La Colt, azienda fondata nel 1836, è l'industria armiera americana più famosa al mondo, che per 179 anni ha prodotto pistole e fucili da caccia, da tiro sportivo e da difesa per i tiratori civili e gli appassionati di tutto il mondo, e che parimenti a livello mondiale ha equipaggiato decine di corpi di Polizia e di eserciti, nonostante il momento florido per il mercato interno statunitense si trova da qualche tempo in cattive acque a livello finanziario.
In particolare la Colt Defense LLC. − comparto del gruppo dedicato alla produzione e alla commercializzazione di armi destinate agli impieghi militari, separatosi dal settore civile (Colt Manufacturing Company) nel 2002 e di nuovo assimilato ad esso nel 2013 − è in sofferenza a causa di un calo di vendite e della perdita, subita nel 2013, del contratto per la fornitura di carabine M4 alle Forze Armate USA.
Nei mesi passati la Colt Defense si è ritrovata nei guai per non essere riuscita a rimborsare prestiti e pagare i suoi numerosi creditori: le vendite dei fucili semiautomatici ad uso civile e delle armi corte a marchio Colt sono calate di circa il 30% in tutto il mondo nel corso del 2014, a causa della crescente popolarità delle aziende concorrenti e della difficoltà della Colt nello stare al passo con le tendenze del mercato.
Il mese scorso la Colt non è riuscita a rispettare l'impegno di pagare, alla data del 22 maggio, una cifra di 10,9 milioni di dollari ad un pool di azionisti che possiedono quote dell'azienda per un totale di 250 milioni.
Inoltre, a causa di problemi di contabilità, l'azienda ha dovuto rivedere i report sui risultati finanziari di diversi anni passati, e quest'anno non è riuscita a pubblicare il rapporto annuale sulle sue attività nei tempi previsti dalla normativa.
Lo scorso lunedì 15, dunque, con un comunicato stampa ufficiale la Colt ha annunciato di aver fatto richiesta di accesso alla procedura denominata, nel diritto USA, Chapter 11 Bankruptcy Protection.
Si tratta di una procedura simile all'amministrazione controllata italiana, con la quale l'azienda ammette di essere insolvente ma cerca di ristrutturare il debito senza dover portare i libri in tribunale.
Il Presidente del Consiglio d'Amministrazione, Dennis Veilleux, e il suo team direttivo, resteranno dunque in carica come hanno fatto dall'ottobre 2013, ed avranno un margine di tempo variabile tra i 60 e i 90 giorni durante i quali dovranno indirizzare le attività dell'azienda, che pure continueranno come al solito, nel tentativo di accontentare le richieste dei creditori.
Al contempo, i creditori non potranno richiedere l'avvio di procedure di riscossione forzata, ma il lavoro del consiglio d'amministrazione della Colt sarà supervisionato dal tribunale fallimentare, che potrà sospendere gli attuali dirigenti e nominare un curatore fallimentare se nella gestione dell'azienda nell'ambito del Chapter 11 saranno riscontrate irregolarità, inefficienze, negligenze o scorrettezze.
La Colt non è nuova alla procedura Chapter 11 Bankruptcy Protection: l'aveva già intrapresa nel 1994, emergendone ristrutturata.
Questa procedura è infatti la preferita da parte delle grandi compagnie americane che intendano ristrutturare il loro debito, in quanto garantisce dei margini di sicurezza almeno temporanei e offre un periodo di tempo durante il quale è possibile riuscire a placare le richieste dei creditori o giungere ad accordi, ma è altresì vero che tale procedura ha, statisticamente, un tasso di successo molto basso: si stima che poco meno del 10% delle aziende americane che acceda al Chapter 11 Bankruptcy Protection riesce poi ad evitare la bancarotta.
Non è detto, dunque, che la Colt riesca ad intraprendere questa strada con successo per la seconda volta in un ventennio. I suoi debiti sono piuttosto corposi − non si fermano alla tranche di pagamenti saltata a fine maggio, anzi ammontano a 355 milioni di dollari in tutto − e i problemi finanziari e di contabilità si trascinano da lungo tempo. Certo è che il passaggio della Colt dalla Chapter 11 Bankruptcy Protection ad un fallimento vero e proprio sarebbe un colpo grave per il comparto internazionale delle armi civili e militari; solo il tempo, dunque, potrà dire quali saranno i risultati di questo tentativo di salvataggio in Extremis.