Carabine Straight Pull: in principio fu la Browning Maral

Straight pull, di cosa parliamo…

Quando parliamo di straight pull, va subito detto che parliamo di una carabina. E per la precisione di una carabina da caccia a ripetizione. Cosa la differenzia da tutte le altre tipologie? Il fatto di essere un’arma a riarmo manuale. E cosa la differenzia ancora da quelle a leva, pompa (slide action) o otturatore girevole-scorrevole (bolt action)? L’essere a riarmo lineare! Ovvero, essere una carabina a ripetizione nelle quale le operazioni di espulsione del bossolo, ricarica e armamento del percussore sono attuate dal movimento in avanti ed indietro di una leva azionata dal cacciatore/tiratore. Le anima quindi un sistema di riarmo ormai comune a molte carabine di ogni marca che generalmente è costituito da un otturatore dotato di due componenti indipendenti dell’azione. La testa dell’otturatore ruota per le funzioni di apertura e chiusura, mentre l’otturatore arretra, riarma il meccanismo di sparo e aziona il recupero della successiva munizione dal caricatore a pacchetto, il tutto tramite una semplice operazione lineare eseguita dall’operatore agendo sulla manetta. L’aspetto dell’arma è quindi assai simile a una bolt action, ma non è richiesto nessun movimento rotatorio del gruppo otturatore, solo ed esclusivamente lineare, sì da rendere l’azione di riarmo di questo tipo di carabina più veloce di una qualsiasi bolt action, senza abbandonare, con un minimo di pratica, la linea di mira.

La Browning Maral in versione Reflex Nordic Composite mancina, con ottica a punto rosso Kite K1 montata di fabbrica e calcio in polimero con poggiaguancia regolabile. 

La carabina a ripetizione lineare: regina della versatilità

Attraverso la carcassa è visibile la testa ruotante dell’otturatore che attua la chiusura.

Scendendo sulla parte tecnica, e nonostante la suddetta somiglianza formale con le bolt action derivata dal generoso pomello d’armamento, tutte le straight pull sembrano essere in verità assai più ispirate alle semiautomatiche che non alle “otturatore girevole” tipo Mauser in quanto tali. Un’analisi tecnica dei meccanismi di riarmo lo dimostra, facendo capire da subito la derivazione dalle semiauto, rispetto alle quali la più significativa differenza è la sostituzione del gruppo presa di gas, con l’azione manuale che deve essere azionata dal cacciatore.

Come considerarla, quindi? Né più né meno come l’ottimale compromesso ad elevata efficienza (soprattutto in termini di sicurezza di ripetizione del colpo), per tutte le forme di caccia, dalla selezione - dove dominano le bolt action - a quelle di più stretto dominio delle semiautomatiche come la battuta al cinghiale in primis. Trovandosi a pagare pochissimo in termini di precisione alle prime e solo sulle lunghe e lunghissime distanze, e altrettanto alle altre per quel che concerne la velocità di ripetizione del colpo, le straight pull sono delle carabine versatili e inarrestabili in qualsiasi condizione e situazione.

In poche parole: il fucile unico per il cacciatore a palla appassionato di big game in tutte le sue forme, così come il compagno ideale per il professional hunter in generale, entrambi bisognosi sempre di strumenti ultra-affidabili in qualsiasi situazione. Per una maggiore efficienza a caccia e soprattutto per evitare qualsiasi forma di pericolo.

La carabina straight pull secondo Browning

La presentazione della cartuccia da alimentare al vivo di culatta è impeccabile.

Poteva una grande casa Browning esimersi dall’entrare in questa fetta interessantissima di mercato? Certo che no, e il suo ingresso è stato dirompente con quel vero e proprio capolavoro che è stata e resta ancora la Maral. Per realizzarla Browning ha riflettuto a lungo. Prima, analizzando il mercato internazionale, con un occhio di riguardo per quei Paesi nei quali è vietato l’uso di semiautomatiche, ma il big game, ovvero la caccia grossa, è una sorta di religione. Poi, cercando di trovare la soluzione migliore, solo per scoprire che la soluzione ai problemi di affidabilità e semplicità che potevo impensierire i rivali, ce l’aveva in casa. Bastava ricorrere alla super affidabile meccanica BAR (già essa stessa di derivazione militare, con tutto quello che ciò può significare), e apportate le necessarie, minime modifiche per ottenere così un’affidabilità provata da oltre un milione di fucili diffusi nel mondo, il tutto realizzato con una robustezza collaudatissima e senza immotivate quanto irrazionali complicazioni. 

