Caccia e cinofilia: nei boschi di Poggio Aquilone con inglesi, continentali e una doppietta F.A.I.R. calibro 28

L'inglese sembra farsi più scrupoloso e razionale nell'andatura, mentre il continentale spinge a pieno regime. Si potrebbe parafrasare così una giornata di caccia vissuta con dei cani appartenenti a razze diverse che insieme trovano una buona sintonia ed esplorano il territorio. Siamo in Umbria, io e l'amico Riccardo Ceccarelli, ospiti di Andrea Alberti a Poggio Aquilone, in un territorio gestito con dovizia dalla famiglia Alberti e vocato sia alla presenza di fauna stanziale, starne e fagiani soprattutto, ma anche  alla sosta dei migratori. Gli ambienti sono infatti misti e il tipico bosco di collina attraversato da fossati e ruscelli cede spesso il passo ai prati naturali e ai campi coltivati di cereali. Il periodo poi fa il resto, perchè novembre con i suoi colori rende tutto più poetico e ogni albero contribuisce alla composizione di un mosaico di colori caldi che si perdono e si ritrovano nella nebbia come isole in un mare in tempesta.

Il paesaggio di Poggio Aquilone reso ancor più affascinante dai colori autunnali.

La pioggia che prima ci accompagna decide poi di tormentarci diventando intensa e ininterrotta. I cani, un mio setter inglese di 6 anni e un bracco francese di 4 anni di Riccardo sembrano però non accusare il meteo avverso e trovare invece in quelle condizioni l'ispirazione giusta per andare e tornare con ispezioni puntuali a destra e sinistra fra i boschi  e gli spazi aperti della valle. Una brigata di starne decide di metterci alla prova comportandosi in relazione al meteo come un gruppo di beccacce nervose, portando i cani a fermare e guidare nel bosco senza apparente esito per poi lasciarci attoniti ad ascoltare soltanto il frullo fra gli alberi. La brigata si divide e i singoli individui portano i cani verso azioni separate e spesso confuse in cui le ferme a volte simultanee fra i ruscelli e il bosco ci costringono a dividerci riuscendo a concludere poco ma dandoci modo di  vivere momenti di piacevole concitazione che raramente capitano cercando selvaggina stanziale. Non perchè questa sia più semplice di altra, ma purtroppo, sempre più rara da trovarsi autentica e dunque ben ambientata nel territorio che conosce e sfrutta a proprio vantaggio nei confronti di insidie e predatori. La giornata non manca poi di regalare sorprese, perchè l'ambiente vario ci porta ad esplorare zone più fitte in cui la macchia spontanea che bordeggia il torrente nasconde in due occasioni questa volta davvero le beccacce che però non abbiamo modo sia per legge, ma anche per condizioni ambientali di concludere. L'azienda Poggio Aquilone è infatti una Agrituristico venatoria, che svolge bene la sua missione di voler offrire un confronto onesto con selvaggina ambientata ma come sappiamo preclude la caccia alla selvaggina migratoria, che però quando capita, contribuisce in modo determinante ad arricchire le giornate di chi ama la cinofilia non esclusivamente legata allo sparo e l'abbattimento.

La doppietta Iside Prestige è leggera e pratica  nelle giornate impegnative di cammino, veloce alla spalla nel momento del tiro.

Il bracco francese di Riccardo ha un buon atteggiamento, dimostra una passione per la ricerca che lo porta ad uggiolare e letteralmente lamentarsi delle nostre pause che rappresentano per lui una ingiustificata interruzione della caccia. In una delle sue esplorazioni che avvengono in un raggio non troppo ampio ma costante e minuzioso, il cane avverte chiaramente e segnala un'emanazione che dal bosco lo porta in una breve guidata a fermare ai limiti di una strada sterrata. Faccio cenno a Riccardo di prendere velocemente posizione ma un volo di 3 starne è più rapido del mio amico e riesco con una fucilata di stoccata a prenderne una che ricade nel campo, prontamente riportata da Olmo fra le mani del suo padrone. 

Abbiamo giusto il tempo di compiacerci con il cane per la bella azione completa appena conclusa che nel frattempo Andrea mi avvisa di vedere sulla sponda opposta del ruscello alle nostre spalle il mio setter fermo a ridosso del corso d'acqua fra alcuni cespugli di nocciolo selvatico. Arrivando nei pressi del cane in ferma sia il luogo che la postura del cane mi fanno immaginare l'imminente frullo di una beccaccia ed effettivamente con lo stesso atteggiamento difensivo ma con livrea leggermente diversa, si invola decisa una starna a pochi metri dal cane, riuscita ad eludere la ferma portandosi prima del volo al riparo di un vecchio pioppo, grande abbastanza da coprire la sua traiettoria di fuga e lasciarmi spiazzato ad osservarne il bel volo lontano. 

