Crispi Highland Pro: nelle terre estreme

Scarponi, ghette e stivali

Caccia vagante su terreni dal piano alla montagna passando per la collina. La scelta per i più tecnici, è pressoché obbligata, e parla di scarponi comodi e leggeri, robusti ma capaci di favorire la camminata. In terreni più o meno “puliti”, bastano. Dove la macchia s’inasprisce, ecco che servono buone ghette per meglio riparare gli stinchi ed evitare che rametti e spine entrino nelle calzature rendendo la giornata di caccia un inferno. Con fango e umido, il risultato positivo è ancora garantito, specie poi se si alternano bosco a roccia. Se invece ci si trova in collina e pianura, su terreni più morbidi e acqua in grande quantità, diventano imperativi gli stivali. Stivali di gomma naturale di ottima qualità. Ovvio, tuttavia, che per il principio della fisica per cui ad ogni vantaggio corrisponde uno svantaggio uguale e contrario, in tutti i casi – specie poi se durante le marce si ha una seria variabilità di situazioni – ognuna di queste scelte può avere dei limiti.

Lo scarpone? Per quanto ben fatto, ha un’altezza limitata, e impedisce guadi impegnativi, pena l’entrata dell’acqua, più che matematico. Scarpone più ghette? Idem come sopra in caso di acqua alta.

Stivali? Tengono l’acqua, ma sono meno stabili, e in terreni rocciosi e scogli taglianti si rompono con facilità, senza poi dire che sono in ogni caso, anche quelli con membrane in neoprene, molto meno protettivi sul piano della tenuta termica.

E allora…? No, dico, e allora che fare in caso di necessità di caccia in terre estreme, con forte freddo e umido ed estrema variabilità in termini di ambienti da affrontare? Parlo di situazioni dove servono in unum stabilità, resistenza, protezione dalle asperità ambientali e tenuta all’acqua, oltre a protezione dal freddo in ogni caso.

Ecco, per dare finalmente una risposta esaustiva a tutte queste domande, CRISPI ha creato l’Highland PRO…

Video: Scarpone Highland Pro di Crispi


Che cosa è l’Highland Pro di Crispi

La prima cosa che colpisce, specie poi nella versione Black, quella che abbiamo provato, è il look: “strano”, aggressivo, esteticamente accattivante nel suo mix perfetto di colori e materiali. Belli? No, bellissimi! Ma scendiamo nei dettagli…

Rigirandoseli fra le mani, si capisca da subito che trattasi di vero scarpone da caccia, a cui è stata saldata una ghetta ad alte prestazioni. Ma non basta.

Lo scarpone in sé è una pedula costruita in Cordura e Nabuk, con cuciture triple, e suola Vibram e intersuola identiche a quelle che caratterizzano altri modelli quali il Valdres. Cosa cambia e fa la differenza, è il sistema di chiusura millimetrico dello scarpone, che sostituisce normali lacci, con BOA azionabile tramite la praticissima rotella. Alzi la rotella, allarghi lo scarpone, lo infili, schiacci la rotella, e quindi la regoli tensionando il tutto a piacere.

La calzata è ottima, assimilabile a tutti gli scarponi CRISPI di ultima generazione.

Quel che fa la differenza è la ghetta. Direi meglio l’esoscheletro in vari tessuti termosaldato allo scarpone.

È apribile e chiudibile con cerniera a tenuta stagna TIZIP, che assieme ai materiali la rende affatto impermeabile all’acqua.

Ma c’è di più. Buona parte della sua composizione, infatti, è in tessuto tecnico antirovo e antispino, che la rende robustissima e in grado di sostituire qualsiasi ghetta con un vantaggio non da poco: è solidale alla calzatura, e non necessita di pericolosi e scomodi cordoncini sottoscarpa!

A rendere il tutto super pratico, in alto ci sono due chiusure regolabili in velcro, configurabili per qualsiasi taglia e circonferenza di polpaccio.

La sequenza è quindi questa: apertura della zip, apertura dello scarpone, chiusura dello scarpone, chiusura della zip, regolazione al polpaccio, e si è pronti per qualsiasi avventura!

Destinazioni d’uso

Sul piano della caccia vagante, sono il perfetto strumento per cacciare la beccaccia in climi freddi e in terreni vari, specie se molto umidi, ma al contempo multiformi, dove alle pozze e ai guadi del piano, si sommano le rocce e aspre boscaglie. Sono poi perfetti per territori pianeggianti e molto bagnati, quali quelli di Estonia e Lapponia. Idem, si prestano assai bene per cacciare beccaccini in risaia e in gerbidi misti, specie nelle giornate più fredde.

Per cacce d’alpeggio quali cotorni, nordiche e forcelli, mi sembra quasi superfluo parlare, specie se trattiamo di pareti ghiacciate e altopiani che si intervallano a boschi fra i rododendri.

Altrettanto, “rischiano” di essere gli strumenti supremi per il bracchiere nelle cacce al cinghiale, sia che si parli di braccata che di girata.

Dal punto di vista della caccia d’appostamento invece, si qualificano, specie se ce la giochiamo con calze termiche, come compagni ideali nelle poste al cinghiale (anche per gli inserti ad alta visibilità), così come diranno assolutamente la loro in tutte le occasioni che fra “botti” e “valli” richiedono la presenza di stivali. Ecco, li sostituiscono in pieno, ma con livelli di comodità e protezione impareggiabili.

Dove invece sono assolutamente sconsigliati? Ovvio: in tutte le cacce estive e altrettanto in quelle autunnali, specie poi se caratterizzate come nelle ultime stagioni, da caldo anomalo e secco prolungato.

Noi ne siamo stati soddisfattissimi, ora la parola passa a voi…


Per saperne di più visita il sito Crispi Sport.

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