Smontaggio completo: Ruger New Vaquero

Ruger New Vaquero
Come sempre qualsiasi operazione deve iniziare con il controllo dello stato dell'arma

La Ruger New Vaquero in calibro .45 Colt, è uno dei revolver più utilizzati nelle competizioni di tiro western. I tiratori lo impiegano anche per normali sessioni di tiro in quanto il revolver è estremamente preciso e oltretutto è molto resistente alle sollecitazioni, in virtù della meccanica riveduta e corretta, rispetto quella che equipaggiava le originarie Colt S.A. modello 1873. Avevamo già provato il revolver in questione e a nostro avviso il peso di scatto, per un’arma che doveva essere impiegata solo per tiro informale o gare, risultava eccessivo. 

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Il peso di scatto eccessivo ha richiesto lo smontaggio del revolver per la sostituzione di alcune molle

Procurato un congegno per misurare il peso dello scatto abbiamo evidenziato che questo si aggirava intorno a 1,850 kg, ottimo per armi da difesa ma problematico per ottenere rosate prolungate al poligono o serie veloci in gara: lo strappo è sempre in agguato. 

Il misuratore elettronico della Lyman, utilizzato per il test, deve essere capito. Funziona né più né meno come uno scatto sensibilissimo. Difficilmente chi non ha ben compreso come si tira il grilletto riuscirà a farlo funzionare a dovere. 

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Lo smontaggio inizia togliendo il tamburo dalla sua sede

Occorre molta sensibilità. Quando agganciamo il congegno al grilletto, dobbiamo esercitare una pressione progressiva, facendo attenzione al collasso di retroscatto per non sommare la resistenza dello scatto alla pressione non necessaria esercitata sul grilletto ormai giunto a fine corsa. Non volendo agire con pietre e paste abrasive, ci siamo procurati il kit di molle dedicato al Vaquero della Wolff, azienda specializzata nella produzione di parti per armi e particolarmente per l’alleggerimento degli scatti. 

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Proseguiamo togliendo le guancette

Il kit comprende la molla del cane, quella del grilletto e la molla del pulsante elastico che tiene in sede l’asta di rotazione del tamburo. Quest’ultima non è stata sostituita. Detto questo, procurati i pochi attrezzi necessari, due cacciaspine, e un cacciavite, abbiamo iniziato lo smontaggio, non prima di aver controllato scrupolosamente che l’arma fosse scarica. Questa operazione è imperativa per qualsiasi manipolazione dell’arma si voglia fare. 

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Dopo aver armato il cane provvediamo a disattivare la molla del cane

Lo smontaggio inizia togliendo il tamburo dalla sua sede. Occorre premere il pulsante elastico posto davanti al castello e sfilare l’asta di rotazione. Il tamburo può essere rimosso dal lato destro del telaio, dopo aver aperto lo sportellino. La scelta del cacciavite adatto contribuirà a non rovinare la testa delle viti. Con l’attrezzo giusto rimuoviamo le guancette. A questo punto si deve disattivare la molla del cane. Può essere utilizzato un cacciaspine che deve essere inserito in un apposito foro ricavato nella guida della molla del cane. 

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Svitiamo le viti posteriori che uniscono il castello all'impugnatura
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In sequenza togliamo le viti sottostanti posteriori

A questo punto occorre rimuovere le 5 viti che tengono insieme il telaio all’impugnatura. 

È consigliabile procedere allo smontaggio delle viti nella sequenza mostrata. 

Iniziamo dalle due viti posteriori che risultano essere di uguale grandezza. Passiamo a quelle inferiori poste dietro al guardamano. 

Estraendole notiamo che sono di diversa lunghezza. Infatti quella più lunga va ingegnosamente a impegnare una gola ricavata su un lato del perno del cane, impedendone la fuoriuscita. 


Il sistema di perni, ideato dalla Ruger, fa dimenticare di stringere le viti laterali che nelle vecchie Colt con l'uso tendono a svitarsi periodicamente. 

È il momento di togliere l’ultima vite, la più piccola delle cinque, posta centralmente nella parte anteriore del prolungamento dell’impugnatura. 

Le viti sono tra loro riconoscibili e non occorre tenerle separate nella fase successiva del montaggio. 

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Per ultima svitiamo la vite sottostante anteriore

È ora possibile separare il telaio dall’impugnatura. Sentiremo un “click”, nessuna paura, è la molla del grilletto che si è separata da quest’ultimo, arrestandosi sul telaio dell’impugnatura. In questa fase si deve fare molta attenzione a non perdere delle minuscole parti che compongono l’arma. Una è la molla, completa di perno, che sospinge il bocciolo. Un'altra miglioria rispetto alle Colt che avevano una piccola lamina collegata al bocciolo, incline a rottura. 

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È ora possibile separare il castello dall'impugnatura ma attenzione...
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Attenzione alla molla del bocciolo che può facilmente andare persa

Questa piccola molla è alloggiata in un foro ricavato dietro allo scudo di culatta sinistro. Un’altra parte minuscola, a rischio caduta e probabile perdita, è il perno cavo caricato da una molla, deputato a spingere in alto il dente di arresto del tamburo. Quest’ultimo è situato nella parte anteriore dell’impugnatura e sostituisce la molla a lamina, anch'essa incline a rottura che equipaggia le Colt con meccanica originale. Come anticipato, queste parti si sfilano dalle loro sedi con facilità e il rischio di perderle è notevole. 