Continuano le ricerche e Riccardo allertato dal mancato puntuale rientro del suo Olmo, appena affacciatosi all'interno del bosco ci conferma con l'eco della sua fucilata la giusta intuizione. Pochi istanti dopo ci raggiunge con aria soddisfatta e un bel capo di starna ancora caldo nelle mani. I cani hanno avuto i loro incontri e due starne prese sotto una pioggia che sembra infinita bastano e avanzano per renderci pienamente soddisfatti e consapevoli di aver potuto conoscere una realtà che potrà sicuramente darci anche in futuro le soddisfazioni che i territori del nostro paese ancora possono regalare al patto di una gestione capace e consapevole, volta ad un approccio conservativo e non consumistico, una realtà al passo con i tempi della caccia e della cinofilia, di qualità. Ad aspettarci nella casa di caccia oltre al calore del camino acceso, ci sono Olga e Ugo, due dolcissimi bracchi italiani di Andrea, che non mancano di renderci tutti gli onori e le coccole durante il pranzo. La promessa di Andrea, che questa volta aveva la curiosità di vedere i nostri cani a caccia, è quella di mostrarci nella prossima occasione i suoi fra quelle colline silenziose e ci assicura anche ricche di fagiani che oggi non abbiamo avuto occasione di incontrare.

A caccia con la doppietta F.A.I.R. Iside Prestige Tartaruga Gold

Elegante nell'estetica e funzionale con strozzatori intercambiabili, sistema monogrillo ed estrattori automatici, la doppietta Iside Prestige viene prodotta da F.A.I.R. in tutti i principali calibri utilizzati a caccia. 

Uno degli aspetti che ha contribuito a rendere ancor più interessante la mia giornata di caccia è stata l'idea di portare con me la doppietta calibro 28  ricevuta in prova da F.A.I.R., il modello Iside Prestige Tartaruga Gold. L'estetica riconoscibile che contraddistingue questo fucile della serie Iside prevede la finitura tartarugata della bascula in acciaio e delle incisioni con riporti in oro di selvatici in volo lungo le superfici delle lunghe cartelle, risultando nell'insieme un'arma non solo elegante ma anche particolarmente armoniosa nelle forme e negli abbinamenti cromatici. La doppietta viene prodotta da F.A.I.R in tutti i principali calibri 12/20/16/28 e .410 con dimensioni di bascula proporzionate al calibro di riferimento. Le superfici arrotondate round body sono un ulteriore tocco di stile. Pur trattandosi del trionfo del fucile tradizionale da caccia, non mancano degli accorgimenti tecnici che rendono la doppietta Iside più versatile nel suo impiego, come la presenza di strozzatori interni e intercambiabili che il cacciatore può alternare a seconda dell'ambiente e della tipologia di caccia e il sistema di scatto monogrillo selettivo, pratico soprattutto nella versione in piccolo calibro rispetto al più tradizionale bigrillo. Il calcio e l'astina in stile inglese vengono realizzati con legni di noce scelto e finiti ad olio, con zigrini eseguiti a laser a passo fine. L'estrazione dei bossoli è automatica e selettiva. Il peso dell'arma è nel complesso contenuto e molto ben bilanciato non supera i 2,8 kg nei calibri maggiori mentre nella versione calibro 28 da me impiegata non raggiunge i 2,6 kg. Le lunghezze di canne disponibili sono sono da 68, 71 e 76 cm, con cromatura interna per proteggere l'anima da residui di piombo e mantenere qualità e prestazioni inalterati. Fucile agile nel brandeggio e nel trasporto, la doppietta è stata una perfetta alleata in una giornata di caccia contraddistinta da pioggia e cammino faticoso in cui l'occasione di servire il cane non è stata disattesa, ma premiata da una precisa fucilata con cartuccia dalla grammatura standard di 24 grammi e selvatico perfettamente recuperato. In fondo è stata una prova originale e convincente dell'arma che proprio nelle giornate avare di occasioni deve dimostrare di poter premiare il lavoro e la passione di cani e cacciatori. Un solo colpo, una bella soddisfazione.