Asta Hermann Historica 18 maggio 2022: in arrivo pezzi unici e straordinariamente rari

L’asta numero 92 organizzata dalla casa d’aste bavarese Hermann Historica si intitolerà come di consueto “Cinquecento anni di armi da fuoco” ma nonostante per noi il titolo sia ormai consueto, in realtà non c’è nulla di scontato, a cominciare dal titanico catalogo online di ben 636 pagine, che rappresenta da solo uno straordinario oggetto da collezione e che descrive i poco meno di mille lotti all’incanto.

Per l’asta del 18 maggio l’offerta di Hermman Historica comprende anche una serie di pezzi molto interessanti provenienti dalla collezione di Manfred Knothe, uno dei più grandi esperti di pistole moderne e premoderne. Nato in Germania nel 1938, Knothe iniziò a interessarsi ad armi e munizioni fin da ragazzo ed è noto a livello internazionale per la sua conoscenza enciclopedica delle pistole e delle munizioni, con articolare interesse per quelle prodotte dalla Bergmann. Ora, per motivi di salute, Knothe si vede costretto a dire addio alla sua straordinaria raccolta di pezzi rari e unici. Ma la prima arma di cui vogliamo parlarvi non è tedesca o svizzera: arriva dall’Italia ed è oggi estremamente rara, se non impossibile da trovare in questa configurazione.

Uno dei pezzi più interessanti dell’intera asta è la pistola mitragliatrice Villar Perosa Modello 15 in calibro 9 Glisenti, con scudo in acciaio.

Uno dei pezzi più straordinari all’asta è infatti il lotto 2698, una pistola mitragliatrice Villar Perosa 1915 Cal. 9x19mm Glisenti, la prima arma del suo genere a essere impiegata in guerra. Quest’arma progettata da A. Revelli, con chiusura a massa azione ritardata era di fatto costituita da due mitra che potevano sparare indipendentemente grazie al grilletto che veniva premuto con il pollice.

La carcassa è di bronzo marcata con il nome della società "Officine / Villar Perosa" in un ovale, al di sotto del quale la SN "1843". Selettore marcato "S" e "F". Le due canne brunite risultano non danneggiate e l’arma è completa di due caricatori da 25 colpi e del rarissimo scudo completo, che serviva anche come una specie di treppiede, con vernice originale grigia al 60%. La pistola mitragliatrice è agganciata allo scudo con un attacco sferico, che non solo permette un rapido montaggio e smontaggio, ma permette anche all'artigliere di puntare la canna verticalmente e orizzontalmente. 

La pistola mitragliatrice Villar Perosa era collegata allo scudo tramite un giunto sferico che ne garantiva una certa puntabilità…. vanificata dal peso di oltre 30 Kg dell’insieme.

Lo scudo è costruito con una solida piastra d'acciaio, 8 mm di spessore, largo 70 cm e alto 55 cm, e pesa da solo 27,5 kg. Ha due supporti pieghevoli. Peso totale 33,5 kg. Si tratta di una configurazione di rarità estrema, dato che lo scudo veniva solitamente scartato, poiché il suo peso rendeva quasi impossibile il movimento dell'operatore. Questo esemplare apparteneva al pronipote di un soldato imperiale austriaco che, come parte di un'unità dell'esercito sloveno, partecipò nel 1917 alla dodicesima battaglia dell'Isonzo vicino a Caporetto (Kobarid), dove l'esercito imperiale austriaco sfondò le difese italiane. Gli austriaci catturarono questa mitragliatrice dagli italiani e la rivolsero contro di loro. Quando la guerra finì, il soldato portò la mitragliatrice a casa e la conservò, usando lo scudo come supporto per una finestra. Quando morì, il nipote ereditò la pistola e la fece registrare, il che permise all'attuale proprietario di detenerla legalmente. Il prezzo di partenza di questo esemplare straordinario è di 23.000 euro.

