Tecnica: stecher e schneller. Cosa sono, come funzionano

Doppio Stecher alla francese
Il doppio stecher alla francese montato sul fucile Nowotny nella foto di apertura
Schneller
Lo stecher a doppio grilletto, più correttamente si dovrebbe chiamare schneller

Anche se lo scatto leggero, a più leve, si può tranquillamente applicare alle armi a ripetizione manuale così come a quelle semiautomatiche, sulle prime di solito si fa ricorso a uno stecher. O a uno schneller, per rispettare l’esattezza formale secondo cui stecher è quello cosiddetto alla francese, che si attiva spingendo in avanti il grilletto, e schneller è la soluzione a doppio grilletto. 

Ma ci sono anche altre soluzioni, in particolare sulle armi da tiro; per semplificare d’ora in poi le identificheremo tutte come stecher, adottando il linguaggio comune. 

Il vantaggio della soluzione è che, con l’eccezione di alcune specializzatissime armi da tiro, si possono avere sia lo scatto alleggerito sia quello standard e quindi si può far fronte ad ogni preferenza o situazione. Ma come funziona lo stecher?

Stecher alla francese
Come funziona lo stecher alla francese. Tutti i disegni sono di Roberto Palamà

Il principio che lo ispira è che la pressione sul grilletto liberi un martello che scatta e va a colpire violentemente il controcane, o il dente d’arresto di un percussore lanciato. 

La soluzione non può essere applicata ad un’arma a ripetizione semiautomatica perché, per via del tipo di costruzione, le forze d’inerzia, al momento del riarmo, giocherebbero a sfavore. 

Inoltre, nelle regolazioni più estreme, la resistenza al grilletto è davvero vicina al peso dei componenti e nel caso di alcuni stecher a più leve - se ne conoscono a cinque - può essere addirittura inferiore. 

Doppio stecher Express berlinese
Un altro sistema a doppio stecher su un express berlinese di Heinrich Barella

Il martello di uno stecher è mosso da una molla propria, diversa da quella del cane o del percussore lanciato. L’azione del martello applica al sistema cane-controcane la forza necessaria perché avvenga lo sgancio e si sostituisce quindi all’azione del tiratore. 

Una vite consente di regolare l’aggancio tra i pezzi, un particolare rapporto di leve consente uno scatto leggerissimo. 

Lo stecher più diffuso è quello a due grilletti, alla tedesca. In questo sistema il martello è costituito da un prolungamento del grilletto posteriore. Il disegno in alto è più chiaro di qualunque spiegazione. 

Mannliche Schoenauer - stecher a doppio grilletto 
Una carabina Mannlicher Schoenauer da caccia con stecher a doppio grilletto
Hammerli 103
La pistola libera – qui una Hammerli 103 – richiede che non ci siano vincoli tra grilletto e martello

Un’appendice del grilletto anteriore, quello che si usa per far partire il colpo, serve sia per consentire la regolazione dell’aggancio dei piani sia per azionare lo scatto “normale” agendo sul controcane. Il che vuol dire che a caccia, se il tiro è d’imbracciata, si userà lo scatto normale senza perdere tempo mentre l’alleggeritore di scatto diventerà utilissimo nel tiro in appoggio. 

Alcuni modelli di stecher hanno anche una vite per precaricare la molla del martello. Il sistema è semplice, efficace, con l’unico difetto che la partenza violenta del martello, attaccato al castello che regge entrambi i grilletti, può dare una reazione al dito che scatta. È una sorta di vibrazione ad alta frequenza che di solito, con pesi di scatto molto ridotti, passa inavvertita ma c’è e fa parte del sistema.

Pedersoli, repliche armi avancarica
Tre repliche di pistole ad avancarica di Pedersoli, ciascuna con stecher alla francese
Replica avancarica
Ancora uno stecher a doppio grilletto su una replica di fucile ad avancarica

Ben maggiore è la reazione data dallo stecher monogrilletto, ormai quasi completamente abbandonato. Però il sistema era usato sulle pistole ad avancarica, per cui ce lo ritroviamo tal quale sulle migliori repliche, e diventa la soluzione obbligatoria per i fucili a più canne. 

Ne vedete un paio di applicazioni nelle foto. In quel caso, un fucile a quattro grilletti sarebbe inconcepibile, oltre che troppo macchinoso da usare. Nello stecher monogrilletto un martello imperniato sul grilletto è agganciato da un dente mobile. 

Al contempo carica una molla da cui riceverà la necessaria energia. Alla pressione sul grilletto, è azionato il dente mobile, che fa da controcane del martello. Quest’ultimo parte e va a colpire il grilletto, che viene lanciato a colpire il controcane e fornisce anche la massa necessaria perché si abbia una sufficiente energia. Il disegno è più chiaro di questa spiegazione. 

Conseguenza di questa struttura è un deciso contraccolpo al grilletto, che però lo porta all’indietro a sfuggire dal dito e quindi è poco avvertito dal tiratore. 

Vetterli
In questo Vetterli da tiro si vedono i componenti dello stecher, che qui adotta una molla a V
Stecher Pardini
Lo stecher di Pardini è contenuto in un carter chiuso e non è facilmente accessibile
Stecher Pardini funzionamento
Nel disegno si vede come funziona lo stecher Pardini

Il problema, naturalmente, non può essere presente sulle armi specifiche per il tiro, in cui il martello deve essere completamente svincolato dal grilletto; la specialità del tiro che più necessita di questa soluzione  è la pistola libera. 

Tra i molti, presentiamo due tipi specifici di stecher come quello disegnato da Pardini per la prima versione della sua pistola libera e quello di Efim Khaidurov per la TOZ 35, arma che costituì la sua tesi di laurea. 

Lo stecher di Pardini è uno scatto a tre componenti, il cui terzo componente non è il controcane ma il martello. 

Questo fa sì che, al momento della percussione, grilletto e martello siano scollegati tra loro. Il sistema è racchiuso in uno specifico carter ma il disegno lo spiega. Lo stecher di Khaidurov invece deve essere adattato al sistema Martini.

Nel caso della TOZ però, a differenza di quanto accadeva sulle vecchie Hammerli, il percussore è lanciato, azionato da una propria molla, e non colpito dal cane. 

Quindi il martello scatta all’indietro andando a colpire un elemento che agisce sul dente di ritegno del percussore. 

Il sistema è ben progettato e anche molto longevo, visto che le TOZ si usano ancor oggi da parte di tiratori di altissimo livello. È pensato, però, per una regolazione del peso di sgancio intorno ai 120-150 grammi, che era quello adottato dai tiratori russi. Ciò non vuol dire che non sia possibile regolarlo a valori inferiori o anche minimi, ma questo non va d’accordo con una costruzione non sempre impeccabile. 

Per ottenere un’assoluta costanza, sulle lunghe serie, delle sensazioni al grilletto e del peso di scatto, occorrerebbe che il progetto russo fosse realizzato da Korth. 

TOZ 35
La pistola libera TOZ 35, che fu la tesi di laurea di Efim Khaidurov
Stecher di Khaidurov
Nelle diverse viste è spiegato il funzionamento dello stecher di Khaidurov
Stecher di Khaidurov
Nelle diverse viste è spiegato il funzionamento dello stecher di Khaidurov