Ancora terrore a Parigi: la posizione di Firearms United

Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle personali dell'autore e dell'organizzazione Firearms United, e non riflettono necessariamente la posizione di all4shooters.com.


Firearms United rinnova la sua campagna per il diritto alle armi dopo gli attacchi di Parigi
Parigi è di nuovo sconvolta da attacchi terroristici: oltre 120 morti e più di 200 feriti nella notte tra il 13 e il 14 novembre

Il terrorismo di matrice jihadista torna ad insanguinare le strade della capitale francese, con 129 morti e 325 feriti, dei quali 99 in condizioni critiche, in una serie di attacchi combinati − il più sanguinoso dei quali ha visto il pubblico di un concerto alla sala del Bataclan colpito con bombe a mano e colpi di Kalashnikov a bruciapelo.

Come accade sempre dopo ogni clamoroso attentato ci si pongono tante domande, ma finora solo in pochi si sono posti quella più impopolare e scomoda: com'è possibile che ancora una volta le vittime di questi barbari attacchi non abbiano potuto difendersi?

A farsi questa domanda è la branca italiana dell'associazione Firearms United, che a livello europeo si batte per la tutela del diritto al possesso e all'uso delle armi da parte dei comuni cittadini, ponendo l'accento su aspetti che altre associazioni raramente, forse per "correttezza politica", toccano: quelli legati al diritto alla difesa.

Firearms United rinnova la sua campagna per il diritto alle armi dopo gli attacchi di Parigi
Nei giorni immediatamente successivi alla strage di Charlie Hebdo, questa vignetta di Firearms United fece molto scalpore

Già lo scorso gennaio, all'indomani delle stragi alla sede del settimanale francese Charlie Hebdo e al supermercato parigino Hyper Cacher, Firearms United pubblicò una foto in cui si ironizzava su come i parigini abbiano potuto soltanto immortalare il momento coi cellulari, anziché reagire con le armi, mentre il poliziotto Ahmed Merabet veniva barbaramente ucciso dai fratelli Kouachi.

All'epoca, tale vignetta fece scalpore, fu definita "speculazione" anche da un noto mensile del settore, e fu accusata da benpensanti disarmisti in rete e anche sulla stampa a diffusione nazionale di essere "la lobby delle armi in cerca di vendere qualche fucile in più", o di "fomentare vecchie paure".

Le critiche non fanno paura a Firearms United (che sostiene il Comitato Direttiva 477), la quale infatti nell'immediatezza del dramma di Parigi ha rimarcato le sue posizioni, ricordando come esse abbiano, nella società civile, un sostenitore d'eccezione: Ronald Kenneth Noble, segretario-generale dell'INTERPOL dal 2000 al 2014.

Nota dell'autore: alla mattina del 16 novembre, il post in questione è stato rimosso d'autorità da Facebook perché "non rispetta gli standard della comunità". Non possiamo che lamentare come ciò costituisca un inaccettabile atto di censura del libero e razionale pensiero. Gli Admin di Firearms United - Italia commentano:
« Alla feccia anti-armi, gentaglia che viene sulla pagina vomitando insulti e minacce agli utenti e agli amministratori (d'altronde per possedere armi bisogna dar prova di buona condotta, loro non ne possiedono e si vede), non è piaciuto il nostro post sui fatti di Parigi e lo hanno segnalato e fatto rimuovere. Probabilmente il fatto che fosse un post di buonsenso, condiviso migliaia di volte e letto da duecentocinquantamila persone gli ha dato fastidio. Poco male, noi andiamo avanti.»

Firearms United rinnova la sua campagna per il diritto alle armi dopo gli attacchi di Parigi
FIREARMS UNITED riprende e riporta le parole dell'ex-segretario generale dell'INTERPOL Ronald K. Noble che sosteneva il concetto di cittadinanza armata dopo gli attacchi di Nairobi del 2013

All'indomani della strage perpetrata dal gruppo terrorista islamico al-Shabaab presso il centro commerciale Westgate di Nairobi, in Kenya − avvenuto il 21 settembre del 2013 − Ronald Noble rilasciò infatti  un'intervista alla rete televisiva statunitense ABC nella quale sosteneva:

«Fate a voi stessi la domanda: se questi fatti fossero avvenuti in Colorado o in Texas, quei tizi avrebbero potuto passare ore o perfino giorni sparando a gente a caso? Quello che intendo dire è che questi fatti fanno mettere in discussione alle forze di Polizia e ai cittadini il loro punto di vista sulle leggi in materia di armi. Bisogna chiedersi se oggi una cittadinanza armata sia più necessaria che in passato a causa dell'evoluzione della minaccia terroristica. È qualcosa di cui sarebbe necessario discutere.»