Il lotto 2039 è uno straordinario fucile tedesco con batteria a ruota, prodotto ad Augsburg attorno al 1660 con canna ottagonale in calibro 12,5 mm. La batteria a ruota interna riporta una scena di caccia al cinghiale, e mostri marini. Il calcio in legno, punzonato EB all’interno, è completamente impiallacciato con placche di corno di cervo. Sul lato sinistro della pala del calcio è riportata una placca di rame smaltato con una rappresentazione di Diana che riposa con i suoi cani da caccia in una cornice di ottone dorato. Il calcio con guardia del grilletto in ferro liscio. Il puntale della bacchetta e il calciolo sono anch'essi corno di cervo.  È molto probabile che quest'arma provenga dall'armeria dei Granduchi di Saxe-Weimar nel castello di Ettersburg come suggerito dalla presenza delle iniziali "EB" sulla tabacchiera. Le armi dell'armeria del castello di Ettersburg sono state offerte per l'acquisto in varie occasioni nel tardo 19° secolo, con vendite che continuarono fino a dopo la Prima guerra mondiale. L'asta del 1927 tenuta da Fischer/Kahlert vide tra i lotti in vendita un fucile a ruota che era interamente impiallacciato in corno di bue, come quello presentato qui, e presentava un medaglione smaltato sul calcio. Questo fucile è quasi identico a quello che si trova oggi nella collezione del Metropolitan Museum of Art di New York (numero di inventario: 2015.446a-d), firmato da Martin Kammerer, attivo ad Augusta. Le armi a ruota completamente ricoperte di corno grezzo con una finitura in gran parte naturale erano molto in voga in Germania nei decenni tra la metà del XVII secolo e l'inizio del XVIII secolo. I pochi esempi che sopravvivono ancora oggi suggeriscono che Augsburg fosse il centro di produzione di queste armi. Un fucile simile fa attualmente parte della collezione del Bayerisches Nationalmuseum di Monaco (numero di inventario: W994). Il prezzo di partenza è di € 45.000

Il lotto 2039 è uno straordinario fucile tedesco con batteria a ruota, prodotto attorno al 1660, con il calcio completamente rivestito in corno di cervo.
Dettaglio della piastra smaltata in rame sulla pala del calcio che ritrae il riposo di Diana, dea della caccia.
Il lotto 2060 è un raffinato fucile da caccia con batteria a pietra costruito in Germania meridionale, circa negli anni 1730/40 con canna liscia in calibro 14 mm.

Al lotto 2060 troviamo un interessante fucile da caccia con batteria a pietra costruito in Germania meridionale, circa negli anni 1730/40. La canna rotonda è ad anima liscia in calibro 14 mm. Sulla culatta e intorno al mirino d'argento troviamo decorazioni cesellate su uno sfondo dorato, raffiguranti la dea della caccia Diana in piedi tra mascheroni e tralci di fogliame. La batteria è riccamente incisa con raffigurazioni di animali e mascheroni. Calcio completo in radica di noce con viticci finemente intagliati e rocailles. Il calcio ha una crepa vicino alla batteria e mostra piccoli difetti e riparazioni, mentre il calciolo originale è stato sostituito. I fornimenti sono in ferro cesellato di alta qualità con intarsi d'oro e motivi di caccia. La piastra laterale è traforata, con la raffigurazione di tre segugi, mentre sulla guardia del grilletto troviamo la figura di un cervo disteso. Il calciolo mostra dei segugi che combattono un cervo. La bacchetta di legno con punta di corno è stata sostituita. Lunghezza 135 cm. Il prezzo di partenza per questo fucile principesco e sapientemente restaurato è di € 11.000.

