Maestro della Corporazione Italiana Coltellinai dal 1998, Claudio Riboni ha costruito il suo primo coltello chiudibile nel 2001. Da alcuni anni si era apparentemente ritirato dal mondo della coltelleria artistica, ma ora è ritornato a partecipare ai più importanti appuntamenti, come la mostra mercato del coltello custom organizzata dalla stessa Corporazione, che si svolge ogni anno a Milano. Qui lo abbiamo incontrato e gli abbiamo fatto qualche domanda su di lui e sui suoi coltelli.
Claudio, tu hai iniziato a fare coltelli molto giovane, poi a un certo punto sei sparito, come mai?
Diciamo che mi sono tolto un po' di scena, ma non ho mai smesso del tutto.
Ci sono momenti della vita in cui si hanno altre priorità, come la famiglia o altri impegni che distolgono dalle passioni che una persona ha.
Quando ho smesso di fare il coltellinaio a tempo pieno ho intrapreso un’attività che mi lasciava ben poco tempo in più e con l'arrivo di mia figlia Gioia, la mia mente era rivolta a lei.
Quali sono le motivazioni che hanno incoraggiato il tuo ritorno?
Sicuramente oggi ho più tempo a disposizione da dedicare a ciò che amo, anche perché l'amore per i coltelli non si era mai spento.
Cosa è cambiato nei coltelli che Claudio Riboni costruisce oggi?
Mi sto accorgendo di fare cose più moderne, con nuove tecniche, come le impugnature composte da vari strati di titanio di vari colori e le aperture a flipper.
Cerco comunque di non uscire troppo dai miei canoni; infatti mantengo i miei disegni e le mie forme lineari e pulite, in modo che si riesca a capire che è un mio coltello anche senza vedere la firma sulla lama.
In ogni caso ritengo giusto uscire ogni tanto dalla routine e sperimentare nuove forme e idee, per trovare ogni volta nuovi stimoli, come un vero artista deve fare.
E come sono cambiate le esigenze dei collezionisti?
Senz' altro i collezionisti sono sempre più esigenti ed è giusto che sia così, altrimenti non esisterebbero i coltelli custom.
Un vero collezionista esige che un coltello personalizzato o un pezzo unico sia fatto ad hoc.
Purtroppo, però devo dire che sto vedendo collezionisti che per risparmiare comprano cose fatte di fretta per mantenere bassi i costi.
Ormai c'è troppa roba in questo mercato e per giunta vedo coltellinai che vendono pezzi a poco pur di vendere, vedo elogiare “pachistanate” di brutta fattura e realizzati con materiali scadenti e queste cose fanno male al mondo dei coltelli custom.
Molti artigiani sono gelosissimi dei loro segreti, ma tu sei aperto alle collaborazioni e hai preso sotto la tua ala dei giovanissimi aspiranti coltellinai, ce ne puoi parlare?
Io credo che insegnare a fare un coltello sia un po' come insegnare a un bambino ad andare in bicicletta: posso dirti che i pedali vanno spinti in avanti, ma l'equilibrio lo devi imparare te, è una cosa che non puoi spiegare quindi anche se io mostro le mie tecniche di lavorazione poi il resto è soggettivo e se su cento allievi esce anche un solo fenomeno, non posso che esserne lieto.
Qual è la richiesta più strana che ti hanno mai fatto?
Le richieste più strane di solito arrivano da chi non conosce molto questa passione e la più strana in assoluto è stata per un coltello da lancio. Trovo un po' bizzarro e buffo pensare di fare in custom da lancio.
Quali sono i materiali che preferisci usare per lame e impugnature?
Anche se amo e comunque uso preferibilmente materiali caldi come il legno “ironwood”, avorio di mammut e corallo, il titanio mi affascina da sempre: creare colori dal suo triste grigio mi appaga.
Ma non dimentichiamo la madreperla e conchiglie come l'abalone che mi rubano lo sguardo.
Per le lame, dal punto di vista tecnico adoro gli acciai Damasteel, il loro damasco e l'RWL 34 che si lavorano con piacere senza inconvenienti, non subiscono variazioni ai trattamenti termici e una volta temprati non temono confronti su tenuta al filo e torsione. Apprezzo molto anche il damasco di Devin Thomas, anch'esso tecnicamente buono e bello da vedere, poi i vari damaschi al carbonio; alcuni sono fantastici ma c’è sempre l’incognita di trovare brutte sorprese nella lavorazione, quando il tempo me lo permette provo anche a forgiare qualche damasco da me. I materiali preziosi per coltelli sono fondamentali per un coltello custom.
Secondo te qual è il punto di forza di un coltello custom di Claudio Riboni?
Di certo le finiture. Sto sempre attento che ogni parte di un mio coltello sia all'altezza del suo fine e cioè fare il coltello, anche se so che l'ottanta per cento dei miei coltelli finisce in una bacheca, mi piace sapere che sia tecnicamente ottimo nel caso venisse usato.
Quali artisti, coltellinai o no, ti hanno influenzato maggiormente?
A parte i grandi mostri come Bob Loveless e Steve Johnson, che ai miei esordi erano sulla cresta dell'onda e fonte di ispirazione per chiunque, devo dire che i migliori aiuti ed ispirazioni nei primi anni novanta, quando non si trovavano materiali e informazioni, li ho avuti da Santino Ballestra che ritengo un po' il papà del custom italiano e Franco Bonassi che con la sua serietà e severità ha saputo farmi capire l'importanza della precisione.
Dal punto di vista lavorativo, quale errore non rifaresti?
Sicuramente non perderei il tempo. Anche se per motivi importanti, il mio togliermi di scena per qualche anno ha avuto delle conseguenze negative sulla mia carriera.
Quale consiglio daresti a un aspirante coltellinaio?
Nonostante i miei mille consigli ai miei allievi, vedo gente che vuol fare coltelli custom al risparmio. Io sono per la qualità, invece la maggior parte di chi si mette a fare coltelli li vuol fare risparmiando e questo mi fa arrabbiare.
Ormai tutti credono che fare un coltello sia una cosa fattibile e in fondo lo è…. ma in che modo?
Se volete fare delle schifezze tutto è buono, ma fare un coltello “con le palle” è un'altra cosa.
Purtroppo, con la diffusione di notizie incontrollate sul web se ne vedono di ogni, ad esempio ho visto un video dove tagliavano una lama di una sega circolare con un flessibile, decarburando un acciaio già temprato, e questa è solo una goccia di nel mare delle stupidaggini che si possono vedere.
Venticinque anni fa con il dottor Pagani, perito siderurgico e fondatore della Fapa acciai e Vincenzo Goffredo, della attuale K-Steel facevamo prove di decarburazione, prove di torsione, taglio ecc., forse avevamo tempo da perdere? Quindi io dico ad un aspirante coltellinaio di documentarsi fino in fondo e soprattutto in modo attendibile su cosa è un coltello, altrimenti lascia perdere!
Per ulteriori informazioni visita il sito http://www.cultro.it/claudio-riboni/