Per quanto le posizioni di Firearms United si siano dimostrate forse un po' "estreme" o "radicali" per la capacità d'accettazione e di comprensione delle anime belle europee − spesso ammantate di una reale o presunta superiorità morale − è difficile dare loro torto.

Firearms United rinnova la sua campagna per il diritto alle armi dopo gli attacchi di Parigi
Quante vite si sarebbero potute salvare se le potenziali vittime non fossero state tutte disarmate a norma di legge? Purtroppo non lo sapremo mai!

Nonostante le lezioni degli attacchi terroristici che sono seguiti a quello di Westgate, nonostante le dichiarazioni del capo della più importante agenzia d'Intelligence di pubblica sicurezza al mondo, in tutt'Europa in generale (e in Italia in particolare col Decreto Legislativo 121/2013 e con la Legge 43/2015) si è voluto continuare − e ancora si continua − a proporre leggi che limitano l'accesso e l'uso legittimo delle armi da parte dei cittadini onesti senza intaccare minimamente le capacità operative dei gruppi terroristici.

Questo genere di attacco è infatti difficile, se non impossibile, da ostacolare senza una cittadinanza armata che possa opporre anche solo un minimo di resistenza. Non è necessario un genio della strategia militare per comprendere come l'idea di compiere sei o sette attacchi simultanei in un'area metropolitana paia studiata specificamente per mettere a dura prova le forze dell'ordine e tenerle il più lontane possibile, al culmine dell'attacco, dal bersaglio principale − nel caso di Parigi, la sala da concerti del Bataclan.

Firearms United rinnova la sua campagna per il diritto alle armi dopo gli attacchi di Parigi
Per quanto ancora i governi e l'UE ignoreranno le legittime richieste dei cittadini che vogliono potersi difendere? Quanto sangue ancora dovremo sopportare?

Qualche brivido lungo le italiche schiene dei più disarmisti responsabili del Viminale dovrebbe quindi iniziare a correre, e a buon diritto, in previsione del "giubileo straordinario" che inizierà a Roma l'8 dicembre prossimo; il pericolo è reale e non si previene limitando i caricatori amovibili o vietando ai legali possessori di armi di andare a cinghiali con le armi di categoria B7 − o peggio ancora, mettendole del tutto al bando come vorrebbero il Capo della Polizia, Prefetto Alessandro Pansa, e tanti altri fini strateghi del Ministero dell'Interno.

Ci uniamo dunque a Firearms United nel chiedere a chi governa l'Italia e l'Europa che le più recenti restrizioni sulle armi e su numerosi articoli annessi − vedansi i caricatori − vengano accantonate in quanto assolutamente inutili nel contrastare il terrorismo; affinché ogni tentazione di ulteriore restrizione, sia in Italia che in Europa (si parla di pressioni per una messa al bando a livello europeo, ai fini della "lotta al terrorismo", di tutte le armi lunghe semi-automatiche!) vengano dimenticate per sempre; e affinché si apra un tavolo di confronto che porti all'adozione di norme condivise che finalmente riconoscano la legittima difesa non solo come diritto, ma anche come utilità pubblica, e consentano finalmente a tutti i cittadini europei onesti e sani di mente il possesso, il porto e l'uso degli strumenti ad essa più adeguati. Per la sicurezza di tutti e per impedire nuovi, barbarici spargimenti di sangue.

Firearms United rinnova la sua campagna per il diritto alle armi dopo gli attacchi di Parigi
Il tributo di sangue pagato dall'Europa è troppo pesante, stavolta, per ignorare che le leggi sulle armi che colpiscono i cittadini onesti vanno accantonate e che il loro diritto alla difesa và tutelato per il bene di tutti!

Per maggiori informazioni:
Firearms United

Firearms United - Italia