Il lotto 2072 è un lussuoso fucile a doppia canna con batterie a pietra focaia di tipo boxlock, costruito da  Gauvain à Angres (Francia) datato 1800. Le canne sono a due ordini, ottagonali verso la culatta, poi rotonde, in calibro 14,5 mm con brunitura originale; la radice della canna, la volata e la bindella centrale sono rifinite con una pesante doratura a fuoco. Sulla culatta troviamo la firma finemente incisa "Gauvain Pere & Fils, Inv & Fec. - Arquebusiers à Angers, An. 1800" Il marchio del fabbricante della canna "E. Durand Tordu" è impresso sul loro lato inferiore. I cani a forma di delfino sono delicatamente cesellati. L’impugnatura del calcio è finemente zigrinata e guarnita con chiodi dalla testa a forma di diamante, mentre su entrambi i lati il poggiaguancia è decorato con applicazioni in bronzo dorato a forma di delfini. Il Calcio è decorato su entrambi i lati con raffinati intarsi e rimessi in argento che raffigurano cacciatori che sparano ad una varietà di selvaggina. Il calciolo in ferro è leggermente cesellato. La lunghezza complessiva dell’arma è di 123,5 cm. Il prezzo di partenza per questo interessante pezzo da collezione è di € 16.500

Il lotto 2072 è una lussuosa doppietta con batterie a pietra focaia di tipo boxlock, costruita dall’armaiolo Gauvain à Angres (Francia) nel 1800.
Il lotto 2082 è una coppia di pistole con batteria a pietra di Cunet, Lione, costruite attorno al 1660. Le canne di produzione italiana riportano la firma "Lazari Cominaz”.

Al lotto 2082 troviamo una coppia di pistole con batteria a pietra focaia di Cunet, Lione, costruite attorno al 1660. Le canne a due ordini, di importazione italiana, hanno l’anima liscia e le volate rinforzate e riportano la firma "Lazari Cominaz".  Le batterie a pietra focaia sono delicatamente incise con una figura femminile in piedi che tiene in mano uno stendardo firmato "Cunet à Lion". Le incisioni si stendono anche sui cani e sulle molle. Sul lato opposto alla batteria sono avvitate due barre di sospensione in ferro che permettevano di portare la pistola infilate su una fascia attorno alla vita. Le impugnature sono in legno di noce dalla eccellente venatura e si restringono verso il pomo in ferro inciso che riproduce un mascherone. Le bacchette sono originali, in legno con le punte di corno. La lunghezza delle pistole è di 47,5 cm. Claude Cunet è noto per essere stato un armaiolo attivo a Lione nel 1651. Il prezzo di partenza di questa coppia di interessanti pistole a pietra focaia è di € 12.000.

Il lotto 2127 è uno spettacolare fucile ad aria compressa sistema Gilardoni di produzione sud-tedesca/austriaca, completo di cassa per il trasporto e accessori prodotto all’inizio del 1800.

Il lotto 2127 è uno straordinario esemplare di fucile ad aria compressa sistema Gilardoni di produzione sud-tedesca/austriaca, completo di cassa per il trasporto e accessori, prodotto attorno al circa 1800. La carabina si presenta con canna ottagonale e anima rigata in calibro 11,5 mm, mirino in ottone montato a coda di rondine e mirino a foglia dal taglio molto elaborato. Nella zona della volata e sopra la camera intarsi in argento e monogramma "AF". Caricatore tubolare laterale, molla del coperchio mancante. Elemento centrale e controcartella in ottone con belle incisioni. Batteria e cane con fini incisioni floreali, viti brunite, sulla controcartella è presente la vite di regolazione per la quantità di aria che spingeva il proiettile. Astina con fornimenti in ottone, bacchetta di legno con punta in ottone. Il fucile sistema Gilardoni (o Girardoni, dal nome del suo inventore) all’epoca chiamato “schioppo a vento” è accompagnato da due serbatoi addizionali in ferro foderati in pelle verde, con segni di usura.  Lunghezza senza serbatoio 84,5 cm, lunghezza di ogni serbatoio 32 cm. Viene fornito nella sua custodia originale in legno con serratura (tarlata in alcuni punti) con molti accessori originali come la pompa dell'aria, poggiapiedi, chiave per il serbatoio, stampo per proiettili e tre chiavi ad anello. Per la sua completezza e per il suo stato di conservazione è da considerare un oggetto da collezione straordinariamente raro e il prezzo di partenza di € 12.000 è assolutamente giustificato.

