell’80% dell’energia totale contenuta nell’insieme delle prede (Granval, 1987). 

Nei campi aperti in prossimità delle rimesse boschive diurne, la presenza di lombrichi è superiore a quella delle superfici boscate stesse, fino a 12 volte superiore come biomassa (Duriez et al. 2005). La biomassa dei lombrichi nei boschi disetanei, rinnovati naturalmente e/o artificialmente (rimboschimenti), è 4 volte superiore rispetto ai cosiddetti boschi vecchi. Gli studi condotti in Francia sulla densità di lombrichi su aree notturne e diurne frequentate da una sessantina di beccacce dotate di ricetrasmittente hanno consentito una calcolo di densità di lombrichi kg/ha su tre differenti tipologie di habitat: in foresta abbiamo una densità di 70 kg di lombrichi per ettaro, sui coltivi, stoppie e seminativi circa 200 kg, sulle praterie pasturate da bestiame si raggiunge la tonnellata per ettaro. Qui le deiezioni dei ruminanti favoriscono ovviamente l’attività dei lombrichi.

Più cibo c'è, più si fermano

terreno beccaccia
I luoghi frequentati da bestiame, favoriscono il proliferare dei lombrichi che costituiscono l'80 % dell'alimentazione della beccaccia, anche i periodi di permanenza nei territori variano in relazione all'abbondanza di cibo

La sosta delle beccacce sembra quindi dipendere dalla quantità del suo cibo preferito presente, specie nella fase di svernamento. Anzi, le aree di svernamento sono quelle che hanno una biomassa più elevata di lombrichi.

Nella fase invernale la dieta della beccaccia è basata all’80 per cento di lombrichi (Granval, 1988). Il fatto poi che la beccaccia si alimenti soprattutto di notte è da mettere in relazione alla risalita in superficie dei lombrichi, favorendo la cattura degli stessi. Da qui l’importanza della conservazione delle praterie arbustive che ospitano bestiame. Purtroppo questi ecosistemi si stanno riducendo notevolmente nell’Europa dell’est, soprattutto nelle grandi praterie continentali dove l’agricoltura tradizionale viene sostituita da quella intensiva, meccanizzata e largamente condizionata da fertilizzanti chimici che uccidono gli invertebrati.

Le ultime stazioni di “benzina”

Ricordiamoci che le soste migratorie sulle vaste praterie continentali sono le ultime grandi stazioni di benzina della beccaccia, necessarie al pieno di energia per attraversare i Carpazi e le Alpi. I lombrichi apportano grassi che la nostra specie sintetizza subito in energia per il volo migratorio. In molte soste notturne la beccaccia mangia almeno il 50% del suo peso per mantenere la giusta fitness per un volo performante. Non ha paura del freddo, poiché la sua temperatura corporea è di 42°, teme solo la fame.

Una dieta variabile

insetti
Il lombrico è l’alimento principale delle beccacce durante la migrazione e lo svernamento, nei luoghi primaverili ed estivi della riproduzione, la dieta varia e comprende coleotteri e insetti sia allo stadio larvale che adulto

Se il lombrico è l’alimento principale e strategico durante la migrazione e lo svernamento, nei luoghi primaverili ed estivi della riproduzione, la dieta può anche variare. La beccaccia apprezza molto gli elateridi (coleotteri) e i miriapodi (millepiedi), ma soprattutto alcuni insetti, allo stadio larvale e adulto: scarabeidi, ortotteri (grilli e cavallette), aracnidi (ragni) e polmonati (lumache). Controllate il contenuto dello stomaco quando vi apprestate a cucinare la beccaccia…

Dentro lo stomaco della beccaccia

lombrichi e insetti
Esaminando l'interno dello stomaco delle beccacce sono rintracciabili diverse essenze vegetali e piccoli frammenti di minerali che completano la sua alimentazione

Il regime alimentare tipicamente carnivoro ha bisogno nello stomaco della necessaria triturazione per favorire la digestione. 

La beccaccia ingerisce dei frammenti duri che possono essere di origine animale, come l’esoscheletro dei carabi dotato di chitina, sia di origine vegetale come granaglie, frutti e semi. I più rinvenuti nello stomaco della beccaccia sono i frammenti di quarzo, di granito, di silice, calcare e carbonato di calcio. Sono sempre frammenti senza angoli vivi, quindi rotondeggianti, per non lesionare la mucosa gastrica: praticamente come i nostri dolorosi calcoli. Infine, capita di rinvenire nel suo stomaco dei residui vegetali come il biancospino e i suoi frutti, così come quelli rosso corallo dell’agrifoglio. Sono stati anche rinvenuti residui di frutti della Rahmuns frangula, che ospita alcuni insetti e crisalidi, così come le bacche di sorbo e mirtilli (queste osservazioni risalgono addirittura al 1877 nel testo La Bécasse di J.Hoffmann). Semi interi di ranuncolo e sambuco sono anch’essi talvolta presenti nella sua dieta. In generale, in molti frutti in decomposizione la beccaccia rinviene vermi e altri insetti, così come nei funghi… forse anche da qui il detto “anno fungaio, anno beccacciaio”. ( J-M Gau, JP Boidot)