Lupo: problematiche, dati e soluzioni

Corrado Maria Petrucci / all4hunters.com

Per chi si interessa di Caccia e di vita rurale in generale, uno dei dati più allarmanti che caratterizza la cronaca degli ultimi anni è senza dubbio l’aumento esponenziale della popolazione del Lupo. La descrizione che ne fa Carlo Grande nella frase in apertura, non poteva essere più azzeccata. Il problema, nasce però, quando il coraggio del nostro fratello Lupo lo porta a relazionarsi, in modo spesso devastante, con l’uomo.

Lupi nella foresta
Negli ultimi anni la popolazione del Lupo è aumentata in modo esponenziale. Le conseguenze sono tante e di difficile gestione.

La popolazione del Lupo inizia ad aumentare trent’anni or sono. Quando, cioè, l’animale in questione è diventato protetto. Il primo problema di questo aumento allarmante riguarda gli attacchi che gli stessi fanno nei confronti di allevamenti e di bestiame in generale. Spesso accade che chi nella vita sceglie di vivere del lavoro agricolo e di allevamento come i pastori, si trova a dover addirittura abbandonare i territori in cui fa pascolare i propri animali con una conseguenza assolutamente nefasta: il territorio si rinselvatichisce. A quel punto, si entra in un circolo vizioso dal quale è assolutamente difficile uscire. Se il territorio non si gestisce, soprattutto sul piano faunistico con piani di prelievo ed una caccia assolutamente ragionata e studiata, le popolazioni faunistiche locali finiscono per prevalere l’una sull’altra, con conseguenze inimmaginabili. Un esempio fra tutti. Dove prolificano i cinghiali, in territori mal gestiti sul piano faunistico, vanno a diminuire drasticamente le popolazioni di volatili che nidificano a terra, come il fagiano. I cinghiali, divorano le covate del volatile con conseguenze assolutamente da evitare.

La conferenz Stato-Regioni e la gestione del lupo

Oggi,  nella Conferenza Stato-Regioni si è iniziato a ragionare, seppur timidamente, sulla possibilità di porre in essere un piano di gestione del Lupo. In particolare, i dati a disposizione delle istituzioni non hanno potuto che portare ad una conseguenza di questo tipo. Allo stato attuale, tra Lupi appenninici, Lupi provenienti dalla Francia ed ibridi tra cani e lupo (altra importante problematica) si parla di circa 10.000 capi più un numero non precisato di Cani rinselvatichiti

Si pensi, ad esempio, che negli anni 70 i Lupi appenninici ammontavano a circa 400 esemplari. Certamente, da amanti del mondo rurale e venatorio quali noi tutti siamo, non possiamo che essere contenti e soddisfatti che una specie animale abbia ripreso il proprio percorso evoluzionistico aumentando i propri esemplari presenti sul territorio italiano.

Lupi e Cani rinselvatichiti
Si parla oggi di circa 10.000 capi tra Lupi e Cani rinselvatichiti.

Rimane comunque che se l’aumento è eccessivo, si presenta la necessità di un intervento per gestire la questione. Uno tra i progetti più interessanti posti in essere per monitorare la popolazione del lupo, in particolare nel nord Italia è stato il progetto “Life Wolfs Alps” il quale ci restituisce una serie di dati interessanti. 

In Piemonte, ad esempio, esisterebbero 21 branchi, di cui 14 nel territorio di Cuneo e 7 nel territorio Torinese e di questi solo 4 sarebbero riproduttivi. Il problema della gestione del Lupo è un problema che già in altre nazioni della Comunità Europea si gestisce.

Si pensi che, ad esempio, in Norvegia il problema è stato preso in mano dal Ministro dell’Ambiente Vidar Helgese il quale ha autorizzato l’abbattimento di due branchi di Lupi, per un totale di 12 esemplari, che vivevano al di fuori di quella zona all’interno del quale il Lupo può vivere indisturbato. Questa suddivisione georgrafica posta in essere dal Governo svedese, cerca di far convivere pacificamente, in territorio già difficile dal punto di vista climatico, diverse specie tra cui appunto i Lupi, le Alci e l’uomo non i suoi pascoli e il proprio bestiame.

Le speranze e le precisazioni del mondo venatorio

Ci auguriamo che, anche in Italia, il legislatore voglia davvero prendere il mano la situazione e considerare la possibilità di gestire il Lupo. Ci teniamo a ribadire, nei confronti di aspre e infondate critiche provenienti dal mondo del facile animalismo, che la Caccia anche in questo caso non sarebbe un inutile gioco al massacro privo di qualsivoglia forma di regolamentazione bensì un intervento studiato e strutturato, ragionato su basi scientifiche e di carattere statistico, per gestire un problema che oggi, purtroppo, è sempre più presente. 

Da Cacciatori ci teniamo a condannare in modo assoluto quei comportamenti avuti da persone non meglio identificate ad esempio nella zona di Suvereto dove due esemplari di Lupo sono stati dapprima uccisi e poi appesi ad un cartello stradale. La Caccia non è questo, mai lo è stato e mai lo sarà.