Il lotto 2262 è una rara pistola Bergmann mod. 1896 no. 2, con grilletto pieghevole, nella sua custodia a cofanetto originale.

Spostiamoci ora nell’affascinante mondo delle pistole premoderne, con il lotto 2262, una pistola Bergmann mod. 1896 no. 2, con grilletto pieghevole, nella sua custodia a cofanetto. Questa pistola semiautomatica, che fu progettata da Louis Schmeisser riporta il numero di matricola 6 è camerata in calibro 5 mm Bergmann M96, e monta una canna ottagonale lunga 90 mm. La caratteristica di questo esemplare è il grilletto pieghevole, tipico dei primo esemplari (circa fino al numero di matricola 400), dopodiché venne adottato un grilletto fisso.  Sul lato sinistro del fusto troviamo le scritte "Patent / Bréveté / S.G.D.G."mentre su quello destro il logo della ditta, un nano minatore in un ovale e la scritta "Gaggenau - V.C.S. Suhl". 

Altrettanto interessante è il lotto 2417, una pistola Bergmann 1897 numero 5 in calibro 7,8 mm Bergmann con numero di matricola 402 e tacca di mira regolabile fino a 1000 metri.

La pistola è priva del caricatore e mostra alcuni segni di usura. Le guancette sono in legno di noce, zigrinate e con numeri di matricola combacianti. La pistola è accompagnata da un cofanetto originale rivestito in pelle di vitello, con coperchio foderato in seta verde. La parte inferiore è foderata in velluto e contiene gli accessori originali: un oliatore, uno scovolo per la pulizia e un cacciavite. Il prezzo di partenza per questa pistola dall’alto valore collezionistico è molto interessante: 1500 euro. 

Un altro lotto interessante (2417) è la pistola Bergmann 1897 numero 5 in calibro 7,8 mm Bergmann con numero di matricola 402 che monta una peculiare tacca di mira scorrevole tarata (un po’ ottimisticamente) da 100 a 1000 metri. Il dorso dell’impugnatura presenta una fresatura per il calciolo/fondina. Sul fusto è presente la scritta: PISTOLET BERGMANN/PATENT BREVETÉ S.G.D.G. Il prezzo di partenza per questo esemplare in eccellenti condizioni è di 6.000 euro.

Il lotto 2291 è un’arma tipica del periodo di transizione relativamente breve, ma molto ricco per i collezionisti, che vide il passaggio dalla pistola a tamburo a quella semiautomatica attraverso i modelli a ripetizione manuale. Si tratta infatti del prototipo di una pistola a ripetizione Schulhof mod. 1887. Si tratta di uno dei tanti progetti dell’armaiolo austriaco Josef Shchulof, nato nel 1824 e titolare di diversi progetti di pistole e carabine. Esistono una manciata di prototipi e modelli destinati alla vendita delle sue pistole a ripetizione, alcune con caricatore a tamburo (come in questo caso), altri con serbatoio tubolare contenuto nell’impugnatura. Questo esemplare in particolare in calibro 8 mm Schulhof, senza numero di matricola. Il prototipo di pistola Schulhof monta una canna ottagonale con sei rigature, lunga 155 mm sulla quale è montato a coda di rondine un mirino a lama. Anche la tacca di mira è montata a coda di rondine sul fusto. La pistola, che è a ripetizione (non semiautomatica) impiega un caricatore ruotante dalla capacità di sei colpi. La ripetizione del colpo avveniva portando in avanti re quindi indietro la leva di armamento con l’anello. Il lato sinistro della carcassa è marcato "Bréveté". La leva di sicurezza e quella di armamento sono zigrinate e tutte le parti metalliche sono nichelate. Su questo esemplare sono presenti alcune macchie in corrispondenza della canna, piccoli segni di manipolazione sulla carcassa e sull'impugnatura. Le mire, l'anello della leva e il grilletto mostrano tracce di brunitura a fuoco. L’impugnatura è in legno di noce zigrinato. Questa pistola è illustrata e descritta nel volume di Mötz/Schuy, "VomUrsprung der Selbstladepistole" (L’origine delle pistole semiautomatiche) nelle pagine 66-68. Il prezzo di partenza di questo pezzo molto interessante è di € 13.000.

