Le armi dovrebbero essere periodicamente pulite e in ogni caso “sempre” dopo l’uso. Questa norma è doverosa con le armi che impiegano la polvere nera la cui combustione può provocare danni ai metalli dopo solo poche ore. La polvere nera è composta da carbone, salnitro e zolfo. Quest’ultimo bruciando produce anidride solforosa che a contatto con il vapore acqueo, prodotto dalla combustione del carbone, ha la proprietà di intaccare vari metalli tra cui ferro, acciaio e nichel. Al termine di una gara o di un allenamento, per non ritrovarsi con le armi irrimediabilmente rovinate, è possibile utilizzare dei solventi moderni che nell’immediato bloccano il processo corrosivo ma una volta giunti a casa si dovrà procedere allo smontaggio completo e alla classica e insostituibile pulizia dell’arma, utilizzando acqua calda e sapone a cui seguirà un’attenta asciugatura e oliatura.
Le armi a rotazione, rispetto a quelle a colpo singolo, hanno una meccanica più complicata e per lo smontaggio completo, richiedono diversi passaggi. Per mostrare lo smontaggio di un revolver dell’epoca, abbiamo ritenuto di scegliere quello che crediamo sia il più famoso, utilizzando una bellissima replica del revolver Remington 1858 New Model Army, prodotto dalla Ditta A. Uberti.
Come per le armi a retrocarica, prima di iniziare lo smontaggio, dovremo accertare che l’arma sia scarica, controllando che le camere del tamburo siano vuote e che non siano inserite capsule nei luminelli.
Per lo smontaggio basterà munirsi di alcuni cacciaviti di diverse misure per evitare al massimo di rovinare il taglio delle viti. Sarà indispensabile la speciale chiave per smontare i luminelli. Raccomandato un contenitore per riporre le minuterie appena smontate e un piano d’appoggio ricoperto da un panno morbido. Ideale un ritaglio di moquette a coste che evita di far rotolare le parti tonde appena smontate. Indicati tessuti chiari che fanno risaltare la brunitura dei minuscoli pezzi.
Si inizierà separando il tamburo dal castello del revolver. Per eseguire questa operazione si premerà all’indietro il pulsante elastico zigrinato posto all’estremità dalla leva di caricamento. Questo permetterà di far avanzare il perno di rotazione del tamburo che sarà però ancora vincolato al castello dell’arma. Per consentire la fuoriuscita del tamburo si dovrà portare il cane nella monta di armamento. In questo modo si abbasserà il fermo del tamburo ‒ posto nella parte inferiore del castello ‒ mentre il bocciolo arretrerà nel suo recesso.
Il tamburo sarà ora libero di uscire da un lato del castello. Per evitare la caduta del tamburo mentre questo sarà premuto con il pollice sul suo lato sinistro, si dovrà essere pronti a raccoglierlo appena estratto, trattenendolo con le restanti dita.
Si potranno togliere le due guancette semplicemente svitando la vite posta al centro delle stesse. Nel caso la guancetta posta sul lato destro opponga resistenza, si potrà battere leggermente su di essa, dalla sua parte interna, per facilitarne la separazione dal telaio. Con un cacciavite adeguato, si rimuoverà la vite posta anteriormente alla guardia del grilletto che potrà così essere sfilato, liberandone l’appendice posteriore che si adatta in un recesso del telaio.
Sarà ora visibile la testa della vite che tiene in sede la molla a due rebbi che comanda il grilletto e il fermo del tamburo. Dopo averla svitata si potrà estrarre detta molla.
Ora potremo svitare la vite che tiene in sede il grilletto. Tolta detta vite e a seguire il grilletto, si potrà estrarre la leva arresto tamburo.
Per togliere la molla a lamina del cane, si dovrà svitare la piccola vite che si trova nella parte anteriore dell’impugnatura. La molla ora priva della tensione, determinata dalla pressione esercitata dalla vite appena rimossa, potrà essere facilmente sfilata facendola uscire lateralmente dal basso.
Si potrà ora svitare la vite del cane; dopo aver tolto tale vite, il cane non uscirà dalla sua sede perché collegato al bocciolo tramite un’ulteriore vite. Per separare le due parti, si dovrà premere il cane verso il basso in modo da far sporgere la sua parte terminale dal castello, fino a intravedere la minuscola vite che tiene uniti i due pezzi. Svitata quest’ultima vite si potranno sfilare cane e bocciolo dal castello.
Infine, togliendo la vite laterale posta nella parte anteriore del telaio, potremo estrarre, sfilandola, la leva di caricamento che a sua volta libererà il perno di rotazione del tamburo che potrà essere anch’esso sfilato. Lo smontaggio completo, rivelerà che i residui carboniosi si insinuano in ogni parte, anche la più nascosta. Per rimontare l’arma basterà eseguire al contrario le operazioni fin qui descritte.