Video: Pedersoli Sharps Competition calibro .45-70

Il fucile Sharps nasce per scopi militari, come del resto tutte le armi americane del secolo XIX, ed appartiene alla ristretta famiglia delle carabine a blocco cadente di cui Christian Sharps fu precursore, avendo depositato un primo brevetto già alla metà dell’800. Inizialmente concepito per cartucce a polvere nera, dal bossolo realizzato in carta o tessuto di lino ed innesco separato, sparava palle tipo Minié calibro .52 da 475 grani. Il modello 1859 trovò la propria consacrazione durante la Guerra di Secessione americana, grazie alla maggiore potenza di fuoco che garantiva alla fanteria rispetto alle armi ad avancarica, ma fu la canna ottagonale da 34 pollici e la precisione del tiro a lunghe distanze a garantire al fucile Sharps la duratura fama di cui ancora oggi gode, anche se gli elevati costi di produzione dell’epoca limitarono la produzione di quel modello a sole 11.000 unità, contrariamente a quanto avvenne con la versione corta destinata alla cavalleria, largamente utilizzata sia dalle truppe dell’Unione, sia dai Confederati e nelle guerre indiane, che seguirono la fine del conflitto.

Pedersoli Sharps Competition durante il test di tiro
Il modello Competition in .45-70, dotato di ottica Malcom a 4 ingrandimenti, replica di quella prodotta da William Malcom nel 1855.

Storia del fucile Sharps

L’avvento delle cartucce metalliche, alla fine degli anni 60 dell’ottocento, generò un processo di conversione al calibro .50-70 dei modelli precedenti, dando al contempo nuova linfa alla produzione di questi fucili, realizzati ora in molteplici varianti. Fu forse l’arrivo in Europa di alcune migliaia di pezzi destinati alle truppe di Napoleone III, impegnato nella guerra Franco-Prussiana, che indusse alcuni armieri del Vecchio Continente a valutare l’adozione del blocco cadente, primo fra tutti il belga Hubert-Joseph Comblain il quale, nel 1870, realizzò a Liegi un fucile molto simile allo Sharps per apertura della camera di scoppio, noto come M1870 Belgian Comblain (ci fu una versione brasiliana del 1873 ed una cilena del 1874) ma dal quale si distingueva per il sistema d’armamento e di sparo, privo del cane esterno. Il Maggiore d’artiglieria Efstathios Mylonas introdusse una successiva modifica alla versione Comblain, affidandone la realizzazione ad un’altra fabbrica d’armi belga, quella dei fratelli Emile e Léon Nagant, che fu il protagonista della diatriba legale col governo Russo, sfociata nell’adozione impropria del nome Mosin-Nagant per un altro fucile celeberrimo tra i tiratori, ma questa è un’altra storia. La versione a blocco cadente M1872 Mylonas, che essi realizzarono, ebbe tuttavia diffusione alquanto limitata e circoscritta alla Grecia.

Nello stesso anno vide la luce una tra le più blasonate varianti di questo modello prodotte in Europa, il Farquharson. John Farquharson depositò il brevetto del suo fucile a cane interno nel 1872 a Daldhu, in Scozia, concedendone nel 1875 la co-proprietà al famoso armiere di Bristol George Gibbs. Del Gibbs Farquharson furono realizzate meno di mille unità, l’ultima delle quali nel 1910 tuttavia, una volta scaduto il brevetto nel 1889, diversi produttori inglesi proposero i loro modelli camerati in grossi calibri e destinati alla grande selvaggina africana, tra di essi nomi di tutto rispetto come Westley Richards e Jefferey. Il famoso cacciatore professionista, naturalista ed esploratore inglese Frederick Courteney Selous utilizzò regolarmente il suo Gibbs Farquharson in .461 nei safari al bufalo e all’elefante. Nel 1878 la Sharps produsse l’ultima versione di fucile a colpo singolo e a blocco cadente, basata stavolta sul brevetto dell’ingegnere tedesco Hugo Borchardt, che prevedeva l’eliminazione del cane esterno. Nonostante l’elevatissima qualità di quest’arma, rivoluzionaria per l’epoca con l’introduzione delle molle elicoidali, commercialmente si rivelò un fallimento. Ma già alla fine della Guerra di Secessione e subito dopo, con l’introduzione dei fucili a serbatoio tipo Spencer nel 1864 e Winchester nel 1866, apparve chiaro che il destino delle armi a colpo singolo era ormai segnato e la Sharps Rifle Manufacturing Company chiuse i battenti nel 1881.

Video: prova di tiro con Pedersoli Sharps Competition

Il fucile Sharps 1874 si trasformò nell’arma per eccellenza dei cacciatori professionisti di bisonti, grazie alla precisione del tiro ed al grosso calibro, che consentivano loro di poter abbattere gli animali a distanza di sicurezza, limitando il rischio di venire caricati e disperdendo più lentamente le mandrie. Quest’arma accompagnò il tramonto della frontiera americana, legandosi così indissolubilmente a quell’epopea, tragica e straordinaria allo stesso tempo, che è stata parte del bagaglio culturale e dei giochi di tanti dei nostri ragazzini di qualche lustro fa.

Il fucile Sharps nella replica di Pedersoli

Pedersoli Sharps Competition durante la prova di tiro
Lo Sharps 1874 Competition di Pedersoli sulla linea di tiro.

Sparare con la replica Pedersoli è stato appagante e mi ha indotto a pensare che, forse, senza quel tipo d’infanzia e senza una conoscenza del contesto storico che lo vide nascere, non tutti possono apprezzare appieno ciò che significa vedere un bersaglio centrato a 300 m con questo fucile, ma è un’impressione puramente personale.

Non vi tedierò con dettagli specifici dell’arma, suggerendo ai lettori di visitare il sito Pedersoli, molto più esaustivo. La versione testata è il modello Competition in .45-70, dotato di ottica Malcom a 4 ingrandimenti, replica di quella prodotta da William Malcom nel 1855 a Syracuse. Anche se avrei preferito cimentarmi con la diottra, l’ottica facilita notevolmente l’entrata in mira ed il tiro, nonostante abbia avuto modo di notare la perdita d’accuratezza dopo alcuni colpi e la conseguente necessità di ritararla.

Il fucile è elegante, bello, finemente realizzato, già soddisfa il manipolarlo e guardarselo, spararci è stata un’esperienza che è valso davvero la pena fare.


Per ulteriori informazioni sullo Sharps, visita il sito Davide Pedersoli.

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