Road to Paris. Tiro a volo: all’inizio erano palle di vetro, che si sono trasformate in piattelli

L’antenato del piattello, in vetro trasparente, assomiglia a una palla di Natale e aveva uno schema in modo che si rompesse più facilmente.

Lo sport del Tiro a volo comprende differenti specialità: quelle olimpiche sono il Trap (in italiano Fossa olimpica, appunto) e lo Skeet. Il Trap fece la sua apparizione ai Giochi olimpici fin dalla seconda edizione di Parigi 1900, sia pure come sport facoltativo. È ufficialmente specialità olimpica da Melbourne 1956 (il primo oro lo vinse l’italiano Liano Rossini). Fino a Sydney 2000, quando venne ufficializzata anche la specialità femminile (oro alla lituana Daina Gudzinevičiūtė), uomini e donne gareggiavano insieme.

Le origini di questo sport risalgono alla seconda metà del 1800, quando a Birmingham, in Gran Bretagna, e poi negli Stati Uniti, prese piede l'hobby del Tiro a segno su bersagli costituiti dalle palle di vetro del tipo di quelle usate per gli addobbi natalizi. Che venivano lanciate da speciali strumenti, chiamati balltrap, collocati dietro barriere che impedivano di vedere il lancio, da cui deriva il nome attuale della specialità.

Il capitano newyorkese Adam Henry Bogardus (1834-1913) è stato un campione del mondo di tiro Trap, nonché l'inventore della prima pratica balltrap con sfere di vetro.

Ecco come “funziona” la specialità chiamata Trap

Un attuale piattello per le specialità del Tiro a volo. Nel Trap viene lanciato a 120 km/h.

La specialità attuale del Trap consiste, essenzialmente, nel colpire un piattello lanciato dal basso verso l'alto davanti al tiratore, con traiettoria sconosciuta (sinistra, destra o centrale).

I bersagli sono lanciati, a velocità sostenuta (circa 120 km/h), da una fossa posta a 15 metri davanti al tiratore, il quale vede sempre il piattello allontanarsi e ha a disposizione due cartucce per colpirlo. La "fossa" è profonda abbastanza da nascondere alla vista del tiratore le 15 macchine da lancio previste. La Fossa è lunga quanto la pedana (20 metri), le macchine da lancio sono divise in 5 gruppi di 3, dei quali ciascuno posizionato esattamente davanti a ognuna delle postazioni; Il fatto che ciascun gruppo sia formato da tre macchine determina che esistano tre possibili punti di uscita.

Il tiratore deve percorrere una pedana a cinque postazioni, lunga 20 metri, con altri cinque concorrenti: il sesto tiratore raggiunge la prima postazione in pedana, cominciando da sinistra, dopo che il primo tiratore ha sparato. Si scala di una posizione a ogni tiro. Appena il tiratore precedente ha sparato, il tiratore di turno può caricare e imbracciare, appoggiando il calcio del fucile alla spalla e mettendosi in punteria. “Chiama” l’uscita del piattello con un semplice “oh” oppure un “pull”. L’importante è che la chiamata sia forte abbastanza da essere “sentita” dal phono-pull che comanda la macchina lanciapiattelli.

Il capitano Bogardus era un noto tiratore durante gli anni '60 e '70 dell'Ottocento e brevettò il primo lanciatore di palline di vetro di successo nel 1877. Questo è marchiato "W & C. Scott & son makers premier gun works Birmingham".

Il fucile a due canne sovrapposte è l’attrezzo per il Tiro a volo, sempre stabile ed equilibrato, con calcio “dritto”, perché si spara già in posizione, e i due colpi di prammatica. Per la specialità del Trap di solito ha canne lunghe da 760 a 810 mm e molto strozzate, poiché il piattello si colpisce a non meno di 32-35 metri di distanza. Le cartucce sparano 24 grammi di pallini a 1.440 kmh (400 m/sec). La rosata dei pallini è in grado di frantumare il bersaglio d’argilla, cioè il piattello, che ha diametro di 110 mm, altezza di 25 e peso di 105 grammi. Nelle finali si adottano particolari piattelli, detti “flash”, che “fumano” quando colpiti, cioè rilasciano una polvere colorata molto ben visibile anche al pubblico televisivo.

Tre giorni di fuoco a fine luglio

A Rabat l’italiana Jessica Rossi ha battuto la sammarinese Alessandra Perilli, attualmente prima del ranking mondiale ISSF.

