Beretta PMXs, abbiamo provato l’erede della PM12, in versione semiautomatica

Presentata ufficialmente nel 2017 nel corso del Milipol di Parigi, la Beretta PMX è una pistola mitragliatrice destinata all’impiego professionale che rappresenta idealmente il successore della M12, arma d’ordinanza di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza.  Dopo un breve periodo di sperimentazione, nel 2018 l’Arma dei Carabinieri commissionò ufficialmente i primi 5mila esemplari di PMX che andrà a sostituire progressivamente l’M12. Nel 2021 Beretta con una mossa a sorpresa ha presentato sul mercato civile la PMXs, con modalità di sparo solo semiautomatica, camerata in calibro 9x21 e ora, grazie alla recente liberalizzazione, anche in 9 Parabellum. La definiamo una mossa a imprevista poiché la casa di Gardone è sempre stata restia, nonostante le grandi richieste, a realizzare una versione semiautomatica dell’M12. Ora finalmente anche gli appassionati italiani, e non solo, potranno apprezzare le interessanti doti di questa pistola mitragliatrice che pur ricordando molto (e non a caso) l’illustre predecessore, se ne discosta nettamente per schema meccanico e materiali.

Il lato destro della Beretta PMXs. Pur con grandi differenze, la struttura tubolare del castello è la stessa della PM12.
Il lato sinistro della Beretta PMXs. Sicura e sgancio del caricatore sono presenti su entrambi i lati del castello.

Video: Test della pistola mitragliatrice Beretta PMXs


PMX: tanto simile e tanto diversa

La Beretta PMXs con il calcio in polimero ripiegato sul lato destro. In questa posizione si può comunque sparare.

Partiamo dal cuore, ovvero da quello che al primo sguardo non si vede: la PMXs spara a otturatore chiuso, una differenza sostanziale rispetto alla M12 che sparava a otturatore aperto. Per riassumere, questo significa che nella PMX la chiusura dell’otturatore e l’esplosione del colpo sono due fasi distinte e indipendenti, mentre nella M12 la chiusura e lo sparo, provocato da un percussore sporgente dalla faccia dell’otturatore, avvengono nello stesso momento. Il sistema di sparo a otturatore aperto, pur nella sua semplicità ha degli effetti collaterali poco desiderabili, il primo dei quali è l’instabilità dell’arma creata dalla massa dell’otturatore che si sposta bruscamente in avanti al momento dello sgancio. A livello di sicurezza le armi che sparano a otturatore aperto sono più inclini agli spari accidentali in caso di caduta (tant’è che la M12 montava una sicura sull’impugnatura) e generalmente hanno scatti più rudimentali e pesanti. Sicuramente si trattava di un buon compromesso per produrre mitra in grandi quantità durante i peridi di guerra, ma oggi le armi per le Forze dell’Ordine devono garantire livelli di sicurezza che all’epoca erano impensabili. Quindi, nonostante la struttura della PMX sia molto simile a quella dell’M12, il suo meccanismo interno è completamente diverso. La funzionalità generale e la dislocazione dei comandi replicano invece abbastanza fedelmente quelle della M12 per una semplice ragione: economia nei tempi di addestramento. Per un operatore abituato a usare l’M12 il passaggio alla PMX avviene senza alcuna differenza significativa. La dislocazione dei comandi è molto simile, con un selettore di tiro simile a quello della seconda versione dell’M12, ma situato su entrambi i lati del castello. Anche il pulsante di sgancio del caricatore è ambidestro e sostituisce quello a linguetta in posizione centrale. 

La manetta di armamento è sul lato sinistro, ma può essere facilmente spostata su quello destro.

La manetta di armamento, che sull’M12 è fissa sul lato sinistro, può essere spostata facilmente da un lato all’altro del castello. La versione semiautomatica ha il selettore di tiro a sole due posizioni, mancando ovviamente la possibilità di selezionare la raffica.

Dal punto di vista dei materiali la PMXs di dimostra altrettanto diversa dal progenitore, avendo un fusto in due parti in tecnopolimero. La parte inferiore comprende l'impugnatura a pistola, che ha un design confortevole ed estremamente grippante, grazie alla zigrinatura delle superfici di presa e al profilo particolarmente riuscito.