Consigliamo, oltre a dotarsi di qualche contenitore per riporre le minutaglie, di operare se possibile all’interno di una scatola di opportune dimensioni. Quando si deve estrarre una molla compressa, sarebbe opportuno porre uno straccio davanti alla testa della molla in modo che, se questa dovesse schizzare via con violenza, sarebbe intercettata dal tessuto. Oltre a evitare di perderla, si scongiurerebbero danni a cose o persone. Una molla in un occhio non è mai piacevole. 

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Il piccolo perno cavo, caricato da una minuscola molla che comanda la leva del fermo tamburo

Ricordiamo che i due perni che sostengono i meccanismi interni del revolver non richiedono per l’estrazione l’uso del martello. Rimossi il perno posteriore e quello anteriore, si potranno togliere i leveraggi interni. Nell’ordine toglieremo il cane, il bocciolo e la stanghetta della sicura detta transfer bar. 

Per rimuovere il perno anteriore, è necessario premere verso il basso la molla di ritegno dello sportellino di caricamento. 

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Tolto il relativo perno, è possibile estrarre cane, bocciolo e transfer bar

Anche questa molla si adatta in un’apposita gola ricavata su un lato del perno. Fatto questo si potrà togliere il grilletto, di seguito la leva arresto tamburo e la molla dello sportellino di caricamento, successivamente lo sportellino stesso. A questo punto potremo riprendere l’impugnatura e togliere dalla sua sede la molla del cane con il relativo guidamolla, e il blocchetto della sicura a chiave. La molla del grilletto potrà essere estratta facendo uscire parzialmente dalla sua sede il relativo perno. 

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Per rimuovere il perno del grilletto occorre premere verso il basso la molla dello sportellino

A questo punto potremo iniziare a sostituire le molle originali con quelle alleggerite. Nessun problema per quella del grilletto. La molla del cane richiede qualche attenzione in più. Oltre a prestare attenzione al momento di togliere quella originale, per rimettere in sede quella con minori libbre ma pur sempre molto resistente, occorre attuare un espediente. Abbiamo bloccato la parte anteriore del guidamolla in una morsa, non prima di   aver rivestito le ganasce con una lastra di piombo. 

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Tolto il perno e il grilletto, è possibile rimuovere la molla dello sportellino e il fermo del tamburo

Abbiamo poi utilizzato il blocchetto della chiave a sicura per comprimere la molla e bloccarla con il solito cacciaspine. Vi assicuriamo che non è un’impresa del tutto comoda ma applicando un poco di forza alla fine si riesce a compiere l'operazione. 

Nel montaggio si devono seguire al contrario le fasi di smontaggio. Attenzione a non comprimere, piegandola, la piccola molla del bocciolo, quando andremo a far combaciare il telaio con l’impugnatura. 

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Rimossa la relativa molla, può essere facilmente estratto lo sportellino 

Si deve prestare attenzione anche alla molla che comanda il dente di arresto del tamburo che potrebbe non allinearsi con quest’ultimo e non funzionare. 

Ricordiamo di inserire il cane con il bocciolo e la stanghetta della transfer bar agganciati tramite gli appositi fori.  All’atto del ricongiungimento del telaio con l’impugnatura si deve prestare attenzione a far andare in sede la parte anteriore della molla del caricatore con la fresatura posteriore del grilletto. 

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Il provvidenziale cacciaspine, permette di togliere la molla del cane, l'asta guidamolla e il blocchetto della sicura a chiave

Ultima raccomandazione per facilitare il reinserimento del perno del grilletto. Questo può essere facilmente allocato reinserendolo dalla parte destra del revolver, naturalmente dalla parte priva di gola, tenendo contemporaneamente leggermente abbassata la molla che tiene in sede lo sportellino di caricamento.   

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La molla del grilletto può essere rimossa estraendo parzialmente il suo perno

Chi volesse solamente sostituire le molle originali con quelle alleggerite può evitare di smontare le parti interne del revolver. Queste però dovrebbero essere smontate per una pulizia straordinaria dell’arma specialmente se, in ossequio al calibro impiegato, si vogliano utilizzare cartucce caricate a polvere nera. Malgrado l’arma sia in acciaio inox questo materiale non è del tutto immune dai processi corrosivi degli acidi provocati dalla combustione della fumosa miscela ternaria. 

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Il revolver completamente smontato ad eccezione del pulsante elastico che blocca l'asta di rotazione del tamburo e della barra di espulsione

Non dimentichiamo inoltre che la polvere nera provoca una grande quantità di fecce che dopo un certo numero di cartucce potrebbe impedire il corretto funzionamento del revolver. 

Per la cronaca l’arma, testata con il misuratore della Lyman, dopo la sostituzione delle molle, ha uno scatto con una leggera precorsa, di circa 1,150 kg, che ne migliora sicuramente la fruibilità, il tutto con una spesa minima di circa 15 euro e senza dover ricorrere all'intervento di un armaiolo specializzato. Conoscere la sequenza di smontaggio dell’arma potrà tornare utile nel caso si debba in futuro sostituire una qualsiasi parte usurata, senza provocare danni strutturali.