Le gare del Trap a Parigi cominciano il giorno 29 luglio, dalle 9 alle 16, con le qualificazioni maschili, cioè i primi 75 piattelli in tre serie da 25, il giorno successivo le ultime due serie da 25 di qualificazione a partire dalle ore 9 e la finale nel tardo pomeriggio, entro le 17,05. Il 30 comincia anche la gara femminile con i primi 75 piattelli del Qualification day 1 e termina con gli ultimi 50 piattelli del Qualification day 2 e la finale il giorno successivo.

La formula della finale prevede l’ulteriore difficoltà di sparare a ogni piattello con un solo colpo, “di prima canna” come si dice. I primi sei della qualificazione, eventuali parità vengono definite con spareggi, sparano 25 piattelli e l’ultimo della classifica viene escluso e classificato sesto, i successivi cinque piattelli servono a determinare il quinto classificato, poi ancora cinque piattelli per il quarto e ancora cinque per determinare la medaglia di bronzo. Gli ultimi dieci piattelli, per arrivare al 50°, decidono la medaglia d’oro e quella d’argento.

Favoriti e favorite dei giochi olimpici da Parigi 2024

I campioni spagnoli Fatima Galvez e Alberto Fernandez, oro a Tokyo nel Mixed team, aspirano alto anche nell’individuale. 

A chi andranno le medaglie di Parigi? Non è facile prevederlo, ma difficilmente ci saranno sorprese rispetto al ranking di specialità dell’ISSF che vede in testa al maschile lo spagnolo Alberto Fernandez, oro a Tokyo nel Mixed team, due volte campione del mondo e vincitore di nove tappe di Coppa del mondo. Al secondo posto il kuwaitiano Talal Al Rashidi, che ha vinto tre volte i campionati asiatici e il Mondiale da junior e tre coppe del mondo. Segue il ceco David Kostelecky, oro individuale a Pechino e due volte campione europeo. 

In ottimo stato di forma appare anche l’italiano Mauro De Filippis, classe 1980, campione europeo in carica, mondiale di Mixed Trap, vincitore della sua quinta Coppa del mondo a Rabat (Mar) qualche settimana fa. Terremmo d’occhio, comunque, i croati Josip Glasnovic e Giovanni Cernogoraz, ma anche i britannici Matthew John Coward-Holley (bronzo a Tokyo) e Aaron Heading. E il giovane di Avignone Clement Bourgue, che gioca in casa. E che dire della leggenda Giovanni Pellielo? Nella sua ricchissima bacheca manca solo l’oro olimpico, benché abbia vinto tre argenti e quattro titoli mondiali e quattro europei. A cinquantatré anni, ai Mondiali di Baku (Azerbaijan) dell’anno scorso, ha conquistato per l’Italia quella carta olimpica che potrebbe consentirgli di partecipare all’ottava Olimpiade della sua strepitosa carriera.

Uno dei poster artistici ufficiali 50x70di Paris 2024, in vendita sul sito dell’Olimpiade.

A Rabat il Tiro a volo azzurro ha piazzato un secondo oro anche nel femminile, con la trentaduenne Jessica Rossi che ha vinto l’Olimpiade di Londra e cinque titoli mondiali. È accreditata all’alloro olimpico, attualmente quarta nel ranking ISSF guidato dalla sammarinese Alessandra Perilli che a Tokyo ha conquistato un argento in Mixed e un bronzo individuale. 

Al secondo posto del ranking la kazaka Mariya Dmitrienko, recente vincitrice di due coppe del mondo. Terza è la spagnola Fatima Galvez, che a Tokyo ha vinto l’oro e ha un nutrito palmarés che comprende due Europei e 5 coppe del mondo, tra individuali e squadre. Da tenere sotto osservazione, l’altra azzurra Silvana Stanco, tra volte campionessa europea individuale, la statunitense Ryann Paige Phillips, la turca Rumeysa Pelin Kaya. La francese Melanie Couzy, sebbene giochi in casa, è da tempo lontana dal podio.

Durante i mesi che ci separano dall’Olimpiade di Parigi 2024 pubblicheremo ogni settimana un articolo dedicato ai Giochi Olimpici e al tiro sportivo. Vi faremo vivere il sogno olimpico fino all’accensione del braciere e anche dopo, quando sarà il momento delle medaglie. State connessi!

 

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