Di Gianluigi Simonella in arte Wilson ormai saprete tutto, ma nel caso vi servisse un ripasso potrete rileggere qui la piacevole chiacchierata che abbiamo avuto con lui qualche tempo fa e rifarvi gli occhi con le bellissime foto fatte da Gianni D’Affara nel suo laboratorio di Maniago. Vogliamo però tornare sull’argomento perché dall’amicizia e dai periodici incontri di questa strana coppia di friulani DOC, tra calici di buon vino e fette di prosciutto di San Daniele che passano di mano, è scaturito un bel progetto, di cui vogliamo rendervi partecipi.
Da cosa nasce cosa: il coltello dei due Gianni
L’idea ovviamente ruota attorno a un coltello particolare e da una premessa: Gianni non solo è bravo a fotografare i coltelli, ma li conosce, li apprezza e li usa. Lo si potrebbe definire un profeta del coltello EDC (Every Day Carry, ovvero per porto quotidiano) anche se per un montanaro il portare il coltello sempre con sé è una cosa ovvia e non serve scomodare l’inglese per definire il concetto.
Ma non è tutto: Wilson alcuni anni fa iniziò a costruire quelli che definiva “coltelli da bistecca” frustrato dal fatto che quando andava a mangiare in trattoria, trovava in tavola dei coltelli che non tagliavano bene, per cui la sua esperienza nel settore delle lame da usare tutti i giorni è senza rivali.
Per farla breve, Gianni ha disegnato un coltello e ha chiesto a Wilson di realizzarlo. Gianni, che è un artista visuale, aveva già ben chiare in mente le caratteristiche che avrebbe desiderato dal suo coltello a lama fissa; doveva essere piccolo per poterlo portare in tasca tutti i giorni, ma abbastanza grande da poter affrontare lavori più gravosi di tagliare uno spago o aprire una busta. Avrebbe dovuto avere un’impugnatura confortevole e un bel fodero avvolgente alla scandinava, per intenderci quelli che accolgono nel caldo abbraccio del cuoio non solo la lama, ma anche una buona metà del manico. Per visualizzare la forma e soprattutto le dimensioni del suo coltello Gianni ha fatto un cartamodello che ha consegnato a Wilson, e a questo punto è iniziata la magia del fare, come avrebbe detto il mago Merlino.
Il primo passo, come avviene sempre con Wilson, è stato realizzare un modello in legno con le quote dimensionali esatte del coltello e qualche ritocco alla sagoma dell’impugnatura. Dovete sapere che Gianluigi Simonella è una vera e propria stampante 3D vivente, solo che invece di secernere polimero fuso da un ugello (che detto così fa anche un po’ impressione) usa legni pregiati che plasma abilmente con seghetto, lime e carta vetrata; il risultato finale è forse meno hipster di un prototipo in plastica, ma sicuramente più elegante e appagante per l’occhio dell’intenditore. Il modello in legno è servito a verificare che tutto fosse stato trasposto come desiderato, in particolare la sensazione di ergonomia offerta dall’impugnatura.
Un coltello da gentiluomo in due formati
Wilson è passato quindi alla fase due trasformando un pezzo di scarto d’acciaio N690 nella sagoma del coltello, che è di tipo full tang, il che significa che il codolo è tagliato seguendo il profilo esterno dell'impugnatura. Si tratta di una soluzione che garantisce la massima robustezza e per evitare che il peso finale sia eccessivo, il codolo è stato leggermente rastremato man mano che ci si avvicinava alla coda dell’impugnatura. L’impugnatura è infine stata completata con una coppia di guancette in Micarta, indistruttibili e discrete. Lo spessore della lama è un fattore importante in questo coltello, ben 5 millimetri nel punto maggiore, per una lunghezza della lama che è di 55 millimetri. La lunghezza del coltello di Gianni è di 142 millimetri per un peso di 50 grammi ai quali vanno aggiunti dieci grammi del fodero in cuoio. Un amico di Gianni, appassionato cacciatore, ha seguito il progetto e si è innamorato del coltello; ha quindi chiesto a Wilson di realizzargliene uno in versione ingrandita, da portare sul terreno di caccia. Detto, fatto. La versione in scala ingrandita ha una lama spessa 5,5 millimetri e lunga 72 millimetri per una lunghezza totale di 180 millimetri e pesa 110 grammi. Il fodero pesa 23 grammi.
Troviamo un nome appropriato
Mancava solo una cosa; un nome adatto. Sì, perché i coltelli e le lame di un certo livello devono pur chiamarsi in qualche modo. Ho chiesto quindi a Gianni di pensarci sopra un po’ e alla fine… ma lascio la parola a lui.
Gianni: “Seguite il mio pensiero: il coltellino da tasca te lo porti sempre dietro con te, non lo lasci mai a casa, piuttosto dimentichi il portafoglio, ma non il compagno di vita e per questo possiamo definirlo amico. Se poi consideriamo che il disegno e la realizzazione materiale dell’oggetto in questione è stata fatta da due amici come riteniamo di essere io e Wilson, il termine amico prende ancora più valenza. In lingua friulana l’amico si pronuncia e si scrive l’amì con la i accentata, da qui il gioco è fatto: ho deciso di chiamarlo Lamì - che appunto richiama la definizione che in friulano, identifica l’amicizia tra due persone e siamo molto vicini al suono della parola di Lama”.
Niente da dire, una bella conclusione per una storia di amicizia e di coltelli; ora che possiamo finalmente chiamare il Lamì con il suo nome, lasciamo i due Gianni alle loro chiacchierate davanti al camino, con la certezza che hanno già in serbo qualcosa d’altro. Ma c’è tempo e dalle loro parti le cose si fanno senza fretta, come il buon vino e il prosciutto di San Daniele.
Se volete contattare Gianluigi Simonella, il suo numero di telefono è 339 4879106.