Ben 30.000 visitatori hanno visitato il Parco della Storia Militare di Pivka, cittadina slovena che si trova a poca distanza dal confine italiano e da Trieste, un’esposizione museale che trova sede in quelli che furono gli edifici della caserma di Pivka (Komanda), costruita negli anni trenta dagli italiani e dopo il 1945 occupata dai reparti della JNA Jugoslovenska narodna armija (Armata Popolare della Jugoslavia) che dalla fine della guerra partigiana di liberazione fino al 20 maggio del 1992, epoca del suo scioglimento, costituì la forza di difesa della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Al suo interno la storia delle armi individuali e di squadra impiegate dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi in territorio sloveno e non solo e una straordinaria collezione di corazzati, soprattutto degli eserciti del blocco socialista. Sempre aperto, il Museo di Pivka il terzo week end di settembre di ogni anno organizza nella vasta spianata alle spalle del complesso della caserma il Festival of Military History.
Festival della Storia Militare
In tale occasione rievocatori di ogni epoca provenienti da tutto il paese e dall’estero si danno appuntamento per inscenare scontri a fuoco o all’arma bianca, accampandosi nella vasta zona boschiva che circonda ancora intatta Pivka e che crea un contesto veramente suggestivo.
Tra l’altro in occasione del Festival molti dei mezzi del museo, che sono perfettamente funzionanti, tornano a rombare sugli sterrati e tra le trincee (ricordiamo che anche durante l’anno si può salire su alcuni dei blindati e dei carri conservati a Pivka).
Quest’anno la rievocazione è stata incentrata sullo storico incontro tra truppe americane e sovietiche sul fiume Elba nell’aprile del 1945.
Domenica 17 settembre ben 5.000 persone nonostante il maltempo hanno assistito alla rappresentazione, come ci ha confermato Janko Boštjančič, direttore del Museo, durante la quale si sono sparati da parte tedesca e da parte alleata centinaia di colpi a salve.
Non solo, sono stati impiegati due corazzati, un carro medio T34 e un cacciacarri M36 Jackson, in appoggio rispettivamente alle truppe dell’Armata Rossa e a quelle USA; il secondo ha esploso diversi colpi verso le linee tedesche.
Esplosioni comandate a distanza, almeno 9, hanno poi contribuito a rendere ancora più realistica la scena simulando i colpi delle rispettive artiglierie. Rievocazioni di così ampio respiro ma soprattutto con tale profusione di colpi da parte di ogni tipo di arma presente in scena sono, purtroppo per noi appassionati, ancora pura fantascienza in Italia.