Movimento 5 Stelle (ancora) contro HIT Show

Daniele Ferrarin, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, polemizza contro lo HIT Show e la Fiera di Vicenza
Daniele Ferrarin, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle e ancora una volta artefice della polemica contro lo HIT Show

Come lo scorso anno, il Movimento 5 Stelle torna a far montare la polemica con la Fiera di Vicenza; oggetto del contendere è l'edizione 2016 dello HIT Show.

In una nota a firma del consigliere del Comune di Vicenza Daniele Ferrarin, i pentastellati contestano soprattutto l’aumento di armi per difesa personale rispetto agli eventi passati, che sostengono essere stati incentrati prevalentemente sulle armi da caccia.

Secondo il cosiddetto "portavoce" al consiglio comunale vicentino del partito politico di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio:

« Il sindaco di Vicenza e la maggioranza si caratterizzano sempre più come sostenitori di chi nella […] città esercita, non solo per gioco, attività non coerenti con la cultura della pace. L’ingombrante presenza militare straniera a Vicenza non è mai stata oggetto di riflessione ma anzi viene continuamente legittimata dalle autorità localI.»

Alla polemica di Ferrarin e del Movimento 5 Stelle si accodano numerose sigle pacifiste, ambientaliste e sindacali, che aderiscono all'iniziativa della Commissione diocesana locale, la quale sostiene che che sostiene che la fiera rischi di «[...]ingenerare confusione nelle future generazioni e di legittimare la cultura della violenza.»

Resta da capire cosa c'entri la presenza militare a Vicenza con una fiera di armi civili; con quali criteri il consigliere Ferrarin, il Movimento 5 Stelle, la Commissione diocesana locale e le varie sigle che aderiscono a questa nuova, sterile polemica identifichino le armi da difesa differenziandole dalle armi sportive e venatorie; e soprattutto resta da capire per quale motivo il diritto umano noto come legittima difesa − e dunque il legittimo commercio, acquisto, possesso e porto degli strumenti più adeguati all'esercizio e alla tutela di tale diritto! − possa essere identificabile come "non coerente con la cultura della pace" o addirittura additabile come "cultura della violenza"!

A meno che, ovviamente, per "cultura della pace" i fautori di questa sterile polemica non intendano − in linea con le idee della Commissione Europea − il disarmo forzoso di tutti i cittadini rispettosi della legge, che mai hanno usato o userebbero le loro armi legittimamente detenute per scopi illegali o per arrecare ingiustamente offesa al prossimo. Forse per costoro è "coerente con la cultura della pace" l'idea di una famiglia aggredita in casa o per strada e massacrata per poche decine di Euro perché privata dalla legge della possibilità di difendersi con gli strumenti più adeguati?


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