UTAS International UTS-15

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UTAS International UTS-15
Il fucile a pompa UTAS UTS-15 è realizzato quasi interamente in polimeri, e pensato soprattutto per impieghi tattico-operativi

Su ALL4SHOOTERS.COM ne abbiamo già parlato: se torniamo sull'argomento è solo perché, nonostante quanto ne dicano molti detrattori e nonostante il fatto che in Italia resti un prodotto "di nicchia", sul mercato internazionale − e in particolare negli USA − esso sta ottenendo un successo insperato, al di fuori anche delle più rosee previsioni della ditta produttrice, cosa che ha portato, quest'anno, alla decisione di aprire una filiale nord-americana con sede a Des Plaines (Illinois), al solo scopo di venire incontro alla vorace richiesta dei tiratori statunitensi e canadesi. E dire che era stata proprio un'azienda americana, la Smith & Wesson, a lanciare il progetto, volendosi cimentare − a circa trent'anni dal suo ultimo tentativo in tal senso, il Model 3000 − nella commercializzazione di un fucile ad anima liscia con funzionamento a pompa per impieghi difensivi in ambito civile e di sicurezza privata e per compiti tattico-operativi negli ambiti militari e di Polizia. A disegnarlo, a metà del decennio 2000, era stato chiamato Ted Hatfield, famoso esperto armiero statunitense, che si era basato su un'arma molto simile, il fucile a pompa Truvelo Armory NS-2000 "Neostead", mirando non solo a rendere il progetto originale più semplice e rapido da produrre, ma anche ad esaltarne i punti di forza eliminandone le ruvidezze che ne hanno, sino ad oggi, rallentato la diffusione.

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La configurazione dei comandi sullo UTS-15 ricorda quella dei fucili e delle carabine della serie AR-15

Nel 2007, tuttavia, la Smith & Wesson optò per un rallentamento del progetto, preferendo invece importare negli USA sotto il suo marchio una serie di fucili semi-automatici cal.12 da caccia, denominati "Model 1000" ed "Èlite"; il loro scarso successo commerciale portò l'azienda, circa un anno dopo, ad abbandonare completamente, ancora una volta, il settore degli Shotgun, dichiarando "abortito" il progetto del nuovo "pompa" tattico. Ted Hatfield, rimasto proprietario del lavoro sino ad allora svolto, traslocò armi e bagagli in Turchia per completarlo. Scelta quantomai saggia: negli ultimi dieci anni o giù di lì, l'industria armiera turca − già in passato nota per alcune eccellenze − ha appianato il gap tecnologico e di standard qualitativi che la divideva dalla concorrenza europea ed americana, proprio per meglio soddisfare la domanda dei mercati statunitensi e dei paesi UE. Attualmente, il grosso delle industrie armiere turche è in grado di proporre prodotti perfettamente equivalenti alle controparti delle più blasonate marche europee e nord-americane, anche per qualità e prestazioni, a prezzi più bassi grazie al ridotto costo della manodopera nel paese d'oltre-Bosforo. Se finora tali realizzazioni non hanno riscontrato il successo di mercato sperato, e meritato, è soprattutto a causa dell'ormai datato, ma duro a morire, pregiudizio che assale molti tiratori quando sentono parlare di armi "Made in Turkey".

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Alta capacità: lo UTS-15 può contenere sino a quindici cartucce cal.12 con bossolo da 70mm e sino a tredici cartucce "Magnum"

L'azienda a cui Hatfield si era rivolto, la UTAS Makine (oggi nota come UTAS International Ltd.), riuscì infatti pienamente nel compito di realizzare un fucile a pompa per impieghi speciali che coniugasse la robustezza costruttiva dei sistemi più classici alla leggerezza di un design innovativo. Denominato UTS-15, il fucile a pompa di Hatfield è infatti costruito attorno ad uno Chassis ricavato per iniezione in una mescola tecnopolimero rinforzato in fibra di carbonio, che va a costituire l'80% della struttura totale e che a prima vista molti tradizionalisti scambiano per "traballante plasticaccia" ma che in realtà mantiene l'arma in grado di funzionare anche dopo essere stata travolta e schiacciata più volte da un veicolo in velocità. Il sistema di funzionamento si basa su un ciclo "a pompa" del tipo tradizionale, con l'astina di caricamento che va tirata indietro e rispinta in avanti ad ogni colpo.