Il lotto 2291 è il rarissimo prototipo di una pistola a ripetizione Schulhof modello 1887 in calibro 8 mm con caricatore ruotante dalla capacità di sei colpi.
Il prototipo della pistola Schulhof visto dal lato destro. La ripetizione avveniva agendo sulla leva ad anello posta davanti al grilletto. 
Il lotto 2425 è una carabina Luger 1902 in calibro 7,65 Parabellum..

Con il lotto 2425 torniamo su armi più conosciute dai collezionisti e dagli appassionati, per quanto estremamente rare: in questo caso ci troviamo di fronte a una carabina Luger 1902 in calibro 7,65 Parabellum con numero di matricola 23821. L’astina e il calciolo in legno di noce riportano gli stessi numeri di matricola e sono in perfette condizioni, dotati di magliette snodate originali per la cinghia di trasporto. La canna è lunga 30 cm e supporta una tacca di mira regolabile micrometricamente e un mirino registrabile lateralmente, montato su una rampa finemente zigrinata. Il caricatore è in lamiera nichelata, con base in legno. Questa interessante carabina Luger ha apparentemente sparato pochissimi colpi ed è in condizioni di conservazione eccezionali. Il prezzo di partenza è stato fissato in € 10.000.

Il lotto 2605 è un esempio di come fino agli anni Sessanta del secolo scorso si cercò di migliorare il principio di funzionamento dei revolver, in questo caso introducendo qualche complicazione. Il revolver Dardick fu prodotto negli USA dal 1954 al 1962 e prende il nome dal suo progettista David Dardick. La caratteristica principale di questo ibrido tra una pistola e un revolver è l’alimentazione che avveniva con munizioni, chiamate “Tround” che erano di fatto delle normali cartucce calibro .38 Special o .22 Long Rifle avvolte da un profilato in policarbonato dalla sezione triangolare. Le cartucce erano contenute nell’impugnatura e grazie a un sistema di alimentazione ruotante venivano presentate alla culatta; dopo lo sparo il bossolo spento veniva espulso dalla finestra laterale. Pensata come arma da sopravvivenza e per le forze dell’ordine, la pistola Dardick poteva essere equipaggiata con una conversione che la trasformava in una carabina con canna lunga 20 pollici, fu un fiasco proprio perché usava munizioni proprietarie, incompatibili con qualsiasi altra arma. Questa stranezza è in buone condizioni ed è venduta nella sua scatola originale completa di conversione a carabina e libretto di istruzioni a un prezzo di partenza di € 1.500.

Con il lotto 2605 voliamo in America negli anni Cinquanta: ecco il revolver ibrido Dardick in calibro .38 Special, con conversione in calibro .22 LR e in carabina: un’idea stravagante che non ebbe molto successo ma la rende un interessantissimo pezzo da collezione.
Il lotto 2719 è un vero e proprio “Santo Graal” per i collezionisti di pistole moderne. Si tratta della pistola Salvator Dormus del 1891, la prima semiautomatica mai brevettata.

Il lotto 2719 è un’altra rarità assoluta, ovvero la pistola Salvator Dormus in calibro 8mm, considerata la prima arma corta semiautomatica mai brevettata. Prende il nome dall’arciduca Karl Salvator d’Austria e dal conte George Dormus che nel 1891 depositarono il brevetto di questa semiautomatica con chiusura a massa, nella speranza che venisse adottata dall’esercito austriaco. Il ritardo di diversi anni con cui fu indetto il concorso, tuttavia, diede tempo ai concorrenti di perfezionare i loro progetti, che si dimostrarono superiori. I problemi di produzione poi, impedirono a Salvator e Dormus di onorare l’ordine sperimentale di 100 pezzi emesso dall’esercito austriaco, e risulta che solo 31 esemplari siano stati completati. Quello all’incanto da Hermann Historica porta il numero di matricola 17.  