La parte superiore del fusto, entro cui scorre l’otturatore nasconde una struttura tubolare in metallo dalla massa molto contenuta, tanto che il peso totale dell’arma è di 2,400 Kg. La canna è disponibile in due lunghezze, 175 oppure 185 mm.

Il calcio è in polimero, ripiegabile sul lato destro e presenta un doppio dente di ritenzione per permettere, in caso di caduta, una sicurezza di tenuta maggiore. Il suo design permette comunque lo sparo anche in posizione ripiegata.

Le slitte Picatinny sull’astina consentono il montaggio di accessori come maniglie e anelli per la cinghia tattica.

Una slitta Picatinny a tutta lunghezza consente di montare sulla carcassa qualsiasi tipo di mira meccanica, ottica e combinazioni in “co witness”. Di serie la Beretta PMXs è consegnata con un set di mire meccaniche pieghevoli (flip-up) prodotte dallo specialista italiano LPA. Due slitte Picatinny supplementari, situate attorno alla canna a ore 3 e 9 permettono di applicare all’arma altri accessori come una maniglia anteriore, una torcia e altri sistemi optoelettronici.

Grazie alle due lunghezze canna (175 mm e 185 mm) e alla classificazione sia come arma comune sia come sportiva, la Beretta PMXs mondo delle competizioni PCC.

La Beretta PMXs è alimentata con caricatori bifilari dalla capacità di 20 colpi, costruiti in polimero ad alta resistenza trasparente, con una piacevole sfumatura fumé. Questo consente di verificare con uno sguardo fulmineo il numero dei colpi presenti nel caricatore. Una basetta rinforzata in polimero nero facilita la manipolazione del caricatore ed evita che possa danneggiarsi cadendo a terra dopo lo sgancio.

Primo contatto con la Beretta PMXs

Per la nostra prova in poligono abbiamo montato sulla Beretta PMXs un punto rosso Steiner MRS da 3 MOA.

Abbiamo avuto la possibilità di provare approfonditamente la Beretta PMXs in poligono e ne abbiamo apprezzato per prima cosa l’estrema maneggevolezza, complice anche il peso davvero contenuto e l’eccellente bilanciamento. Ma quello che si è rivelato sorprendente, per un’arma nata per uso militare, è la qualità dello scatto che è netto e costante e permette di sfruttare al meglio la precisione intrinseca dell’arma che per l’occasione era stata equipaggiata con un mirino a punto rosso Steiner MRS montato direttamente sulla slitta Picatinny. Il rinculo è ridottissimo, il rilevamento praticamente assente e questo consente di mantenere l’arma allineata al bersaglio anche sparando sequenze veloci.

Una rosata alla distanza di 25 metri con munizioni in calibro 9x21 con palla FMJ da 124 grani.

Sicuramente la PMXs potrà dare più di una soddisfazione agli utenti sportivi, alla ricerca di una carabina in calibro da pistola (PCC) che non sia basata sullo schema M4. 

La disposizione ambidestra dei comandi e la possibilità di accessoriarla offerte dalle numerose slitte Picatinny presenti su carcassa e astina dovrebbero soddisfare i gusti anche degli “smanettoni” più esigenti. L’economia di esercizio assicurata dalle munizioni calibro 9x19 (o 9x21) la rendono inoltre un’arma con cui allenarsi frequentemente senza temere la bancarotta.

Un plauso infine, per l’eccellente comportamento del punto rosso “blindato” Steiner MRS, che offre una visione molto nitida del bersaglio. Per sapere tutte le altre caratteristiche della Beretta PMXs le nostre impressioni di tiro vi invitiamo a guardare il nostro video.

Un momento della nostra prova a fuoco della Beretta PMXs. Le sollecitazioni allo sparo sono molto contenute e permettono di ribattere facilmente il colpo.

Beretta PMXs: scheda tecnica e prezzo

ProduttoreBeretta
ModelloPMXs
Calibro9 Parabellum (anche 9x21)
Funzionamentosemiautomatico
Ciclo di sparoa otturatore chiuso
Lunghezza canna175 mm e 185 mm
Capacità caricatore20 colpi 
Miretacca e mirino abbattibili LPA
Peso2,4 Kg
Prezzoa partire da 1.698 euro

Per saperne di più, visitate il sito della Fabbrica d'Armi Pietro Beretta.

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