Meno tradizionale è invece il sistema d'alimentazione: due serbatoi tubolari che corrono paralleli sopra la canna, ciascuno da riempirsi tramite un apposito sportello; si tratta di un sistema "semi-bullpup", dato che l'espulsione dei bossoli avviene tramite una feritoia sul lato destro, posizionata dietro l'azione. Ciascun serbatoio è munito di elevatore a molla con una protrudescenza di plastica che, correndo esternamente lungo uno scasso laterale, va ad indicare dei riferimenti in bianco sulla cassa dell'arma, in modo da consentire un rapido controllo delle munizioni rimanenti. L'impugnatura, la leva di sicura e lo scatto sono stati configurati in modo da consentire una rapida familiarizzazione per quei tiratori, civili o professionali, già addestrati all'impiego di fucili e carabine di derivazione AR-15, M16, M4 e similari. La parte posteriore della porzione posteriore dell'arma − chiamiamolo pure "calcio", se vogliamo − può essere aperta verso l'alto, a mo' di sportello, per fornire un rapido accesso alla camera di scoppio, al blocco-otturatore e al grosso delle parti mobili, sia per la pulizia che per la manutenzione ordinaria o straordinaria e per la risoluzione di eventuali problemi.

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Pur mantenendo dimensioni "importanti", lo UTS-15 risulta molto maneggevole
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"Versatilità" è la parola chiave per quest'arma, pensata per un impiego prevalentemente professionale

La capacità dello UTS-15 è variabile a seconda delle munizioni usate: ciascuno dei due serbatoi può contenere fino a sette cartucce calibro 12 del tipo "standard" (con bossolo da 70mm) o sei del tipo "Magnum" (con bossolo da 76mm). Contando una cartuccia aggiuntiva in canna, si arriva ad una capacità totale che varia da un minimo di tredici a un massimo di quindici cartucce cal.12, il che rende lo UTS-15 il fucile ad anima liscia proposto di fabbrica con l'autonomia più elevata oggi presente sul mercato italiano, dato che per i vari fucili semi-automatici alimentati tramite caricatore amovibile (es. Saiga e similari), i caricatori ad alta capacità da venti o più colpi tanto comuni negli USA sono, da noi, irreperibili − anche se da tempo "sdoganati"  da un punto di vista legale! − proprio per motivi d'assorbimento da parte del mercato statunitense. Munito di una rotaia MIL-STD-1913 "Picatinny" sul castello superiore per l'installazione di organi di mira metallici o opto-elettronici, e di uno Slot poco sopra l'astina per torce tattiche, lo UTS-15 impiega una volata filettata predisposta all'installazione di uno strozzatore cilindrico di tipo standard, di uno strozzatore "tattico" munito di rompifiamma dentellato, o di una prolunga di canna. Quest'ultima può anche essere resa permanente per la vendita in quei paesi ove i fucili ad anima liscia siano legalmente detenibili solo sopra una certa lunghezza totale. 

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Una levetta posizionata sulla parte superiore dell'arma consente di selezionare il serbatoio da cui l'arma si alimenterà