La posizione di estremo arretramento della manetta di armamento non fa perdere la mira.

Per trasformare quindi una Browning BAR in una Maral è stato sufficiente far agire la manetta di armamento sul portaotturatore, modificarne la forma per migliorarne la manovrabilità ed eliminare sia la molla di recupero sia il gruppo di presa di gas, entrambi componenti che in molte armi, anche se mai in casa Browning, possono in ogni caso essere critici.

Tutto qui? Non esattamente e non solo, perché a Herstal volevano dar vita a qualcosa di particolarmente raffinato. Capace quindi di soddisfare sia il professional hunter africano impegnato a ribattere magari un capo ferito, così come i cinghialai più esigenti, da quelli che cacciano in selezione dall’altana agli appassionati di braccata e battuta in tutte le sue forme.

La volata del Browning Maral nella versione SF Fluted, con canna scanalata e volata priva di filettattura. Il mirino regolabile in deriva ha un inserto in fibra ottica.

Nello specifico, infatti, si tratta di situazioni nelle quali occorre ripetere il colpo in fretta: vi immaginate il caso di un bufalo ferito? Ecco! Nel caso della caccia al cinghiale poi, se quello scovato dai cani è un branco di cinghiali che corrono veloci e appaiono per pochi attimi, allora la possibilità di ripetere il colpo velocemente sì da poter attingere più prede (o doppiare il colpo in magari un grosso solengo solo ferito) è essenziale; situazioni nelle quali anche il dover riportare manualmente a riposo la manetta dell’otturatore richiede tempo e può far deviare l’arma dalla linea di mira se non si ha sufficiente pratica, che invece dovrebbe essere mantenuta. Di qui l’idea geniale: l’azione straight-pull sulla Maral agisce solo per la corsa retrograda dell’otturatore. Il ritorno in batteria avviene semplicemente lasciando andare la manetta d’armamento. Il tutto con l’intera corsa dell’otturatore che si attua all’interno del castello dell’arma, garantendo un funzionamento rapido e oltremodo preciso. Impeccabile.

Vista ravvicinata dalla carcassa: in evidenza il cursore dorsale che arma il percussore, la manetta di armamento e la slitta per il montaggio dell’ottica.

Non a caso Browning può affermare “la più veloce straight pull sul mercato”! La Maral dispone di cursore per l’armamento manuale del solo primo colpo: non occorre riarmare il percussore per sparare i colpi successivi, in quanto dopo il primo, azionando la manetta dell’otturatore è poi sufficiente tirare il grilletto. Tu l’otturatore lo tiri solo indietro, e ad armare e richiudere ci pensa per te un’apposita molla che lavora mentre non sposti gli occhi dalla linea di mira. Con un tempo di espulsione/riarmo pari a quello della gestione del rinculo/rilevamento, quindi praticamente immediato. Un vantaggio non da poco con tutta la sicurezza del mondo. Cose che fanno ancora e sempre più, della Maral il punto di riferimento del mercato, sia per quel che concerne i cacciatori, che per la tutti gli altri concorrenti. 

Per completezza va detto che Browning aveva già tentato la strada della ripetizione lineare con il modello Acera presentato nel 1999, ma senza grossa fortuna. Tuttavia sarebbe un errore considerare la Maral come una discendente dell'Acera, visto che l'arma è stata completamente ridisegnata. 