Altrettanto rara è questa cartuccia in calibro 8mm Dormus prodotta dalla G. Roth di Vienna, in vendita all’asta a partire da 200 euro (lotto 2720).

Come spesso accade, essere i primi in un settore tecnologico nuovo, non sempre offre un vantaggio. Gli anni a cavallo tra la fine dell' Ottocento e l'inizio de Novecento videro la nascita delle pistole semiautomatiche moderne e nel giri di pochissimi anni si passò da progetti sperimentali e poco affidabili a vere e proprie pietre miliari del mondo armiero come la Mauser C96, La Luger P08 e la Colt 1911.

La pistola Salvator Dormus all'asta è marcata con il simbolo dell’aquila imperiale austriaca e la cifra 97 (molto leggera) ed è in condizioni buone, con alcune camolature sulle parti metalliche e segni sulle guancette in legno di noce. La canna misura 145 millimetri e gli organi di mira erano di tipo fisso. 

L’alimentazione avveniva tramite lastrine da 5 colpi. Anche questa pistola è citata nel libro di Mötz/Schuy, "VomUrsprung der Selbstladepistole" (L’origine delle pistole semiautomatiche) nelle pagine 191-219. Il prezzo di partenza è di 15.000 euro. Il lotto 2720, offerto a un prezzo di partenza di 200 euro è una altrettanto rara cartuccia in calibro 8mm Dormus prodotta dalla G. Roth di Vienna. Il bossolo è in ottone, la palla è completamente camiciata in ferro. 

La lunghezza totale della cartuccia è di 30 millimetri. La cartuccia 8mm Dormus è citata nel libro di Mötz/Schuy “munizioni austriache”.

Il lotto 2762 è un raro prototipo di pistola semiautomatica sistema Müller in calibro 7,65mm Luger con numero di matricola 3, risalente al 1902

L’ultimo lotto che vogliamo mostrarvi è il 2762, non certo per importanza, è un raro prototipo di pistola semiautomatica sistema Müller in calibro 7,65mm Luger con numero di matricola 3. Si tratta di una pistola con chiusura a corto rinculo di canna progettata da Bernhard Müller e prodotta a Winterthur, in Svizzera, nel 1902. L’esercito svizzero dopo aver adottato la pistola Parabellum nel 1900 continuò a condurre test sulle armi corte e la creatura di Müller era una delle armi prese in considerazione. Esistono inoltre prove di un contatto tra Bernhard Müller e l’esercito statunitense, che però non condusse a ulteriori sviluppi. La semiautomatica Müller è dotata di una canna lunga 140 mm di tipo scoperto, come su altre armi coeve, sulla quale è montato un mirino regolabile in deriva. canna da 140 millimetri con quattro rigature. La tacca di mira è molto semplice ed è poco più di una fresatura a forma di U sulla carcassa squadrata della pistola. Il sistema di funzionamento è simile a quello della Walther P38 mentre l’impugnatura e il caricatore da otto colpi con base in legno e finestra per il controllo dei colpi è molto smile a quello delle pistole Luger. Sul lato sinistro del fusto è rullata la scritta “Syst. Müller 3”. La brunitura originale ha qualche camola e qualche sgraffio. Le guancette sono in legno di noce finemente zigrinato. La pistola Müller è menzionata nel libro di Reinhart/Meier, Pistolen und Revolver der Schweiz seit 1720 (Pistole e revolver svizzeri dal 1720) a pagina 164 e 165. Data l’estrema rarità, il prezzo di partenza di questa pistola è di € 12.000.


Per saperne di più su Hermann Historica, visitate il sito della casa d’aste bavarese dove è possibile scaricare il catalogo oppure vedere tutti i lotti online.

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