Un aspetto poco trattato, ma che rende lo UTS-15 particolarmente adeguato sia ai compiti di difesa personale e abitativa che agli impieghi di servizio da parte di personale militare, di Polizia e di sicurezza privata, è la versatilità del sistema d'alimentazione, che ne rende possibile l'impiego in situazioni di uso scalare della forza. Sul castello superiore dell'arma, direttamente dietro l'estremità posteriore della rotaia Picatinny, è presente infatti una Switch che consente al tiratore di scegliere se alimentare l'arma solo da uno dei due serbatoi, o da entrambi alternativamente. Ciò significa che l'utente può utilizzare diverse tipologie di munizionamento, caricando ciascun serbatoio con un solo tipo di cartucce − letali e non-letali, ad esempio, oppure da sfondamento e a pallettoni, o quant'altro − e scegliere quali usare in base alle necessità contingenti della situazione letteralmente con un tocco di dita. Un ufficiale di Polizia o un militare impegnato in un'operazione di ordine pubblico potrà passare dalle munizioni anti-sommossa a quelle letali, se tra i manifestanti dovesse apparire disgraziatamente un violento armato − cosa che accade spesso soprattutto negli attuali teatri di Peacekeeping in ambito militare, o in alcuni paesi particolarmente turbolenti dell'aria mediorientale; oppure un operatore tipo SWAT potrebbe passare altrettanto rapidamente dall'uso di palle monolitiche per sfondare una porta all'impiego di pallettoni in gomma per neutralizzare un sospetto senza ucciderlo.

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Lo UTS-15 può montare diversi tipi di strozzatore o rompifiamma, e sotto la volata è presente uno slot per accessori tattici

Alcuni teorici del combattimento armato diffidano di questo sistema: teoricamente, un agente o un militare sotto stress potrebbe sbagliare serbatoio d'alimentazione al momento sbagliato, con tragiche conseguenze. A nostro avviso, se − in parte − il problema può porsi nell'impiego da parte di tiratori civili o di personale di sicurezza privata, sicuramente meno preparato, lo stesso non può dirsi con poliziotti o militari, purché abbiano ricevuto il giusto addestramento!

Lungo in tutto 72 cm circa nella configurazione standard, per un peso totale a vuoto di tre chilogrammi, il fucile a pompa UTAS UTS-15 impiega canne da quarantasette centimetri rotomartellate a freddo a partire da barre di acciaio 4140; la prolunga di canna per impieghi venatori aggiunge altri diciannove centimetri.

Disponibile già dall'anno scorso sul mercato italiano, nel nostro Paese lo UTS-15 è importato e distribuito dalla TFC di Villa Carcina (BS), a cui vanno indirizzate direttamente tutte le richieste relative alla possibilità di effettuare ordini e al prezzo al pubblico, che indicativamente non dovrebbe superare i 1500€ − cifra più elevata dei circa 1100.00US$ a cui lo UTS-15 è venduto negli Stati Uniti, ma comprensiva, per l'Italia, di IVA, dazi ed oneri d'importazione dalla Turchia. La richiesta d'informazioni preliminari alla TFC per l'eventuale acquisto è pressoché d'obbligo: la richiesta per lo UTS-15 sul mercato statunitense è attualmente così alta da assorbire quasi totalmente la produzione dell'azienda, lasciando ben poco alla distribuzione sui mercati europei.

Certo è che quest'arma, a nostro avviso, merita anche in Italia molto più successo di quanto non stia avendo, ed anche una maggiore considerazione da parte dei tiratori e degli appassionati nel nostro Paese: su Internet circolano voci di utenti che hanno avuto esperienze negative con lo UTS-15 − da rotture a numerosi inceppamenti − ma non siamo stati in grado di verificarle tutte. In base alla nostra esperienza, tuttavia, possiamo dire che la maggior parte dei disguidi riscontrati dai tiratori italiani ed americani su quest'arma sono dovuti all'impiego di munizioni inadatte, ad un maneggio incauto o scorretto, e salvo pochissimi casi di esemplari singoli con alcuni difetti di fabbrica non abbiamo riscontrato soverchi problemi relativi alla qualità generale del prodotto. Chi lo dovesse comprare, deve sempre ricordare che, anzitutto, la maggior parte delle armi − in particolar modo quelle più inusuali e "specialistiche", nonché tecnicamente e costruttivamente meno elementari − necessita spesso di un certo "rodaggio"; in seconda battuta, non ci si trova a far fuoco con un comune fucile a pompa, ma con una piattaforma, per l'appunto, altamente specializzata, che dev'essere trattata come tale, sia nel maneggio e nell'uso che nella manutenzione!


           

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