Le versioni della Browning Maral

Oggi, dopo anni di pratica e successi, la Maral, che prende il nome dal Cervus elaphus maral, meglio noto come cervo rosso del Caspio, è disponibile in un ventaglio di versioni diverse, ciascuna accessoriabile in ogni modo e maniera, per venire incontro ad ogni gusto ed esigenza. Si presenta infatti in versione sia destrorsa sia mancina, in tutti i principali calibri dal .308 al .300 Winchester Magnum, passando per il 9,3X62 e il sempiterno .30-06 S, con caricatori da 5 a 10 colpi (laddove consentiti dalla legge) e canne di lunghezze proporzionali al miglior compromesso possibile in termini di prestazioni rispetto ai calibri e alle possibili distanze d’ingaggio fra short, medium (i tiri tipici della battuta) e long range (il tiro della selezione).

Le possibilità di scelta e customizzazione sono pressoché infinite, come le combinazioni fra estetica e funzionalità tecnica.

Per gli amanti del look tradizionale, ecco quindi le bellissime Big Game, Fluted Threaded e Platinum, vera e propria top di gamma, caratterizzate tutte da calciature in legno scelto e possibilità di incisioni di pregio e varie personalizzazioni di tipo estetico quanto tecnico, fra le quali spicca per certo quella delle volate filettate, per l’eventuale montaggio di freni di bocca o silenziatori.

Per chi invece è in cerca di strumenti dall’altissima valenza balistica, indistruttibili e caratterizzati da robustezza di livello militare, ecco la serie Compo Nordic caratterizzata da meccanica identica agli altri modelli, ma su calciature in tecnopolimero in colorazione nera e bruna. Ogni livello di customizzazione è possibile per ogni tiratore, e per ogni differente esigenza di tiro, dalla battuta con mire metalliche, alla selezione con sistemi di puntamento ottico.

La Browning Maral in versione Big Game, dedicata agli appassionati di cacce africane monta piastrine laterali incise a soggetto venatorio.

Per tutte, la possibilità di essere assemblate con slitta Nomad Hibrid, in grado di alloggiare dai collimatori a punto rosso (red dot) alle ottiche convenzionali di qualsiasi dimensione e ingrandimento.

Unica eccezione, la sorella con armamento lineare della BAR Reflex, la Maral Nordic Compo Reflex, che nasce a monte per la caccia in battuta e viene venduta con un’ottica proprietaria a punto rosso Kite Optics K1 già installata, per una velocità e accuratezza di puntamento eccezionali.

Reflex significa infatti che questa Maral (come la cugina semiauto BAR) è dotata di mirino a punto rosso posizionato nel punto più avanzato e più basso (fino a 6 mm più in basso rispetto a un attacco su carcassa!) garantendo da una parte perfetto allineamento occhio/bersaglio, e dall’altro nessuna necessità di adattamento per chi pratica altre forme di caccia, magari ad anima liscia, a tutto vantaggio di brandeggio ed uso fulminei, naturali anche quando si prende in mano la carabina.

Altro vantaggio non da poco: anche sulla Reflex è possibile abbinare slitta Nomad Hibrid, il che significa avere due carabine in una in un lampo!

Faccio un esempio: è l’alba, vado a fare il mio aspetto dall’altana e ovviamente ipotizzando distanze di tiro fra i 150/200 metri e in condizione di scarsa luce, assemblo l’ottica più appropriata sulla slitta. Bene, il punto rosso Kite K1 resta al proprio posto senza nessuna necessità di rimozione. Poi, in pieno giorno, vado in braccata coi miei amici. Nessun bisogno di smonta e rimonta e tara e ritara: basta togliere l’ottica dalla slitta, e ho la carabina pronta con il suo bravo red dot integrato! Arriva la sera, decido per un aspetto sino a notte: semplicemente riassemblo l’ottica sulla slitta e il gioco è fatto.

Geniale! Il tutto, con la garanzia di una balistica superiore derivata dall’esperienza di chi, come Browning, si è fatto le ossa come il più grande produttore di canne per mitragliatrici al mondo…  

La raffinata versione Platinum della Maral, con carcassa cesellata ad arabesco e legni fi noce di grado 5 si rivolge ai cacciatori che amano i dettagli lussuosi senza rinunciare all’affidabilità.

Per ulteriori informazioni, visita il sito Browining.

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